Villino Puccioni

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Villino Puccioni
Villino Puccioni
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàFirenze
Indirizzopiazza d'Azeglio 35
Coordinate43°46′28.56″N 11°16′00.12″E / 43.7746°N 11.2667°E43.7746; 11.2667
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1869 - 1870
Pianitre
Realizzazione
IngegnereNemes Martelli

Il villino Puccioni è un edificio di Firenze, situato in piazza d'Azeglio 35.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La palazzina risulta edificata tra il 1869 e il 1870 dall'impresa Fratelli Martelli su progetto dell'ingegner Nemes Martelli, congiunto dei due impresari, in modo da essere immessa sul mercato edilizio di Firenze Capitale (1865-1871). Nonostante la dimensione modesta del fronte l'edificio ripropone senza varianti significative la tipologia propria dei villini del tempo: sviluppato per tre piani organizzati su tre assi, con un balcone a segnare il primo piano in corrispondenza del portone centrale, presenta i consueti elementi propri dello stile poggiano (timpani a cornici triangolari, mensole con terminali a goccia, protomi leonine, e via dicendo). Non a caso la struttura si ripete pressoché identica nella palazzina che la precede, al n. 34.

Nel palazzo abitò il senatore Piero Puccioni, noto patriota ed esponente di spicco della politica postunitaria, che qui morì nel 1898, come annota una memoria posta dal Comune nel 1924 sulla sinistra del portone.

PIERO PVCCIONI
NON ASPETTÒ PRVDENTE MA AFFRETTÒ ANIMOSO
CON L'OPERA E L'ELOQVENTE PAROLA
LA LIBERAZIONE DELLA TOSCANA
GIVRECONSVLTO DI PROFONDA DOTTRINA
SERVÌ CON AVSTERA DEVOZIONE LA GIVSTIZIA
DEPVTATO E SENATORE
CON DISINTERESSATO AMORE L'ITALIA


QVI DOVE IN ETÀ D'ANNI LXIV
MORÌ IL V APRILE MDCCCXCVIII
POSE IN MEMORIA IL COMVNE DI FIRENZE
IL XXVII APRILE MCDXXIV

Al figlio di questi, Nello, antropologo, etnografo e paletnologo, si deve la commissione attorno al 1913 di un grande fregio per le pareti del salotto principale, realizzato da Adolfo De Carolis e ispirato alle più note opere teatrali di Gabriele D'Annunzio scritte nei primi decenni del Novecento: Francesca da Rimini, La figlia di Iorio, La Nave e Leda senza il cigno.

Sulla destra della facciata, posta più recentemente (1994) è un'altra targa che serba memoria di come nel palazzo abbia a lungo vissuto, morendovi il 30 marzo 1911, il "letterato, gastronomo, benefattore" Pellegrino Artusi.

I CITTADINI DI FIRENZE
E DELLA NATIVA FORLIMPOPOLI
SI UNISCONO NEL RICORDARE
PELLEGRINO ARTUSI
CHE QUI LUNGAMENTE OPERÒ
E MORI' IL 30 MARZO 1911
LETTERATO GASTRONOMO BENEFATTORE
IN QUESTA SUA CITTÀ DI ADOZIONE
DETTE UNITÀ ITALIANA
ALLA VARIETÀ LINGUISTICA REGIONALE
NEL SUO CELEBRE LIBRO
"LA SCIENZA IN CUCINA
E L'ARTE DI MANGIAR BENE"

FIRENZE, 29 MAGGIO 1994

IL COMUNE DI FIRENZE
IL COMUNE DI FORLIMPOPOLI

L'ACCADEMIA ARTUSIANA IN FORLIMPOPOLI

Cesare Puccioni, ex presidente di Federchimica, ne è il proletario attuale.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, I, 1977, p. 296;
  • Claudio Paolini, Case e palazzi nel quartiere di Santa Croce a Firenze, Firenze, Paideia, 2008, pp. 54–55, n. 65;
  • Claudio Paolini, Architetture fiorentine. Case e palazzi nel quartiere di Santa Croce, Firenze, Paideia, 2009, pp. 69–70, n. 75.

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