Paolo Vincenzo Bonomini: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎Altre opere: aggiorno con nota
Riga 44: Riga 44:
Anche altre sue opere sono degne di nota: nella ''Sala Tassiana'' della [[Biblioteca Angelo Mai]] sono conservate tre tempere raffiguranti il ''Mattino'', il ''Tramonto'' e la ''Notte'', nonché alcuni festoni ed affreschi raffiguranti i fiumi [[Serio]] e [[Brembo (fiume)|Brembo]].
Anche altre sue opere sono degne di nota: nella ''Sala Tassiana'' della [[Biblioteca Angelo Mai]] sono conservate tre tempere raffiguranti il ''Mattino'', il ''Tramonto'' e la ''Notte'', nonché alcuni festoni ed affreschi raffiguranti i fiumi [[Serio]] e [[Brembo (fiume)|Brembo]].


Notevoli sono anche alcune decorazioni di edifici pubblici e privati nella bergamasca, come gli affreschi paesaggistici nel Salone della Musica di [[Casa Fogaccia]], nonché la raccolta di suoi disegni custodita presso le ''Civiche Raccolte d'Arte'' del [[Castello Sforzesco]] di Milano.
Notevoli sono anche alcune decorazioni di edifici pubblici e privati nella bergamasca, come gli affreschi paesaggistici nel Salone della Musica di [[Casa Fogaccia]]<ref>{{cita web|url=http://guide.travelitalia.com/it/guide/bergamo/casa-dell-arciprete/|titolo=Casa dell'Arciprete|editore=traverl Italia|accesso=12 dicembre 2016}}</ref>, nonché la raccolta di suoi disegni custodita presso le ''Civiche Raccolte d'Arte'' del [[Castello Sforzesco]] di Milano.


Inoltre egli dipinse, nel Teatro Sociale di Bergamo, caricature di importanti personalità di quel periodo che, non apprezzando la feroce ironia dell'autore, ne imposero la cancellazione. In quell'occasione si cominciò a dire che feriva più il suo pennello di una spada.
Inoltre egli dipinse, nel Teatro Sociale di Bergamo, caricature di importanti personalità di quel periodo che, non apprezzando la feroce ironia dell'autore, ne imposero la cancellazione. In quell'occasione si cominciò a dire che feriva più il suo pennello di una spada.

Versione delle 15:29, 12 dic 2016

Il pittore

Paolo Vincenzo Bonomini (Bergamo, 23 gennaio 1757Bergamo, 1839) è stato un pittore italiano.

Il personaggio

Di carattere estroso e schietto, evidenziò fin da piccolo notevoli attitudini alle arti pittoriche, tanto che il padre Paolo Maria, discreto pittore in ambito locale, decise di avviarlo agli studi in quella direzione.

I risultati si fecero ben presto vedere, poiché il giovane riuscì a trasferire le proprie peculiarità caratteriali nei propri dipinti, che si contraddistinguevano per brio, ecletticità e temperamento, in uno stile rococò che ben presto divenne neoclassico.

Un'epigrafe posta in sua memoria all'esterno della casa in cui nacque così lo ricorda:

«pittore estrosissimo che alle classiche eleganze di ariosi affreschi tra i più leggiadri del secolo, aggiunse le immortali fantasie macabre nelle quali con virtuoso umorismo colorì le fugaci illusioni e vanità del tempo»

Targa sulla casa natale di P.V. Bonomini

Lavorò in molti ambiti: partì come decoratore di edifici civili e sacri, ma raggiunse la popolarità per i propri ritratti e soprattutto per le sue rappresentazioni caricaturali.

Dal 1824 al 1827 ebbe alle sue dipendenze il pittore Giuseppe Macinata.

I macabri

L'opera di maggior importanza è indubbiamente il ciclo di Scene di scheletri viventi che, commissionati dalla Parrocchia di Santa Grata Inter Vites di Borgo Canale (a Bergamo alta), in cui il pittore risiedeva, avrebbero dovuto ricordare la celebrazione del triduo dei morti.

Il pittore diede fondo alla propria fantasia e, con una buona dose di spregiudicatezza, rappresentò sei quadri che raffiguravano altrettante scene con protagonisti scheletri. La particolarità stava nel fatto che le figure, riprese nella spontanea quotidianità, richiamavano persone che abitavano nel borgo in cui vennero esposte.

Tant'è che al momento dell'esposizione dei sei pannelli, questi scatenarono forti reazioni d'ilarità, poiché gli abiti, la fisionomia e la struttura degli scheletri (cranio, mandibola e teschio) lasciavano chiaramente intendere chi vi fosse realmente ritratto: tutti abitanti del borgo, dal carpentiere ai due frati in preghiera; dalla coppia campagnola agli sposi borghesi, fino al tamburino della Cisalpina. Anche il Bonomini si raffigurò nei panni di pittore, affiancato da moglie ed aiutante.

Questi dipinti, dopo essere stati esposti annualmente in occasione del Triduo dei Morti nella parrocchia di Borgo Canale, vennero esibiti a Firenze nel 1922 a Palazzo Pitti, riscuotendo un grande successo.

Altre opere

Anche altre sue opere sono degne di nota: nella Sala Tassiana della Biblioteca Angelo Mai sono conservate tre tempere raffiguranti il Mattino, il Tramonto e la Notte, nonché alcuni festoni ed affreschi raffiguranti i fiumi Serio e Brembo.

Notevoli sono anche alcune decorazioni di edifici pubblici e privati nella bergamasca, come gli affreschi paesaggistici nel Salone della Musica di Casa Fogaccia[1], nonché la raccolta di suoi disegni custodita presso le Civiche Raccolte d'Arte del Castello Sforzesco di Milano.

Inoltre egli dipinse, nel Teatro Sociale di Bergamo, caricature di importanti personalità di quel periodo che, non apprezzando la feroce ironia dell'autore, ne imposero la cancellazione. In quell'occasione si cominciò a dire che feriva più il suo pennello di una spada.

Bibliografia

  • I misteri di Bergamo di Emanuele Roncalli
  • Piccola aneddotica bergamasca di Martino Compagnoni e Cesare Bonfanti

Altri progetti

Controllo di autoritàVIAF (EN48101086 · ISNI (EN0000 0000 6631 3238 · BAV 495/98444 · CERL cnp00568819 · ULAN (EN500025019 · LCCN (ENn82027993 · GND (DE122286685
  1. ^ Casa dell'Arciprete, su guide.travelitalia.com, traverl Italia. URL consultato il 12 dicembre 2016.