Generale Carlo Montanari (cacciatorpediniere): differenze tra le versioni

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Versione delle 17:20, 7 mar 2011

Generale Carlo Montanari
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Il Generale Carlo Montanari è stato un cacciatorpediniere (e successivamente una torpediniera) della Regia Marina.

Storia

Nella sera del 30 agosto 1923, durante la crisi di Corfù, il Montanari fece parte – insieme ai cacciatorpediniere Cascino, La Farina, Medici e Carini, alle corazzate Cesare e Cavour, agli incrociatori corazzati San Giorgio e San Marco, alle torpediniere 50 OS e 53 AS, ai MAS 401, 404, 406 e 408 ed ai sommergibili Provana e Barbarigo – della squadra che bombardò ed occupò l’isola in questione[1].

Negli anni Venti e Trenta la nave prese parte a varie crociere ed ebbe notevole impiego[2].

Nel 1929 l’unità, come tutte le navi gemelle, fu declassata a torpediniera[2][3]. Nel 1936, in seguito a lavori di modifica, fu dotata di strumentazioni per effettuare il dragaggio di mine in corsa[3]. I 2 cannoni da 76/40 mm furono poi rimpiazzati con altrettante mitragliere da 20/65 mm[2].

All’ingresso dell’Italia nel secondo conflitto mondiale, il 10 giugno 1940, la Montanari faceva parte della II Squadriglia Torpediniere (che formava unitamente alle gemelle Cascino, Chinotto e Papa), con base a La Maddalena.

Durante la guerra fu impiegata in missioni di scorta dapprima verso la Libia e successivamente in altre aree del Mediterraneo, venendo nuovamente spostata sulle rotte libiche a metà del 1942[2].

Il 21 febbraio 1941 lasciò Trapani per scortare in Libia i piroscafi Sabbia e Silvia Tripcovich, ma il giorno stesso il convoglio fu attaccato, nel punto 35°47’ N e 11°16’ E, dal sommergibile HMS Ursula, che silurò il Sabbia: la Montanari dapprima diede la caccia all’Ursula, danneggiandolo, poi scortò il danneggiato Sabbia a Tripoli, dove giunse tre giorni dopo[4]. Il Silvia Tripcovich, che aveva proseguito senza scorta, scomparve per cause sconosciute (si attribuì la sua perdita all’urto con una mina)[5].

Il 10 aprile salpò da Palermo per scortare a Tripoli, insieme alle torpediniere Missori e Perseo, i piroscafi Bosforo ed Ogaden e le navi cisterna Persiano e Superga; il convoglio subì due attacchi di sommergibili: il primo, infruttuoso, il girono 11, da parte dell’HMS Upholder, al largo di Capo Bon; il secondo, l’indomani, da parte dell’HMS Tetrarch, si concluse con l’affondamento della Persiano in posizione 33°29’ N e 14°01’ E[6]. Da Malta salpò inoltre per intercettare il convoglio una formazione composta dai cacciatorpediniere Jervis, Janus, Nubian e Mohawk, ma le due formazioni non si incontrarono[6].

Il 12 aprile la Montanari, partita da Tripoli, si aggregò, insieme alla torpediniera Circe, alla scorta di un convoglio (trasporti Ankara, Marburg, Galilea, Reichenfels, Kibfels, scortati dai cacciatorpediniere Dardo, Vivaldi, Da Noli e Malocello)[6]. Anche questo convoglio sfuggì all’intercettazione da parte dei cacciatorpediniere inglesi[6].

Il 13 luglio dello stesso anno diede inutilmente la caccia al sommergibile britannico Taku, che aveva affondato – a 10 miglia per 312° da Bengasi – la motonave Caldea, che la torpediniera stava scortando da Bengasi a Brindisi[7].

Dal 19 al 22 luglio scortò da Tripoli e Palermo, unitamente alla torpediniera Centauro, la nave cisterna Panuco[8].

Il 14 settembre 1942 la nave fu coinvolta nei combattimenti per la difesa di Tobruk durante l’attacco inglese denominato Operazione Daffodil.

L’8 febbraio 1943, durante un bombardamento aereo su Napoli, la Montanari fu colpita e danneggiata da una bomba[2].

Le riparazioni si svolsero a La Spezia[2].

All’annuncio dell’armistizio la Montanari era ancora nella piazzaforte ligure e lì si autoaffondò il 9 settembre 1943[2].

Recuperata dai tedeschi, risultò inutilizzabile[2] e dunque non fu riparata. Fu quindi nuovamente affondata nel porto di La Spezia il 4 ottobre 1944, benché le fonti discordino sulla causa: alcune ne indicano la distruzione ad opera dei tedeschi stessi[2], altre l’affondamento da parte di aerei angloamericani[9].

Note

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