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Il Museo Civico Archeologico di Castelnovo Bariano è un museo archeologico di proprietà comunale che documenta la storia del territorio dell’Alto Polesine sulla base delle ricerche condotte dal Centro Polesano di Studi Storici Archeologici ed Etnografici Sezione della Transpadana ferrarese . Ha sede nella frazione di San Pietro Polesine al piano terra delle ex Scuole elementari.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Agli inizi degli anni settanta del 1900 alcuni soci del CPSSAE appassionati di archeologia avviano una serie di ricerche nel territorio del comune di Castelnovo Bariano con l’intento di scoprirne la storia più antica. I materiali raccolti in occasione di indagini di superficie danno origine nel 1977 a una prima mostra, ma è il 1982 l’anno che segna la nascita del museo, che trova collocazione in due sale del Municipio di Castelnovo Bariano[1]. Le indagini di superficie e i successivi scavi nel sito palafitticolo di Canar arricchiscono in maniera consistente le conoscenze sulle epoche più antiche del territorio. A queste scoperte si aggiunge l’attività di raccolta dei materiali rinvenuti nel sito tardomedievale di Torretta Veneta presso Legnago, che porta nel 1986 all’organizzazione di una importante mostra itinerante dal titolo ‘Il ritrovamento di Torretta. Per uno studio della ceramica padana[2]. Tali acquisizioni rendono necessaria una nuova e più ampia sede che viene individuata nella frazione di San Pietro Polesine, dove al piano terra delle ex scuole elementari nel 1999 viene inaugurato il nuovo museo. Negli anni, i volontari che gestiscono il museo, hanno organizzato attività didattiche e di archeologia sperimentale, legate alla produzione della ceramica e nel 2012 hanno dotato il percorso espositivo di apparati multimediali, mediante l’uso di QR code[3].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il percorso espositivo si snoda in tre sale dotate di vetrine e pannelli esplicativi, secondo un ordine cronologico che ha inizio nella preistoria, per concludersi con le ceramiche di epoca tardomedievale e rinascimentale. La prima sala illustra il villaggio palafitticolo di Canàr, che si colloca tra una fase avanzata dell’età del Bronzo antico e il Bronzo medio (XVII -XVI secolo). L’ inquadramento geomorfologico del sito e un plastico posti nella parte iniziale,[4] illustrano la distribuzione dell’abitato, dando risalto alle particolari condizioni geografiche dell’area, posta in prossimità dell’antico corso del fiume Tartaro e, per questo motivo, caratterizzata dalla presenza di zone paludose. Un terrapieno artificiale, rinforzato da una palizzata in legno, era posto ai margini di quest’area umida a difesa dell’insediamento, costituito da capanne in legno disposte a filare [5]. Nelle vetrine sono presenti anfore, brocche e boccali a collo imbutiforme, scodelle e scodelloni carenati ad orlo estroflesso in ceramica che rimandano alla cultura di Polada, tipica dell’area benacense e a quella di Wieselburg Gata, che caratterizza le regioni medio danubiane tra Austria e Ungheria[6]. Altri manufatti, in particolare punte in selce e ami, documentano le attività legate a un’economia di sussistenza come la caccia e la pesca, mentre le produzioni domestiche di filatura e tessitura sono testimoniate dalla presenza di fusaiole e di pesi da telaio. Sono inoltre presenti utensili in corno e osso e pochi strumenti ini bronzo legati all’allevamento e all’agricoltura[7]. Queste tipologie di materiali si estendono alla sala successiva, che espone anche i rinvenimenti da Canova dell’età del Bronzo medio e Marola del Bronzo finale. Nella seconda parte della sala sono presenti anche materiali di età pre -romana da Stanghelle e romana da Mondonuovo [8]. La terza sala documenta le ricerche condotte dai soci a Torretta (Legnago), in occasione del rinvenimento del basamento di un’antica torre medievale, durante i lavori di sistemazione dell’argine del Canalbianco, attuati dal Magistrato alle acque. La scoperta avvenuta nel 1981, ha portato alla luce un riempimento in scarico di manufatti in vetro, metallo, legno e, soprattutto ceramica, databili tra il 1300 e il 1600[9]. Sono visibili nelle vetrine secchielli e tegami in ceramica grezza da fuoco, ceramiche da mensa, in prevalenza graffite, con scodelle, piatti e boccali decorati da motivi vegetali o geometrici e in parte minore zoomorfi. Non mancano esempi con decorazioni antropomorfe di particolare pregio, come una scodella emisferica con sei personaggi ritratti di profilo e di fronte all’esterno e una figura di nobildonna con cartiglio nel cavo interno[10].

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • C. Balista, P. Bellintani (a cura di), Canàr di San Pietro Polesine. Ricerche archeo-ambientali sul sito palafitticolo, Padusa Quaderni n°2 Stanghella (PD) Grafiche Dielle 1998
  • P. Bellintani, I materiali dell’insediamento dell’età del Bronzo di Canàr (Castelnovo Bariano – Rovigo): le raccolte di superficie, in “Padusa” XXIII – 1987, pp.147-188
  • G. Ericani (a cura di), Il ritrovamento di Torretta per uno studio della ceramica padana , Venezia Marsilio 1986
  • R. Peretto et alii (a cura di ), Terre emerse. Storia e ambiente tra due fiumi, Rovigo 2001
  • G. Zenezini, Il Museo di Castelnovo Bariano, “Ventaglio 90” 47- luglio 2013, pp. 18-23

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ G. Zenezini, Il Museo di Castelnovo Bariano, “Ventaglio 90” 47- luglio 2013, pp. 18-23
  2. ^ M. De Min, G. Ericani, Cronistoria di un ritrovamento in G. Ericani (a cura di), Il ritrovamento di Torretta per uno studio della ceramica padana , Venezia Marsilio 1986 pp.19-21
  3. ^ G. Zenezini, op.cit. pag.23
  4. ^ http://www.archeoveneto.it/portale/wp-content/filemaker/stampa_scheda_estesa.php?recid=84
  5. ^ C. Balista, Geoarcheologia dell’area palafitticola della torbiera bassa di Canàr ed evouzione pedo-alluvionale delle sequenze di riempimento del suo antico bacino fluvio – palustre in C. Balista, P. Bellintani (a cura di), Canàr di San Pietro Polesine. Ricerche archeo-ambientali sul sito palafitticolo, Padusa Quaderni n°2 Stanghella (PD) Grafiche Dielle 1998, pp. 31-104
  6. ^ P. Bellintani, I materiali dell’insediamento dell’età del Bronzo di Canàr (Castelnovo Bariano – Rovigo): le raccolte di superficie, in “Padusa” XXIII – 1987, pp.147-188
  7. ^ S. Bedetti, Canàr, in Raffaele Peretto et alii (a cura di )Terre emerse. Storia e ambiente tra due fiumi, Rovigo 2001 p. 17
  8. ^ http://www.archeoveneto.it/portale/wp-content/filemaker/stampa_scheda_estesa.php?recid=84
  9. ^ M. De Min, G. Ericani, op.cit. , pp.19-21
  10. ^ G. B. Siviero, La ceramica in Giuliana Ericani (a cura di), Il ritrovamento di Torretta per uno studio della ceramica padana , Venezia Marsilio 1986 , pp.85-86