Utente:LauraF98/Sandbox

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Produttività e competitività delle imprese.[modifica | modifica wikitesto]

L'impiego dei robot nei diversi contesti produttivi e le sue conseguenze economiche hanno attirato l'attenzione di molti esperti. Secondo molti economisti, tra cui Robert D. Atkinson[1] tra cui una crescita più rapida della produttività è stimolata da una maggiore automazione. Tassare o disincentivare le nuove tecnologie potrebbe ostacolare l'innovazione, peggiorando il calo di produttività già in corso. Pertanto, è necessario incentivare le imprese all'automazione, per permettere loro di investire: se un'impresa investe in robot produce di più, aumentando l'offerta e i costi per l'impresa stessa si riducono. Da ciò deriva sia una crescita del margine per gli investimenti, tale per cui le imprese sono destinate ad espandersi, sia la possibilità per i lavoratori di percepire salari più alti e per le imprese di sviluppare beni a prezzi più bassi a vantaggio dei consumatori, i quali, vedendo accresciuto il proprio potere d'acquisto, fanno crescere la domanda. L'aumento della domanda si riversa anche in altri settori dell'economia complementari, come evidenziato dall'economista Tyler Cowen[2]. Va inoltre considerato come l'automazione stia contribuendo a cambiare la natura della domanda [3] consentendo una maggiore personalizzazione (mass customization). Pertanto, dall'automazione non deriva solamente una maggiore produttività, ma anche una migliore qualità, come è stato riscontrato in alcune economie emergenti e in via di sviluppo, in particolare Indonesia e Thailandia, che stanno investendo in robot ad un ritmo elevato[3][4]. Se i robot sono in grado di comportare un aumento della produttività e della domanda, consentono anche alle imprese o di diventare competitive o di rimanere tali. Esiste infatti un legame tra produttività, aumento della domanda e competitività, come dimostrato dagli economisti Georg Graetz e Guy Michaels [5]. L'introduzione di una robot tax rischia di arrestare la robotizzazione dei processi produttivi[6], causando effetti negativi in termini di competitività con tutti quei Paesi che, astenendosi dall'imporre tali restrizioni, diventano così maggiormente competitivi e in grado di esportare le proprie merci a prezzi più bassi. Una legislazione disincentivante causerebbe, pertanto, un rincaro dei prezzi e una diminuzione della domanda nell'economia nazionale. Inoltre, a causa della mancanza di una completa armonizzazione a livello internazionale, le imprese innovative potrebbero volersi sottrarre alla normativa disincentivante spostando la produzione in ordinamenti privi di questi ostacoli fiscali. L'introduzione della robot tax potrebbe avere un impatto negativo anche sul PIL. Essa, infatti, colpendo la robotizzazione, impedirebbe un aumento della produttività e quindi una crescita del PIL. Uno studio del Centre for Economics and Business Research (CEBR)[7] ha rilevato come gli investimenti nei robot dal 1993 al 2016 abbiano contribuito al 10% della crescita del PIL pro capite nei Paesi dell' OECD; inoltre, anche un'analisi condotta dal Düsseldorf Institute for Competition Economics (DICE) e dallo Institut für Arbeitsmarkt- und Berufsforschung(IAB)[1] ha rilevato in Germania un aumento del PIL pro capite dal 2004 al 2014 a seguito dell'adozione di robot. Una crescita del PIL, a seguito dell'aumento della produttività, permetterebbe di garantire e finanziare welfare ed employability per far fronte alle sfide dell'automazione, senza dover ricorrere alla robot tax. L'aumento della produttività, reso possibile dall'utilizzo massiccio della robotica nei processi di produzione, sta consentendo, inoltre, ad alcune aziende Whirlpool Corporation, Caterpillar e Ford Motor Company[3] negli Stati Uniti e Adidas in Germania di riportare parte del processo di produzione nel Paese di origine e di dare avvio al reshoring che è vantaggioso per l'occupazione e la competitività nazionale. Uno dei punti dell'Agenda 2030[8] delle Nazioni Unite riguarda la necessità di incentivare il progresso tecnologico, anziché disincentivarlo, per garantire una crescita economica duratura, e quindi redditi elevati di cui potranno godere anche le generazioni future. Per far in modo che il maggior numero possibile di individui possa godere di un aumento continuativo del benessere materiale, è necessario combinare la crescita economica e la distribuzione della ricchezza che l'automazione stessa contribuisce a creare.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Robert D. Atkinson - Wikipedia