Utente:Silvia Chicchi (MCRE)/Sandbox2

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Reperti etnografici e tassidermie, raccolti nei viaggi e nelle cacce in estremo Oriente ed Africa, vennero donati da Raimondo Franchetti, e dopo la morte dalla moglie Bianca, ai Musei Civici di Reggio Emilia.

Le raccolte Franchetti ai Musei Civici di Reggio Emilia[modifica | modifica wikitesto]

Sono due i nuclei collezionistici pervenuti. Il primo comprende reperti etnografici dall’estremo Oriente (Malesia, Giava, Borneo, Celebes, Nuova Guinea, Indocina), donati dal Barone al rientro dagli avventurosi viaggi del 1911 e 1912, cui si aggiungono testimonianze delle etnie Kikuyu, Meru, Scilluc, incontrate in Africa tra il 1912 e il 1914. Si tratta di raccolte attente ai diversi aspetti della vita delle popolazioni, che includono armi, oggetti di vita quotidiana, costumi, ornamenti, strumenti musicali e fotografie, queste ultime conservate nell’archivio dei Musei. Il secondo nucleo è costituito dai trofei di caccia, prevalentemente africani, in origine collocati come arredo esotico nelle residenze di famiglia e donati successivamente alla morte del Barone, da parte degli eredi. La raccolta comprende esemplari naturalizzati, crani, pelli, busti e trofei di numerose specie, tra cui diverse antilopi e gazzelle, elefante, giraffa, rinoceronte, collocati nella parte alta delle Sale di zoologia e di etnografia e nei corridoi tra le vetrine. Unico reperto del viaggio del 1907 in Nord America è una pelle di orso bianco. Di particolare rilevo, la ricostruzione di alcune scene di predazione.[1]

  1. ^ Silvia Chicchi, Roberto Macellari, La donazione Franchetti ai Musei di Reggio Emilia, in Silvia Chicchi, Roberto Macellari (a cura di), Il Barone viaggiante. Raimondo Franchetti e le esplorazioni nel Corno d’Africa, Musei Civici di Reggio Emilia, 2007, pp. 87-111.