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Jan Potocki

Jan Potocki (Pików, 8 marzo 1761Uładówka, 23 dicembre 1815) è stato un nobiluomo, scrittore ed esploratore polacco.

Il conte Jan Potocki fu un nobiluomo polacco, capitano del genio nell'esercito polacco, etnologo, egittologo, linguista, viaggiatore, avventuriero e autore popolare dell’Illuminismo, la cui vita ed esplorazioni lo hanno reso una figura leggendaria nella sua terra natia. Fuori dalla Polonia è conosciuto principalmente per il suo romanzo Manoscritto trovato a Saragozza.

Jan Potocki nacque nella famiglia aristocratica dei Potocki, che possedeva vasti possedimenti in Polonia. Fu istruito a Ginevra e Losanna, servì due volte nell'esercito polacco come capitano degli ingegneri e passò del tempo in una galleria come novizio nei Cavalieri di Malta. La sua vita colorita lo portò attraverso l'Europa, Asia, Nord Africa, in cui fu coinvolto in intrighi politici, si avvicinò a delle società segrete e contribuì alla nascita dell’etnologia, giacché fu uno dei primi a studiare i precursori delle popolazioni slave dal un punto di vista linguistico e storico.

Nel 1790 divenne la prima persona in Polonia a volare su una mongolfiera, salendo su Varsavia con l’aeronauta Jean-Pierre Blanchard, un’impresa che gli fece acquistare grande acclamazione pubblica. Passò del tempo in Francia e al suo ritorno in Polonia divenne un noto pubblicista, pubblicando quotidiani e pamphlets, in cui argomentava per varie riforme. Inoltre nel 1788 istituì a Varsavia una casa editrice chiamata Drukarnia Wolna (Stampa Libera), così come la prima sala di lettura libera della città. Il suo rapporto con il re Stanislao II Augusto fu difficile, in quanto Potocki, mente spesso supportava il re, all'occasione non era timido nel criticarlo. Fu altamente critico nei confronti dell’ambasciatore russo Otto Magnus von Stackelberg.

Le finanze di Potocki gli permisero di viaggiare molto attraverso l'Europa, il Mediterraneo, il Nord Africa e l'Asia, visitano l'Italia e la Sicilia, Malta, i Paesi Bassi, la Germania, la Francia, l'Inghilterra, la Russia, la Turchia, la Dalmazia e i Balcani, il Caucaso, la Spagna, la Tunisia, il Marocco e perfino la Mongolia. Fu anche uno dei primi scrittori si viaggio dell’epoca moderna, scrivendo vividi resoconti di molti dei suoi viaggi, durante i quali intraprese studi storici, linguistici ed etnografici.

Potocki si sposò due volte ed ebbe cinque figli. Il suo primo matrimonio finì con un divorzio, e tutti e due i matrimoni furono soggetti a dicerie scandalose. Nel 1812, disilluso e in cattiva salute, si ritirò nel suo possedimento a Uladowka in Podolia, sofferente di "malinconia" (probabilmente oggi gli sarebbe stata diagnosticata una depressione), e durante gli ultimi anni della sua vita completò il suo romanzo.

Credendo di star diventando un lupo mannaro, Potocki si suicidò sparandosi con un proiettile d’argento che aveva fatto benedire dal prete del suo villaggio nel dicembre 1815, all'età di 54 anni,

Il manoscritto trovato a Saragozza[modifica | modifica wikitesto]

L’opera più famosa di Potocki, originariamente scritta in francese, è Il manoscritto trovato a Saragozza (Manuscrit trouvé à Saragosse). È costruito su una complessa gerarchia di cornici narrative e per questa sua struttura intrecciata il romanzo è stato comparato a opere come il Decameron e Le Mille e una notte.

Il titolo del libro viene spiegato nella prefazione, che è narrata da un anonimo ufficiale francese che descrive la sua fortuita scoperta di un intrigante manoscritto spagnolo durante il sacco di Saragozza nel 1809, durante le guerre napoleoniche. Subito dopo, l'ufficiale francese è catturato dagli spagnoli e privato dei suoi possedimenti; ma un ufficiale spagnolo riconosce l'importanza del manoscritto e durante la cattività dell'ufficiale francese lo spagnolo lo traduce per lui in francese.

Il manoscritto era stato scritto da un giovane ufficiale della Guardia Vallona, Alphonse van Worden. Nel 1739, mentre era in viaggio verso Madrid per servire l’esercito spagnolo, aveva deviato nell'aspra regione della Sierra Morena. Lì, in un periodo di sessantasei giorni, aveva incontrato vari gruppi di personaggi, tra cui una principessa musulmana, zingari, fuorilegge e cabalisti, che gli raccontarono una serie intrecciata di racconti bizzarri, divertenti e fantastici, che aveva registrato nel suo diario.

Le sessantasei storie coprono un ampio raggio di temi, soggetti e stili e includono storie gotiche dell’orrore, avventure picaresche, racconti comici, erotici e morali. Le storie riflettono l’interesse di Potocki per le società segrete, il soprannaturale e le culture orientali e sono illustrate con le sue dettagliate osservazioni degli usi e costumi europei del diciottesimo secolo, in particolare quelli della classe aristocratica spagnola.

Molte delle località descritte nei racconti sono luoghi e regioni reali che Potocki avrebbe visitato durante i suoi viaggi, mentre altri sono resoconti romanzati di posti reali.

Nonostante ci sia ancora un certo dibattito sulla paternità del romanzo, generalmente oggi si accetta che sia stato scritto da Potocki. Egli cominciò a scrivere negli anni ’90 del Settecento e terminò nel 1814, un anno prima della sua morte, benché la struttura del romanzo si pensa che sia stata interamente organizzata prima del 1805.

Il romanzo non fu mai pubblicato integralmente mentre Potocki era in vita. Un’edizione di prova dei primi dieci “giorni” circolava a San Pietroburgo nel 1805, e un secondo estratto fu pubblicato a Parigi nel 1813, quasi certamente col permesso di Potocki. Una terza pubblicazione, che combinava entrambi gli estratti precedenti, uscì nel 1814, ma pare che al momento della sua morte Potocki non avesse ancora deciso la forma finale del suo romanzo.

Potocki compose il libro interamente in lingua francese. Parti del manoscritto originale sono andate perse in seguito, ma sono sopravvissute in una traduzione polacca che fu fatta nel 1847 da Edmund Chojecki da una copia completa in francese, oggi perduta.

La versione più recente e completa in francese, curata da François Rosset e Dominique Triaire, fu pubblicata nel 2006 a Leuven, in Belgio, come parte di un’edizione critica dell’opera completa di Potocki. Diversamente dall’edizione del 1989 di Radrizzani, la versione di Rosset e Triaire è basata soltanto sul manoscritto di Potocki in francese trovato in diverse biblioteche in Francia, Polonia (in particolare, pezzi autografi precedentemente sconosciuti che i due hanno scoperto a Poznan), Spagna e Russia, così come nella collezione privata degli eredi di Potocki. Essi hanno identificato due versioni del romanzo: una incompleta, del 1804, pubblicata nel 1805, e la versione completa del 1810, che sembra essere stata completamente riconcepita a confronto di quella del 1804. Mentre la prima versione ha un tono più leggero e scettico, la seconda tende verso una vena più tetra e religiosa. In vista delle differenze fra le due versioni, queste ultime sono state pubblicate in due libri separati; edizioni tascabili sono uscite all’inizio del 2008 per Frammarion.

La prima edizione in inglese, pubblicata nel 1995, fu una traduzione dell’edizione di Radrizzani dallo studioso di Oxford Ian Maclean. Il romanzo di Potocki divenne più ampiamente conosciuto in Occidente grazie a un adattamento cinematografico in bianco e nero fatto in Polonia nel 1965, dal titolo Il manoscritto di Saragossa (Rękopis znaleziony w Saragossie), diretto dal rinomato regista Wojciech Has, con Zbigniew Cybulski nel ruolo di Alphonse van Worden.