Coordinate: 45°42′20.71″N 9°39′32.93″E

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Cittadella viscontea
Firma fedis
Porta della campanella
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
Regione  Lombardia
CittàBergamo
IndirizzoPiazza della Cittadella
Coordinate45°42′20.71″N 9°39′32.93″E
Mappa di localizzazione: Italia
Cittadella viscontea
Informazioni generali
Inizio costruzione1331
Primo proprietarioVisconti
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La Cittadella viscontea o Firma fedis è un insieme di fabbricati a forma quadrata che si trova nella parte alta della città di Bergamo fortificata dai Visconti a loro difesa. La struttura formata da diversi corpi di fabbrica subì molti rimaneggiamenti diventando di proprietà pubblica nel XX secolo, vi si trovano il Museo Civico Archeologico e il Museo di Scienze Naturali “Enrico Caffi”[1]

Storia

Bergamo venne edificata su sette colli, nel VI secolo venne conquistata dai Longobardi, che la occuparono e abitarono,tra questi alcune famiglie nobili come i Crotta, nome dal significato di crot=grotta curvo. Erano guerrieri a cavallo e inizialmente si fermarono nelle grotte, da qui il nome, ma con il tempo si stabilirono vicino alle mura della città, sul colle san Giovanni costruendo fabbricati e diventanto proprietari di terreni e palazzi, di fazione guelfa assunsero anche ruoli importanti nella storia cittadina[2].

Il XIII secolo vide la nascita del comune e anche l'intensificarsi delle lotte tra i guelfi: Rivola, Crotta, Colleoni, Del Zoppo e i ghibellini Suardi, i primi a favore della chiesa e i secondo dell'imperatore. Quando i Visconti di Milano vollero entrare in città, i Suardi, che forse li avevano invitati, aprirono loro le porte e dopo alcuni anni di scontri e saccheggiamenti, divennero i signori di Bergamo, mentre le altre famiglie dovettero sottomettersi. I Crotta, che abitavano la parte della Torre di Adalberto, vennero sfrattati e dovettero spostarsi, occuparono la parte denominata Borgo Canale dove eressero un ospedale gestito dalle suore clarisse fuori dalla Porta sant'Alessandro.

In quegli spazzi che erano della famiglia Crotta, i Visconti costruirono la loro Cittadella a protezione, instaurando un periodo di angherie e soprusi.

I Visconti governarono Bergamo dal 1331 al 1428 quando arrivarono i veneziani. Imposero il controllo sulle famiglie sedandone le controversie; compirono molte opere e restaurarono quelle già esistenti, come l'acquedotto romano ampliandolo con il fontanone, urbanizzarono piazze con il nome delle mercanzie come delle Scarpe, Fieno, Pesce, Carne e Biade per agevolarne la tassazione, che era molto elevata e severa, la torre di Adalberto che ospitava gli evasori fiscali venne chiamatatorre della fame, venivano lasciati i prigionieri senza cibo finchè un parente non saldasse quanto evaso. Luchino Visconti nel 1334 fortificò colle Vigilio, usandolo come difesa, ma essendo troppo distante dal centro cittadino venne abbandonato e nel 1355 Bernabò Visconti occupò quella parte di colle san Giovanni che diventò la Cittadella viscontea scacciandone i Crotta.

Il grande complesso militare doveva difendere la famiglia, ma anche mettere soggezione ai cittadini che si trovavano chiusi tra due colli fortificati, questo e quello della Rocca[3].

Cittadella viscontea

Anticamente gli ingressi erano chiusi al transito pubblico, per entrare in città era necessario passare il controllo che concedesse il transito dalle due porte del Pantano, durante i restauri del vicino relais san Lorenzo sono rinvenuti i locali che erano adibiti a stalle e osterie.

Nel 1355 Bernabò costruì le undici case a torre che formarono le Firma Fides, chiudendo in questo modo questo spazio che era già protetto dalla mura medioevali distrutte nel 1561 per la costruzione delle mura venete, lasciando al figlio Rodolfo l'incarico di costruire, dove vi è il grande fabbricato adibito a Musei civici sia quello Archeologico delle Scienze naturali con la sezione etnografica, e l'Orto Botanico, il grande fabbricato a residenza chiamato Hospitium Magnum, qui si succedettero i diversi esponenti della famiglia: Azzone, Luchino, Giovanni, Bernabò, Rodolfo, Gian Galeazzo, Giovanni Maria, Filippo Maria. Questa parte era anche adibita a uffici doganali per il pagamento del dazio, a carceri e luoghi di tortura.

Dopo il 1428 con la repubblica veneta la Cittadella perse d'interesse, i veneziani non volevano ponti levatori e vollero rifare le mura della città, restano, a documento, il quadro di Giovanni Paolo Lolmo nella basilica si santa Maria Maggiore che raffigura si san Marco e la torre Mirabella e le cartografie di Alvise Cima (1643-1710) che raccontano come era la cittadella prima dei diversi rimaneggiamenti che fecero i veneziani, nuovi signori di Bergamo[4], i quali divisero la cittadella in dodici lotti vendoli, risulta infatti l'asta pubblica del 22 settembre 1520 l'assegnazione conla specifica che le torri si potevano alzar, abasar et ruinar a secondo dei desideri del compratore.

Architettura

Da via Bartolomeo Colleoni si giunge in Piazza Lorenzo Mascheroni dove attraverso la Torre della campanella si accede in piazza Cittadella quella che un tempo era la corte e la piazza d'armi, ad ovest è visibile una postierla, antico accesso dalle mura. La piazza ha una pavimentazione in ciottolato, ed è attraversata da una vecchia strada romana[5]

Di quello che fu il periodo visconteo in Bergamo con la cittadella fortificata dalle undici torri, documentate alte 15 metri, dai ponti levatoi e relativo fossato resta poco o nulla, la torre di Adalberto, della Scaraguaita[6] con la merlatura guelfa ne rimane una targa incorporata nel seminario vescovile. E' degli anni '70 infatti la demolizione di parte della cittadella per la costruzione del grande complesso del seminario[7].

Il lato che era l'abitazione Hospitium Magnum, è la sede dei musei Museo Civico Archeologico e il Museo di Scienze Naturali “Enrico Caffi”. Anche la torre della campanella, pur avendo mantenuto la sua caratteistica di ingresso na subito molte modifiche, sotto il grande orologio è ancora visibile il simbolo asburgico con l'aquila austro-ungarica bicefala, con lo scudo diviso in quattro parti a raffigurare i territori che furono assegnati all’Impero austro-ungarico con il Congresso di Vienna del 1815, due parti per il leone alato simbolo di Venezia, e il biscione che tra le fauci tiene il bambino che sta partorendo, segno di buon auspicio[8].

Note

  1. ^ Cittadella viscontea, su lombardiabeniculturali.it, Lombardia beni culturali. URL consultato l'8 agosto 2017.
  2. ^ Bergamo scomparsa, la Cittadella viscontea, su bergamosera.com, Bergamo sera. URL consultato il 9 agosto 2017.
  3. ^ Cittadella-Bergamo, su guide.travelitalia.com, travelItalia. URL consultato il 7 agosto 2017.
  4. ^ Bergamo scomparsa quel che resta della cittadella, su bergamosera.com, Bergamosera. URL consultato il 9 agosto 2017.
  5. ^ Cittadella Viscontea, su visitbergamo.net, VisitBergamo. URL consultato l'8 agosto 2017.
  6. ^ La cittadella di Bergamo, su 1001storia.polimi.it, Politecnico di Milano. URL consultato il 9 agostro 2017.
  7. ^ Storia della Cittadella e di quello che hanno fatto i Visconti in Città Alta, su bergamopost.it, Bergamopost. URL consultato il 9 agosto 2017.
  8. ^ Cittadella 38, su bergamopost.it, Bergamo post. URL consultato il 9 agosto 2017.

Bibliografia

  • Marco Realini, Il consolidamento della facciata del palazzo del Museo di Piazza della Cittadella a Bergamo : monitoraggio delle applicazioni di ossalato di ammonio sulle superfici dipinte, Bergamo, WorldCat, 2007.

Voci correlate

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