Sudare

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando il verbo, vedi Sudore.
Sudare a pannelli mobili in un'abitazione moderna.

Sudare (簾 o すだ れ)[1] è il nome attribuito a svariati modelli di schermi o pannelli divisori tipici dell'architettura giapponese.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Fanciulla, nascosta dietro un sudare, osserva ciò che accade in un cortile, dipinto tratto dal 34º capitolo del Genji Monogatari, XVIII secolo, pittura giapponese su carta, autore anonimo, Museo delle Arti di Honolulu.

I sudare sono i tradizionali divisori realizzati con bacchette orizzontali di bambù o altri legni flessibili, vengono intrecciati tra loro con spaghi e/o fili colorati. Essi possono essere arrotolati e/o piegati, se smontabili vengono montati in primavera e rimossi in autunno. Servono principalmente a proteggere gli edifici dalla luce solare, dalla pioggia e dagli insetti, anche se alcuni hanno funzioni diverse e sono particolarmente decorativi.

Tipologie[modifica | modifica wikitesto]

Vista esterna di un cortile adiacente ad ambiente diviso da sudare, dipinto tratto dal 34º capitolo del Genji Monogatari, XVIII secolo, pittura giapponese su carta.
La scrittrice Sei Shōnagon (965/967 – dopo il 1010), seduta dietro ad un sudare misu, periodo Heian.
  • I misu (御 簾 o み す) sono dei sudare di listelli orizzontali di legno con orlo di stoffa verde ed altro materiale decorativo per creare tende quasi solide. Se molto elaborati presentano ricami in seta e filo in oro[1].
  • Gli yoshizu (葭障子) sono paraventi tipo sudare, realizzati con canne verticali e servono come divisori tra i diversi ambienti.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La descrizione minuziosa del sudare è stata fatta per la prima volta nell'opera Genji monogatari[2] del periodo Heian[3], nella quale se ne definiscono sia l'aspetto che le funzioni. Questi divisori venivano utilizzati come accessori fondamentali nel cerimoniale colloquiale tra i cortigiani di sesso opposto non imparentati tra loro. Durante il periodo Heian, infatti, alle donne di corte era severamente vietato parlare con uomini al di fuori della stretta cerchia familiare. Così l'intrattenere conversazioni separati dai sudare divenne pratica molto diffusa. La nobildonna sedeva nascosta dallo schermo e poteva vedere il proprio interlocutore, mentre l'uomo poteva ascoltarla ed intravedeva le maniche del suo jūnihitoe. Solo con il consenso della donna, poi, avrebbero potuto avvicinarsi. Il rituale era rigidamente dettato dalle usanze[4], per cui qualunque comportamento inopportuno avrebbe danneggiato la reputazione della donna.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) sudaretenjou 簾天井, in Jaanus Home.jp. URL consultato il 13/03/2021.
  2. ^ (EN) World History Encyclopedia, Tale of Genji, in ancient.eu. URL consultato il 13/03/2021.
  3. ^ (EN) Enciclopedia Britannica, Heian period Japanese history, in www.britannica.com. URL consultato il 13/03/2021.
  4. ^ (EN) The Imperial Household Agency, No.4 Manners and Customs in the Imperial Court -As Shown in the Old Records- (1994/7/5 - 1994/8/28), in www.kunaicho.go.jp. URL consultato il 13/03/2021.
  5. ^ Era proibito guardarlo direttamente essendo egli "sovrano celeste", si sedeva nascosto dietro uno schermo mostrando solo le sue scarpe. Pratica caduta in disuso.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Morse Edward S., "Japanese Homes and their Surroundings", Outlook Edition, 2020.
  • (EN) Autore: 紫式部 Murasaki Shikibu, traduttore: Edward G. Seidensticker," 源氏物語: The Tale of Genji", C. E. Tuttle, 2007, 1136 pages, ISBN 4805309210, 9784805309216.
  • (EN) Kiritani Elizabeth, "Vanishing Japan: Traditions, Crafts & Culture", C. E.Tuttle Publishing Co., 1995.
  • (EN) Takenobu Yoshitarō, "The Japan Year Book", Japan Year Book Office University of Illinois at Urbana-Champaign, 590 pagine, 1943.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàNDL (ENJA00576224