Maggioranza silenziosa: differenze tra le versioni

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==La storia==
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Il movimento venne fondato formalmente il primo febbraio, nella sede del [[Movimento Monarchico]] in corso Genova
Il movimento venne fondato formalmente il primo febbraio, nella sede del [[Movimento Monarchico]] in corso Genova a seguito di una riunione a cui parteciparono i responsabili giovanili di alcuni partiti: Gabriele Pagliuzzi (liberali), Gianpaolo Landi Di Chiavenna (monarchici), Alfredo Mosini (socialdemocratici).

I suoi fondatori iniziarono raccogliendo le accuse contro il [[Corriere della Sera]] diretto da [[Piero Ottone]] di essersi spostato a sinistra e di appoggiarne la contestazione che egemonizzava il dibattito politico nei primi [[anni '70]], invitando a fare lo sciopero d'acquisto del giornale, e sopratutto cercando di far scendere in in piazza coloro che non erano usi ad manifestare con azioni rumorose ad alta visibilità pubblica.
I suoi fondatori iniziarono raccogliendo le accuse contro il [[Corriere della Sera]] diretto da [[Piero Ottone]] di essersi spostato a sinistra e di appoggiarne la contestazione che egemonizzava il dibattito politico nei primi [[anni '70]], invitando a fare lo sciopero d'acquisto del giornale, e sopratutto cercando di far scendere in in piazza coloro che non erano usi ad manifestare con azioni rumorose ad alta visibilità pubblica.


Il movimento alla sua formazione raggruppo' attorno a sé alcuni elementi della destra milanese, assieme ad altri che condividevano essenzialmente una linea politica [[anticomunismo|anticomunista]] o conseravtrice provenienti sia dalle organizzazioni giovanili [[PLI|liberali]], monarchiche, democristiane, [[PRI|repubblicane]], [[PSDI|socialdemocratiche]] e [[MSI|missine]] che altre personalità come [[Nino Nutrizio]] direttore del quotidiano [[La Notte]], [[Maurizio Blondet]].
Il movimento alla sua formazione raggruppo' attorno a sé alcuni elementi della destra milanese, assieme ad altri che condividevano essenzialmente una linea politica [[anticomunismo|anticomunista]] o conservatrice provenienti sia dalle organizzazioni giovanili [[PLI|liberali]], monarchiche, democristiane, [[PRI|repubblicane]], [[PSDI|socialdemocratiche]] e [[MSI|missine]] che altre personalità come [[Nino Nutrizio]] direttore del quotidiano [[La Notte]], [[Maurizio Blondet]], [[Antonio del Pennino]], [[Paolo Pillitteri]] <ref>[http://utenti.lycos.it/ragioneliberale/45_pellegrino.htm La "Maggioranza Silenziosa" intervista a Luciano Buonocore]</ref>


La prima manifestazione, da Porta Venezia a Piazza Duomo, venne organizzata il [[13 marzo]] 1971 e si svolse, come le successive con una forte presenza di reparti di forze dell'ordine a causa della contro contestazione che veniva attuata da parte dei militanti della [[sinistra extraparlamentare]].
La prima manifestazione, da Porta Venezia a Piazza Duomo, venne organizzata il [[13 marzo]] 1971 e si svolse, come le successive con una forte presenza di reparti di forze dell'ordine a causa della contro contestazione che veniva attuata da parte dei militanti della [[sinistra extraparlamentare]], con gli aderenti che sventolavano bandiere tricolori, senza esibire simboli di partito.


Inizialmente il movimento tento' di avere una vita autonoma, come movimento rispetto al MSI, quando tuttavia per difendersi dalle accuse di neofascismo, mossegli contro dalla forze di sinistra, la maggioranza silenziosa cerca di minimizzare e ridurre l'apporto missino nelle sue componenti, di smussare gli aspetti piu' estremisti la sua capacita' di mobilitazione, senza la collaborazione del MSI si rivela scarsa. D'altro canto scatta il tentativo missino di impadronirsi del movimento, ed usarlo per sfuggire dalla logica dell'[[arco costituzionale]] e conquistarsi spazi di azione politica, insediandolo in altre città, come Torino e Roma anch'esse scosse dalla lotta politica, organizzando quindi sotto questa denominazione manifestazioni che per il loro carattere estremista neofascista <ref>Per esempio a Roma i manifestanti urleranno slogan come: "Basta bordelli vogliamo i colonnelli" ossia invocando un colpo di stato militare come quello che era avvenuto poco tempo prima in grecia(Cfr. A. Giovanoli et alii) </ref> gli aliena le simpatie della classe media borghese togliendo la ragione di esistere.
Inizialmente il movimento tento' di avere una vita autonoma, come movimento rispetto al MSI, quando tuttavia per difendersi dalle accuse di neofascismo, mossegli contro dalla forze di sinistra, la maggioranza silenziosa cerca di minimizzare e ridurre l'apporto missino nelle sue componenti, di smussare gli aspetti piu' estremisti la sua capacita' di mobilitazione, senza la collaborazione del MSI si rivela scarsa. D'altro canto scatta il tentativo missino di impadronirsi del movimento, ed usarlo per sfuggire dalla logica dell'[[arco costituzionale]] e conquistarsi spazi di azione politica, insediandolo in altre città, come Torino e Roma anch'esse scosse dalla lotta politica, organizzando quindi sotto questa denominazione manifestazioni che per il loro carattere estremista neofascista <ref>Per esempio a Roma i manifestanti urleranno slogan come: "Basta bordelli vogliamo i colonnelli" ossia invocando un colpo di stato militare come quello che era avvenuto poco tempo prima in grecia(Cfr. A. Giovanoli et alii) </ref> gli aliena le simpatie della classe media borghese togliendo la ragione di esistere.
La fine del movimento venne definitivamente segnata dagli avvenimenti del [[Giovedì nero di Milano]], nel 1973, in cui l'agente Marino Marino venne ucciso da una bomba a mano gettata da un neofascista, che definitivamente chiusero ogni possibile collaborazione a Milano fra le forze moderate e la destra estremista.


Questo movimento ebbe quindi breve vita, tuttavia fece entrare nel linguaggio politico italiano il termine e il concetto di maggioranza silenziosa, che ancor oggi talvolta viene usato.
Questo movimento ebbe quindi breve vita, tuttavia fece entrare nel linguaggio politico italiano il termine e il concetto di maggioranza silenziosa, che ancor oggi talvolta viene usato.
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==Bibliografia==
==Bibliografia==
* Maurizio Blondet, Luciano Buonocore, ''La maggioranza silenziosa'', Ares ed., Milano, 1987
* Maurizio Blondet, Luciano Buonocore, ''La maggioranza silenziosa'', Ares ed., Milano, 1987
* Agostino Giovagnoli, Silvio Pons, Fiamma Lussana, Giacomo Marramao, Gabriele De Rosa, Francesco Malgeri, Giancarlo Monina, Leonardo Paggi ''L'Italia repubblicana nella crisi degli anni Settanta: atti del ciclo di convegni, Roma, novembre e dicembre 2001'', Rubbettino Editore srl, 2003, ISBN 8849807538
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Versione delle 20:12, 8 apr 2009

La Maggioranza silenziosa fu un movimento d’opinione fondato nel febbraio 1971 a Milano da parte di esponenti della destra milanese, tra cui i democristiani Adamo Degli Occhi, Massimo De Carolis (a quel tempo vice segretario della Dc), Luciano Buonocore (a quel tempo Segretario Regionale per la Lombardia del Fronte della Gioventù)[1] ,con lo scopo conclamato di mobilitare le classi medie della borghesia lombarda, intimorite dalla "piazza rossa" durante il Sessantotto, l'Autunno caldo e le lotte politiche che proseguivano nel tempo, questo movimento organizzerà una decina di manifestazioni di piazza.

La scelta della denominazione rendeva evidente il desiderio di manifestare la presenza di una presunta maggioranza nascosta, o quantomeno non reattiva, in contrapposizione ad una presunte "minoranza rumorosa", che veniva identificata in quella che partecipava ai cortei e alle manifestazioni di protesta organizzate dai movimenti di studenti e lavoratori.

La storia

Il movimento venne fondato formalmente il primo febbraio, nella sede del Movimento Monarchico in corso Genova a seguito di una riunione a cui parteciparono i responsabili giovanili di alcuni partiti: Gabriele Pagliuzzi (liberali), Gianpaolo Landi Di Chiavenna (monarchici), Alfredo Mosini (socialdemocratici).

I suoi fondatori iniziarono raccogliendo le accuse contro il Corriere della Sera diretto da Piero Ottone di essersi spostato a sinistra e di appoggiarne la contestazione che egemonizzava il dibattito politico nei primi anni '70, invitando a fare lo sciopero d'acquisto del giornale, e sopratutto cercando di far scendere in in piazza coloro che non erano usi ad manifestare con azioni rumorose ad alta visibilità pubblica.

Il movimento alla sua formazione raggruppo' attorno a sé alcuni elementi della destra milanese, assieme ad altri che condividevano essenzialmente una linea politica anticomunista o conservatrice provenienti sia dalle organizzazioni giovanili liberali, monarchiche, democristiane, repubblicane, socialdemocratiche e missine che altre personalità come Nino Nutrizio direttore del quotidiano La Notte, Maurizio Blondet, Antonio del Pennino, Paolo Pillitteri [2]

La prima manifestazione, da Porta Venezia a Piazza Duomo, venne organizzata il 13 marzo 1971 e si svolse, come le successive con una forte presenza di reparti di forze dell'ordine a causa della contro contestazione che veniva attuata da parte dei militanti della sinistra extraparlamentare, con gli aderenti che sventolavano bandiere tricolori, senza esibire simboli di partito.

Inizialmente il movimento tento' di avere una vita autonoma, come movimento rispetto al MSI, quando tuttavia per difendersi dalle accuse di neofascismo, mossegli contro dalla forze di sinistra, la maggioranza silenziosa cerca di minimizzare e ridurre l'apporto missino nelle sue componenti, di smussare gli aspetti piu' estremisti la sua capacita' di mobilitazione, senza la collaborazione del MSI si rivela scarsa. D'altro canto scatta il tentativo missino di impadronirsi del movimento, ed usarlo per sfuggire dalla logica dell'arco costituzionale e conquistarsi spazi di azione politica, insediandolo in altre città, come Torino e Roma anch'esse scosse dalla lotta politica, organizzando quindi sotto questa denominazione manifestazioni che per il loro carattere estremista neofascista [3] gli aliena le simpatie della classe media borghese togliendo la ragione di esistere. La fine del movimento venne definitivamente segnata dagli avvenimenti del Giovedì nero di Milano, nel 1973, in cui l'agente Marino Marino venne ucciso da una bomba a mano gettata da un neofascista, che definitivamente chiusero ogni possibile collaborazione a Milano fra le forze moderate e la destra estremista.

Questo movimento ebbe quindi breve vita, tuttavia fece entrare nel linguaggio politico italiano il termine e il concetto di maggioranza silenziosa, che ancor oggi talvolta viene usato.

Il suo fondatore De Carolis venne poi sequestrato dalle Brigate Rosse nel suo studio legale milanese, sottoposto a processo popolare e quindi gambizzato il 15 maggio 1975.

Note

  1. ^ Luciano Buonocore
  2. ^ La "Maggioranza Silenziosa" intervista a Luciano Buonocore
  3. ^ Per esempio a Roma i manifestanti urleranno slogan come: "Basta bordelli vogliamo i colonnelli" ossia invocando un colpo di stato militare come quello che era avvenuto poco tempo prima in grecia(Cfr. A. Giovanoli et alii)

Bibliografia

  • Maurizio Blondet, Luciano Buonocore, La maggioranza silenziosa, Ares ed., Milano, 1987
  • Agostino Giovagnoli, Silvio Pons, Fiamma Lussana, Giacomo Marramao, Gabriele De Rosa, Francesco Malgeri, Giancarlo Monina, Leonardo Paggi L'Italia repubblicana nella crisi degli anni Settanta: atti del ciclo di convegni, Roma, novembre e dicembre 2001, Rubbettino Editore srl, 2003, ISBN 8849807538