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'''Palazzo Piazza Paulucci''', o '''Palazzo Paulucci''', è un edificio storico della città di [[Forlì]] che occupa tutto un lato di Piazza Ordelaffi. Il suo nome è legato a due antiche, famose e potenti famiglie nobiliari, che ne furono proprietarie: i Piazza e i Paulucci. Oggi è sede della [[Prefettura italiana|Prefettura]]<ref name="Touring2003">{{cita libro|titolo=La provincia di Forlì-Cesena. Terra del sole, Bertinoro, Longiano, Cesenatico|url=http://books.google.com/books?id=_W7thCvz8YsC&pg=PA36|anno=2003|editore=Touring Club Italiano|isbn=978-88-365-2908-7|p=36}}</ref>.
'''Palazzo Piazza Paulucci''', o '''Palazzo Paulucci''', è un edificio storico della città di [[Forlì]] che occupa tutto un lato di Piazza Ordelaffi. Il suo nome è legato a due antiche, famose e potenti famiglie nobiliari, che ne furono proprietarie: i Piazza e i Paulucci. Oggi è sede della [[Prefettura italiana|Prefettura]]<ref name="Touring2003">{{cita|cid=Touring 2003|p.36}}</ref>.


==Storia==
==Storia==
La costruzione del palazzo iniziò il 1º ottobre 1673 ad opera di monsignor Camillo dei Conti Piazza, Vescovo di [[Dragona (Roma)|Dragonia]], durante il periodo di massimo splendore della famiglia, per essere continuato dal cardinale Giulio, ma rimase incompleto. Portato in dote dalla Contessa Giulia Piazza quando sposò Giacomo Paulucci<ref name="Turismo Forlivese">{{cita web|titolo=Palazzo Piazza Paolucci|url=http://www.turismoforlivese.it/servizi/menu/dinamica.aspx?ID=6505
La costruzione del palazzo iniziò il 1º ottobre 1673 ad opera di monsignor Camillo dei Conti Piazza, Vescovo di [[Dragona (Roma)|Dragonia]], durante il periodo di massimo splendore della famiglia, per essere continuato dal cardinale Giulio, ma rimase incompleto. Portato in dote dalla Contessa Giulia Piazza quando sposò Giacomo Paulucci<ref name="Turismo Forlivese">{{cita web|titolo=Palazzo Piazza Paolucci|url=http://www.turismoforlivese.it/servizi/menu/dinamica.aspx?ID=6505
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Nel [[1932]] iniziarono i lavori per un nuovo cambio destinazione come sede del Tribunale, ma i lavori, su progetto dell'architetto Leonida Emilio Rosetti, furono presto interrotti perché, nel frattempo, analogamente a quanto avveniva in altre importanti città, si decise di riprogettare ex novo la sede del palazzo di Giustizia seguendo le linee guida tracciate dall'architetto urbanista [[Marcello Piacentini]]<ref name="Turismo Forlivese" />. Palazzo Piazza Paulucci fu perciò destinato a sede del [[Prefettura italiana|Palazzo del Governo]] a Forlì<ref name="Ferrari-Bravoitaliano1995">{{cita libro|autore=Anna Ferrari Bravo|titolo=Emilia-Romagna: Bologna, Ferrara, Ravenna, Parma, Modena, Rimini, Riviera adriatica, San Marino|url=http://books.google.com/books?id=z7oUAQAAIAAJ&pg=PA176|anno=1995|editore=Touring club italiano|isbn=978-88-365-0881-5|p=176}}</ref>.
Nel [[1932]] iniziarono i lavori per un nuovo cambio destinazione come sede del Tribunale, ma i lavori, su progetto dell'architetto Leonida Emilio Rosetti, furono presto interrotti perché, nel frattempo, analogamente a quanto avveniva in altre importanti città, si decise di riprogettare ex novo la sede del palazzo di Giustizia seguendo le linee guida tracciate dall'architetto urbanista [[Marcello Piacentini]]<ref name="Turismo Forlivese" />. Palazzo Piazza Paulucci fu perciò destinato a sede del [[Prefettura italiana|Palazzo del Governo]] a Forlì<ref name="Ferrari-Bravo1995">{{cita|cid=Ferrari Bravo 1995|p.176}}</ref>.


==L'architettura==
==L'architettura==
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Alla morte di Bazzani nel [[1939]], il lavori furono diretti dal fido collaboratore [[Italo Mancini]]<ref name="ViroliGori1995">{{cita |Gori, Viroli 1995|p.66}}</ref>.
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Bazzani predispose anche un appartamento per i soggiorni forlivesi del Capo dello Stato e per la cui decorazione incaricò nel 1939 la sua collaudata collaboratrice romana Maria Biseo<ref name="Schiffini2002">{{cita libro|autore=Sandrino Schiffini|titolo=La storia d'Italia nei palazzi del governo|url=http://books.google.com/books?id=SRFPAAAAYAAJ&pg=PA498|anno=2002|città=Milano|editore=Electa|isbn=88-435-7890-1}}</ref>, con affreschi murali ispirati all'apologesi del pane. Fra le opere scultoree vanno ricordati i tre stemmi in pietra, opera dello scultore Giuseppe Casalini, situati sopra la finestra centrale, il secondo dei quali conduce all'[[stemma|insegna]] dei [[Savoia (famiglia)|Savoia]], mentre gli altri due ai [[gonfalone|gonfaloni]] della Provincia e del Comune. altre opere scultoree si deovono a B. Boifava. Si deve invece a Gianna Nardi Spada il pannello decorativo raffigurante la [[provincia di Forlì]], mentre Cesare Camporesi realizzò a stucco i pregevoli soffitti a cassettoni.
Bazzani predispose anche un appartamento per i soggiorni forlivesi del Capo dello Stato e per la cui decorazione incaricò nel 1939 la sua collaudata collaboratrice romana Maria Biseo<ref name="Schiffini2002">{{cita|Schiffini 2002|p.498}}</ref>, con affreschi murali ispirati all'apologesi del pane. Fra le opere scultoree vanno ricordati i tre stemmi in pietra, opera dello scultore Giuseppe Casalini, situati sopra la finestra centrale, il secondo dei quali conduce all'[[stemma|insegna]] dei [[Savoia (famiglia)|Savoia]], mentre gli altri due ai [[gonfalone|gonfaloni]] della Provincia e del Comune. altre opere scultoree si deovono a B. Boifava. Si deve invece a Gianna Nardi Spada il pannello decorativo raffigurante la [[provincia di Forlì]], mentre Cesare Camporesi realizzò a stucco i pregevoli soffitti a cassettoni.


Le decorazioni poste sulle pareti del salone d'onore, non più visibili, furono realizzate da [[Francesco Olivucci]] fra il [[1937]] ed il [[1941]]. Non sappiamo come sia avvenuta l'[[Scialbatura|eliminazione]] di quest'opera, che doveva risultare enorme (oltre 150 metri quadri) e che richiesero all'autore un grande impegno tecnico e creativo.
Le decorazioni poste sulle pareti del salone d'onore, non più visibili, furono realizzate da [[Francesco Olivucci]] fra il [[1937]] ed il [[1941]]. Non sappiamo come sia avvenuta l'[[Scialbatura|eliminazione]] di quest'opera, che doveva risultare enorme (oltre 150 metri quadri) e che richiesero all'autore un grande impegno tecnico e creativo.
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==Bibliografia==
==Bibliografia==
* {{cita libro|titolo=La provincia di Forlì-Cesena. Terra del sole, Bertinoro, Longiano, Cesenatico|url=http://books.google.com/books?id=_W7thCvz8YsC&pg=PA36|anno=2003|editore=Touring Club Italiano|isbn=978-88-365-2908-7|p=36|cid=Touring 2003}}
*{{cita libro|autore=Giuseppe Mazzatinti|titolo=Gli archivi della storia d'Italia|url=http://books.google.com/books?id=HyMHRw76BiUC&pg=PA41|anno=1988|editore=Georg Olms Verlag|isbn=978-3-487-41578-9|p=41|cid=Mazzatinti 1988}}
* {{cita libro|autore=Anna Ferrari Bravo|titolo=Emilia-Romagna: Bologna, Ferrara, Ravenna, Parma, Modena, Rimini, Riviera adriatica, San Marino|url=http://books.google.com/books?id=z7oUAQAAIAAJ&pg=PA176|anno=1995|editore=Touring club italiano|isbn=978-88-365-0881-5|p=176|cid=Ferrari Bravo 1995}}
* {{cita libro|autore=Giordano Viroli|autore2=Mariacristina Gori|titolo=Palazzi di Forlì|url=http://books.google.com/books?id=c2nqAAAAMAAJ&pg=PA66|anno=1995|editore=Nuova Alfa Ed.|id=SBN IT\ICCU\BVE\0084469|p=66|cid= Gori, Viroli 1995}}
* {{cita libro|autore=Giordano Viroli|autore2=Mariacristina Gori|titolo=Palazzi di Forlì|url=http://books.google.com/books?id=c2nqAAAAMAAJ&pg=PA66|anno=1995|editore=Nuova Alfa Ed.|id=SBN IT\ICCU\BVE\0084469|p=66|cid= Gori, Viroli 1995}}
* {{cita libro|autore=Sandrino Schiffini|titolo=La storia d'Italia nei palazzi del governo|url=http://books.google.com/books?id=SRFPAAAAYAAJ&pg=PA498|anno=2002|città=Milano|editore=Electa|isbn=88-435-7890-1|cid=Schiffini 2002}}
* {{cita libro|autore=Mariacristina Gori|titolo=Passeggiate forlivesi : itinerari storici e artistici alla scoperta della città / Mariacristina Gori|anno=2002|editore=Soroptimist international d'Italia, Club di Forli|id=SBN IT\ICCU\RAV\0908869}}
* {{cita libro|autore=Mariacristina Gori|titolo=Passeggiate forlivesi : itinerari storici e artistici alla scoperta della città / Mariacristina Gori|anno=2002|editore=Soroptimist international d'Italia, Club di Forli|id=SBN IT\ICCU\RAV\0908869}}
* Chiese e palazzi di Forlì, 1999
* Chiese e palazzi di Forlì, 1999

Versione delle 19:02, 7 mar 2015

Palazzo Piazza Paulucci
La facciata, illuminata con i colori della bandiera italiana.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàForlì
IndirizzoPiazza Ordelaffi, 2
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1673
UsoSede della Prefettura di Forlì-Cesena

Palazzo Piazza Paulucci, o Palazzo Paulucci, è un edificio storico della città di Forlì che occupa tutto un lato di Piazza Ordelaffi. Il suo nome è legato a due antiche, famose e potenti famiglie nobiliari, che ne furono proprietarie: i Piazza e i Paulucci. Oggi è sede della Prefettura[1].

Storia

La costruzione del palazzo iniziò il 1º ottobre 1673 ad opera di monsignor Camillo dei Conti Piazza, Vescovo di Dragonia, durante il periodo di massimo splendore della famiglia, per essere continuato dal cardinale Giulio, ma rimase incompleto. Portato in dote dalla Contessa Giulia Piazza quando sposò Giacomo Paulucci[2], nel 1880 fu infine acquistato dal Comune di Forlì, che intendeva completarlo e trasferirvi inizialmente il Museo Archeologico[3].

Una volta completato fu destinato all'archivio storico comunale[4] e a pubblica scuola, mentre nel 1908 gli ampi seminterrati ospitarono la prima sede della cantina sociale forlivese, i cui principali promotori furono Pio Manuzzi, Dante Gibertini ed Ercole Gaddi, presidente del comizio agrario.

Nel 1932 iniziarono i lavori per un nuovo cambio destinazione come sede del Tribunale, ma i lavori, su progetto dell'architetto Leonida Emilio Rosetti, furono presto interrotti perché, nel frattempo, analogamente a quanto avveniva in altre importanti città, si decise di riprogettare ex novo la sede del palazzo di Giustizia seguendo le linee guida tracciate dall'architetto urbanista Marcello Piacentini[2]. Palazzo Piazza Paulucci fu perciò destinato a sede del Palazzo del Governo a Forlì[5].

L'architettura

Il progetto venne inizialmente definito dall'architetto Cesare Bazzani, accademico d'Italia, protetto dall'influente amicizia di Costanzo Ciano, padre di Galeazzo (marito di Edda Mussolini), fu molto attivo a Forlì in quegli anni. Nel 1936 iniziò il ripristino, ove possibile, le vesti decorative originarie, secondo una vera e propria progettazione in stile. In realtà, mentre i prospetti esterni vennero completati secondo un arbitrio discreto, gli interni furono manomessi in maniera disastrosa, come si può notare nella sala degli stucchi dell'appartamento cardinalizio. I principali interventi si concentrarono tra il 1938 ed il 1940[1]. Alla morte di Bazzani nel 1939, il lavori furono diretti dal fido collaboratore Italo Mancini[6].

Bazzani predispose anche un appartamento per i soggiorni forlivesi del Capo dello Stato e per la cui decorazione incaricò nel 1939 la sua collaudata collaboratrice romana Maria Biseo[7], con affreschi murali ispirati all'apologesi del pane. Fra le opere scultoree vanno ricordati i tre stemmi in pietra, opera dello scultore Giuseppe Casalini, situati sopra la finestra centrale, il secondo dei quali conduce all'insegna dei Savoia, mentre gli altri due ai gonfaloni della Provincia e del Comune. altre opere scultoree si deovono a B. Boifava. Si deve invece a Gianna Nardi Spada il pannello decorativo raffigurante la provincia di Forlì, mentre Cesare Camporesi realizzò a stucco i pregevoli soffitti a cassettoni.

Le decorazioni poste sulle pareti del salone d'onore, non più visibili, furono realizzate da Francesco Olivucci fra il 1937 ed il 1941. Non sappiamo come sia avvenuta l'eliminazione di quest'opera, che doveva risultare enorme (oltre 150 metri quadri) e che richiesero all'autore un grande impegno tecnico e creativo. Dietro approvazione di varie commissioni e lievemente corretto dallo stesso Mussolini, l'Olivucci affrontava il tema dei "trionfi" del fascismo, in particolare, la marcia su Roma, il varo della Carta del Lavoro, la conquista dell'impero e il re imperatore, le forze armate.

Bazzani riprogettò, reinventandolo, anche il giardino retrostante secondo lo schema dei giardini delle ville romane del Cinquecento, dove la scenografica esedra di fondo si disegna sull'asse dell'ingresso del palazzo[2]. In fondo al giardino, la scultura in marmo di Carrara raffigurante Giunone, è opera dello scultore romano Publio Morbiducci.

Note

  1. ^ a b p.36
  2. ^ a b c Palazzo Piazza Paolucci, su turismoforlivese.it, Turismo Forlivese, 2003, ISBN 978-88-365-2908-7. URL consultato il 7 marzo 2015.
  3. ^ Palazzo Piazza Paulucci, su guide.travelitalia.com, Travelitalia, 2003, ISBN 978-88-365-2908-7. URL consultato il 7 marzo 2015.
  4. ^ Template:Cita Mazzatinti 1988
  5. ^ p.176
  6. ^ Gori, Viroli 1995, p.66
  7. ^ Schiffini 2002, p.498

Bibliografia