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Maria Letizia Russo-Frattasi (Bari, 9 aprile 1927Bari, 2018) è stata una ceramista e scultrice italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nasce a Bari da Giovanni, medico chirurgo, e Giuseppina Puglisi.

Mimma Russo-Frattasi rivelò precocemente uno spiccato talento artistico. Prematuramente orfana del padre, fu assecondata nella sua inclinazione dal nonno, Alberto Russo-Frattasi, esponente della Schola Philosophica Hermetica Classica Italica e cofondatore, ai primi del 1900 a Bari, della Accademia Pitagorica di Giuliano Kremmerz. Acquisì le prime nozioni di modellamento dell’argilla all’età di sette anni, nella bottega del figurinaio leccese Salvatore Bruno. Studiò disegno con il pittore Pasquale Morino e disegno architettonico con il Prof. Guido Corazziari senior. Successivamente ottenne l’abilitazione di Maestro d’Arte in Ceramica, presso l'istituto statale d'arte di Bari.

Nel 1954 aprì in Bari il suo laboratorio di ceramica, nel quale per oltre 60 anni ha seguito stimoli creativi che l'hanno condotta ad indagare continuamente le potenzialità espressive dell'argilla e degli smalti. Nel suo laboratorio si sono formati numerosi appassionati di ceramica, respirando l'antica atmosfera di scaffali ripieni di barattoli di colori, di torni a pedale in legno e forni per la cottura dell'argilla.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Le prime opere di Mimma si riallacciano alla consuetudine coroplastica della Puglia, successivamente si allontanano dalla tradizionale ceramica pugliese di artigianato conservativo, tanto per i soggetti, quanto per l'impiego di nuovi impasti e per la tecnica di smaltatura della terra-cotta, oggetto di continua ricerca e sapiente associazione e sovrapposizione di colori. La seconda parte della vita artistica di Maria Letizia Russo-Frattasi consta di opere che generano inedite suggestioni di colori e luci come ebbe a dire il ceramista e pittore portoghese Manuel Cargaleiro e sono la comunicazione di stati d'animo, di emozioni, l'espressione estetica dell'interiorità dell'artista.

La produzione di Maria Letizia Russo-Frattasi è costituita da pannelli[1] ceramici e piatti decorativi da parete, vasi ed ampolle, tavolette graffite di paesaggi terrestri e paesaggi marinari, vele e barche talvolta sullo sfondo di un mare oscuro ed agitato; da sculture in argilla, legno, bronzo. Il tutto in una tensione stilistica ora classica, ora moderna secondo la necessità di esprimere i contenuti. In alcune opere dell’artista traspare una leggera vena di malinconia, ma nell’apparente pessimismo si coglie un nascosto e sottile ottimismo, come nei pannelli ceramici raffiguranti architetture con porte e finestre chiuse, nelle quali c’è sempre una porta o una finestra aperta, oppure in altre visioni cupe dove però si intravede uno spiraglio.

Nel 1979, il settimanale Epoca ha annoverato Mimma tra Gli italiani che contano a Bari[2].

Attività didattica[modifica | modifica wikitesto]

L'artista ha insegnato Disegno e Storia dell'Arte, Laboratorio Ceramico nell'istituto statale d'arte di Bari, Figura ed Ornato Modellato nel liceo artistico statale di Bari.

Mostre[modifica | modifica wikitesto]

Numerose sono le esposizioni dell'artista in città italiane, va ricordata quella all'Accademia dei Georgofili[3] a Firenze, ed all'estero, in Germania e negli Stati Uniti d'America. L'ultima mostra (2006) ebbe sede nel Castello Svevo della città di Bari, col titolo Alchimie d'argilla[4], volto a sottolineare il fascino delle opere dell'artista.

Maria Letizia Russo-Frattasi ha eseguito lavori per la Provincia, il Genio civile, il Provveditorato alle OO.PP.[non chiaro], la Rai, la Corte dei Conti di Bari. Le sue opere sono presenti negli edifici di Comuni pugliesi e di civile abitazione, in chiese, cappelle gentilizie, in collezioni private.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Nicola Signorile, La città del disincanto. Architettura e società dell'ultimo Novecento a Bari, Adda Editore, 2019
  • Gianrico Carofiglio, Né qui, né altrove, Laterza, 2008
  • Sara Fiorillo, Lonely Planet, Puglia e Basilicata, EDT, 2013