Legionario (cacciatorpediniere): differenze tra le versioni

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[[Categoria:cacciatorpediniere della Regia Marina]]
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== Storia ==

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Partecipò poi a numerose missioni di scorta sulle rotte per la Tunisia.

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Nel corso del 1943 il Legionario fu sottoposto a lavori che videro la sostituzione del complesso lanciasiluri poppiero con 2 mitragliere da 37/54 mm<ref>http://www.regiamarinaitaliana.it/Ct%20classe%20Soldati.html</ref>.

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Il 15 agosto 1948 il Legionario venne ceduto alla Marine Nationale che, dopo avergli temporaneamente assegnato la denominazione di L 6, lo rinominò infine Duchaffault<ref name="trentoincina"/>.

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== Note ==
<references/>

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{{Portale|Marina}}

[[Categoria:Cacciatorpediniere della Regia Marina]]

Versione delle 15:49, 29 gen 2011

Legionario
voci di navi presenti su Wikipedia

Il Legionario è stato un cacciatorpediniere della Regia Marina.

Storia

Il suo apparato Fu. Mo 21/39 De. Te., di produzione tedesca, fu il primo radar imbarcato da una nave italiana[1][2].

L’unità partecipò alla battaglia di Mezzo Giugno (12-16 giugno 1942), durante la quale il radar imbarcato ebbe la prima occasione di utilizzo[1]: alle 22.30 del 15 giugno rilevò una formazione di aerei in avvicinamento, sei minuti prima del loro arrivo sulla formazione italiana (nel successivo attacco venne aerosilurata la corazzata Littorio)[3].

Partecipò poi a numerose missioni di scorta sulle rotte per la Tunisia.

Il 18 novembre 1942 scortò a Biserta, insieme al gemello Bombardiere ed alla moderna torpediniera Groppo, i trasporti truppe Puccini e Viminale: il convoglio giunse indenne a destinazione nonostante attacchi da parte di sommergibili inglesi al largo di Capo San Vito[4].

Tornando in Italia l’unità (al comando del capitano di fregata Antonio Tagliamonte, caposcorta) scortò da Biserta a Napoli le grandi e moderne motonavi Monginevro e Sestriere insieme ai gemelli Bombardiere e Velite, ma alle 15.04 del 21 novembre, circa 18 miglia a sudovest di Ischia, il Velite fu centrato ed immobilizzato da un siluro: il comandante Tagliamonte ordinò al Bombardiere di prendere a rimorchio la nave danneggiata, che fu trainata a Napoli[4].

Il 22 dicembre effettuò una missione di trasporto truppe da Trapani a Biserta[1].

Il 17 gennaio 1943 salpò da Biserta per scortare a Palermo, insieme al Bombardiere, la motonave Mario Roselli[5]. Alle 17.30, poco dopo il tramonto, quando ormai la Sicilia era in vista, il sommergibile britannico United silurò il Bombardiere, che affondò rapidamente spezzato in due[5][6]. Il Legionario, senza fermarsi, si limitò a gettare ai superstiti del cacciatorpediniere gli zatterini di salvataggio che aveva a bordo, scortando poi la Roselli indenne a Palermo[5]. Del Bombardiere perirono 175 uomini su un equipaggio di 224[5].

Nel corso del 1943 il Legionario fu sottoposto a lavori che videro la sostituzione del complesso lanciasiluri poppiero con 2 mitragliere da 37/54 mm[7].

Alla proclamazione dell’armistizio, la nave salpò da La Spezia con il resto della squadra navale (corazzate Italia, Vittorio Veneto e Roma, incrociatori leggeri Giuseppe Garibaldi, Attilio Regolo, Duca degli Abruzzi, Eugenio di Savoia, Duca d’Aosta, Montecuccoli, cacciatorpediniere Artigliere, Fuciliere, Mitragliere, Carabiniere, Velite, Grecale, Oriani) per consegnarsi agli Alleati a MaltaErrore nelle note: </ref> di chiusura mancante per il marcatore <ref>. L’apparato evaporatore dell’unità, tuttavia, si guastò, obbligando il Legionario a separarsi dalla formazione alle 13.24 del 10 settembre e dirigere per Biserta; durante il percorso la nave trasse in salvo alcuni aviatori Alleati, che vennero sbarcati nel porto africano, ove il Legionario giunse alle 15.15[8]. Alle otto del mattino dell’11 settembre il cacciatorpediniere lasciò Biserta e proseguì per Malta alle ove giunse l’11 settembre, alle 19.30, ormeggiandosi a Marsa Scirocco[8].

Il 12 settembre si rifornì di carburante alla Valletta ed il 14 lasciò l’isola, insieme al Legionario, portandosi dapprima a Biserta e quindi ad Algeri; lì le due unità imbarcarono alcuni reparti statunitensi e le loro attrezzature, trasportandole poi ad Ajaccio (Corsica) in supporto alla resistenza opposta dalle forze italiane e francesi alle truppe tedesche nell’isola, e, compiuta la missione (lo sbarco avvenne il 19 settembre[1]), fecero ritorno a Malta alle ore otto del 29 settembre, ormeggiandosi a Marsa Scirocco (Legionario) e Marsa Scala (Oriani)[8].

Il Legionario durante la cobelligeranza. Notare l’apposita colorazione.

Il 4 ottobre il Legionario salpò da Malta insieme a numerose altre unità (l’Oriani, gli incrociatori Garibaldi, Abruzzi e Pompeo Magno, le torpediniere Libra e Calliope, le corvette Ape, Cormorano, Danaide, Gabbiano, Minerva e Pellicano, le motosiluranti MS 35, MS 54, MS 55, MS 56, MS 61 ed MS 64, i cacciasommergibili VAS 201, VAS 204, VAS 224, VAS 233, VAS 237, VAS 240, VAS 241, VAS 246 e VAS 248) e rientrò in Italia[9].

A guerra finita il trattato di pace ne previde l’assegnazione alla Francia come riparazione dei danni di guerra[1].

Il 15 agosto 1948 il Legionario venne ceduto alla Marine Nationale che, dopo avergli temporaneamente assegnato la denominazione di L 6, lo rinominò infine Duchaffault[1].

Radiato nel 1956, fu avviato alla demolizione[1].

Note

  1. ^ a b c d e f g http://www.trentoincina.it/dbunita2.php?short_name=Legionario
  2. ^ http://www.regiamarinaitaliana.it/Ct%20classe%20Soldati.html
  3. ^ Gianni Rocca, Fucilate gli ammiragli. La tragedia della Marina italiana nella seconda guerra mondiale, p. 257
  4. ^ a b Giorgio Giorgerini, La guerra italiana sul mare. La Marina tra vittoria e sconfitta 1940-1943, pp. 542-543
  5. ^ a b c d Gianni Rocca, Fucilate gli ammiragli. La tragedia della Marina italiana nella seconda guerra mondiale, p. 273
  6. ^ http://www.danieleranocchia.it/naval_history/mediterraneo.htm
  7. ^ http://www.regiamarinaitaliana.it/Ct%20classe%20Soldati.html
  8. ^ a b c J. Caruana su Storia Militare n. 204 – settembre 2010, pp. da 48 a 52
  9. ^ J. Caruana su Storia Militare n. 204 – settembre 2010, p. 63


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