Battaglia di Mons Seleucus

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Coordinate: 44°27′35.3″N 5°44′10.5″E / 44.459806°N 5.73625°E44.459806; 5.73625
Battaglia di Mons Seleucus
parte delle Guerra civile romana (350-353)
Data353
LuogoLa Bâtie-Montsaléon, odierna Francia
Esitodecisiva vittoria di Costanzo II
Schieramenti
Comandanti
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La battaglia del Monte Seleuco fu combattuta in Francia nel 353 tra le forze dell'imperatore romano Costanzo II e quelle dell'usurpatore Magnenzio, che sconfitto si suicidò. Il luogo della battaglia è identificato con La Bâtie-Montsaléon.

Antefatto[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la sua sconfitta nella battaglia di Mursa Maggiore, Magnenzio fuggì ad Aquileia, dove convocò tutti coloro che gli erano fedeli. Decenzio, fratello di Magnenzio e appena nominato Cesare,[1] era impegnato con un'incursione degli Alemanni, e non fu in grado di prestare il suo esercito per sostenere Magnenzio.[2]

Costanzo passò il suo tempo a reclutare truppe e a riconquistare le città occupate da Magnenzio. Nell'estate del 352, Costanzo si spostò in Italia, solo per scoprire che Magnenzio aveva scelto di non difendere la penisola.[3]

Battaglia[modifica | modifica wikitesto]

Gli eserciti si incontrarono a Mons Seleucus, in quella che oggi è La Bâtie-Montsaléon nelle Alte Alpi, nel sud-est della Francia.[4] Costanzo fu nuovamente vittorioso e Magnenzio si tolse la vita il 10 agosto 353.[4][5] Dopo la battaglia conclusiva, Costanzo fece svernare le sue truppe ad Arles.[6]

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Costanzo, ormai sovrano indiscusso dell'Impero romano, nominò Giuliano Cesare sulla metà occidentale dell'Impero nel 355/6,[7] e iniziò una campagna per perseguitare coloro che avevano sostenuto Magnenzio. Secondo Ammiano Marcellino, Costanzo era diventato più «crudele, violento e sospettoso con l'età», e i suoi notarii e le sue guardie del corpo non avevano bisogno di alcun pretesto oltre al semplice sospetto per infliggere punizioni.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Hunt, 1998, p. 17.
  2. ^ Crawford, 2016, p. 80.
  3. ^ Crawford, 2016, p. 81.
  4. ^ a b Crawford, 2016, p. 82.
  5. ^ Frakes afferma che Magnenzio e Decenzio furono giustiziati da Costanzo (Frakes, 2006, p. 101)
  6. ^ Hunt, 1998, p. 22.
  7. ^ Barnes, 1993, p. 20.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Timothy David Barnes, Athanasius and Constantius: Theology and Politics in the Constantinian Empire, Harvard University Press, 1993, ISBN 0-674-05067-3.
  • Peter Crawford, Constantius II: Usurpers, Eunuchs, and the Antichrist, Pen & Sword, 2016, ISBN 978 1 78340 055 3.
  • Robert M. Frakes, The Dynasty of Constantine down to 363, in Lenski (a cura di), The Cambridge Companion to the Age of Constantine, Volume 13, Cambridge University Press, 2006.
  • David Hunt, The successors of Constantine, in Cameron e Garnsey (a cura di), The Cambridge Ancient History: The late empire, A.D. 337-425, XIII, 2nd, Cambridge University Press, 1998, p. 1-43.
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