Il Devoto-Oli: differenze tra le versioni

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Il Devoto-Oli ha tra le sue peculiarità quella di indicare le reggenze di tutti i verbi della lingua italiana.<ref>«del Devoto-Oli [...] è appena uscita una nuova edizione curata da un altro accademico della Crusca, [[Luca Serianni]], insieme con [[Maurizio Trifone]]. Saluto in questa nuova edizione, finalmente, un dizionario italiano che indica sistematicamente le reggenze dei verbi, che sono divenute uno dei punti di maggiore incertezza della lingua attuale (basta ascoltare e leggere) e che in assenza di norme sufficientemente generali e razionalizzabili non possono essere affidate alle grammatiche, ma trovano in un dizionario il luogo deputato per la loro trattazione» ([[Pietro G. Beltrami]], ''La lessicografia italiana a Firenze e l’Opera del Vocabolario Italiano'', in ''Firenze e la lingua italiana fra nazione ed Europa'', Atti del Convegno di studi, Firenze, 27-28 maggio 2004, a cura di [[Nicoletta Maraschio]], Firenze, Firenze University Press, 2007, pp. 181-188).</ref>
Il Devoto-Oli ha tra le sue peculiarità quella di indicare le reggenze di tutti i verbi della lingua italiana.<ref>«del Devoto-Oli [...] è appena uscita una nuova edizione curata da un altro accademico della Crusca, [[Luca Serianni]], insieme con [[Maurizio Trifone]]. Saluto in questa nuova edizione, finalmente, un dizionario italiano che indica sistematicamente le reggenze dei verbi, che sono divenute uno dei punti di maggiore incertezza della lingua attuale (basta ascoltare e leggere) e che in assenza di norme sufficientemente generali e razionalizzabili non possono essere affidate alle grammatiche, ma trovano in un dizionario il luogo deputato per la loro trattazione» ([[Pietro G. Beltrami]], ''La lessicografia italiana a Firenze e l’Opera del Vocabolario Italiano'', in ''Firenze e la lingua italiana fra nazione ed Europa'', Atti del Convegno di studi, Firenze, 27-28 maggio 2004, a cura di [[Nicoletta Maraschio]], Firenze, Firenze University Press, 2007, pp. 181-188).</ref>



==Le definizioni==
==Le definizioni==
Fin dalla prima edizione il Devoto-Oli ha eliminato nelle definizioni le formule stereotipate della lessicografia tradizionale, come ‘l’allontanare, l’allontanarsi’ (per ''allontanamento'') o ‘l’essere impaziente’ (per ''impazienza''). Il Devoto-Oli attribuisce un’autonomia semantica ad ogni voce, senza adottare meccanismi di rinvio implicito ad altre voci: per es. ''allontanamento'' è definito ‘progressivo distacco, separazione’; ''impazienza'' è definito ‘reazione istintiva motivata da irritazione o molestia’. <br />
Fin dalla prima edizione il Devoto-Oli ha eliminato nelle definizioni le formule stereotipate della lessicografia tradizionale, come ‘l’allontanare, l’allontanarsi’ (per ''allontanamento'') o ‘l’essere impaziente’ (per ''impazienza''). Il Devoto-Oli attribuisce un’autonomia semantica ad ogni voce, senza adottare meccanismi di rinvio implicito ad altre voci: per es. ''allontanamento'' è definito ‘progressivo distacco, separazione’; ''impazienza'' è definito ‘reazione istintiva motivata da irritazione o molestia’.<br />
L’attenzione al particolare caratterizza in generale le definizioni del vocabolario; per es. una voce come ''cacicco'', nell'accezione estensiva di ‘notabile politico’, ha una spiegazione molto analitica: «Nel gergo della politica, capo di un’amministrazione locale, o personaggio di rilievo all’interno di un partito, che detiene un potere personale autonomo dalle dinamiche nazionali ed esercita, al tempo stesso, un’influenza su di esse».<br />
L’attenzione al particolare caratterizza in generale le definizioni del vocabolario; per es. una voce come ''cacicco'', nell'accezione estensiva di ‘notabile politico’, ha una spiegazione molto analitica: «Nel gergo della politica, capo di un’amministrazione locale, o personaggio di rilievo all’interno di un partito, che detiene un potere personale autonomo dalle dinamiche nazionali ed esercita, al tempo stesso, un’influenza su di esse».<br />
Altre volte l’impostazione di taglio enciclopedico può aiutare a inquadrare un concetto in una prospettiva storica; per es. il termine ''eugenetica'' ha una definizione che ne evidenzia la complessità e al tempo stesso il carattere controverso: «Disciplina nata verso la fine dell’Ottocento che, basandosi su considerazioni genetiche e applicando i metodi di selezione usati per animali e piante, si poneva l’obiettivo del miglioramento della specie umana; la difficoltà nell’individuazione dei caratteri ereditari e l’indeterminatezza del concetto di miglioramento genetico, soggetto a interpretazioni preconcette come dimostrato storicamente, ne hanno determinato il declino; attualmente un diverso approccio eugenetico è ravvisabile nella possibilità di trattamento delle malattie ereditarie attraverso l’ingegneria genetica».<ref>{{Cita TV
Altre volte l’impostazione di taglio enciclopedico può aiutare a inquadrare un concetto in una prospettiva storica; per es. il termine ''eugenetica'' ha una definizione che ne evidenzia la complessità e al tempo stesso il carattere controverso: «Disciplina nata verso la fine dell’Ottocento che, basandosi su considerazioni genetiche e applicando i metodi di selezione usati per animali e piante, si poneva l’obiettivo del miglioramento della specie umana; la difficoltà nell’individuazione dei caratteri ereditari e l’indeterminatezza del concetto di miglioramento genetico, soggetto a interpretazioni preconcette come dimostrato storicamente, ne hanno determinato il declino; attualmente un diverso approccio eugenetico è ravvisabile nella possibilità di trattamento delle malattie ereditarie attraverso l’ingegneria genetica».<ref>{{Cita TV
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==Il lessico di base==
==Il lessico di base==
Il Devoto-Oli segnala le 10.000 parole del lessico di base, cioè quelle parole che si possono ragionevolmente attribuire alla competenza di qualsiasi italiano, anche di cultura non elevata, e che auspicabilmente dovrebbero far parte del bagaglio lessicale di un apprendente straniero di livello alto.<ref>«Limitandomi a citare solo le edizioni più recenti dei dizionari più diffusi, che qualcuno ha indicato ironicamente come “millesimati”, per l’abitudine alla ristampa annuale, ricorderò almeno […] ''il Devoto-Oli'', a cura di [[Luca Serianni]] e [[Maurizio Trifone]], che rende immediatamente visibili le diecimila parole fondamentali appartenenti al lessico di base, evidenziate in arancione, e aiuta il lettore con l’indicazione delle reggenze e delle combinazioni sintattiche» ([[Valeria Della Valle]], ''La lessicografia italiana, oggi'', in "Bollettino di italianistica. Rivista di critica, storia letteraria, filologia e linguistica", anno IV, n. 2, 2007, p. 26).</ref>
Il Devoto-Oli segnala le 10.000 parole del lessico di base, cioè quelle parole che si possono ragionevolmente attribuire alla competenza di qualsiasi italiano, anche di cultura non elevata, e che auspicabilmente dovrebbero far parte del bagaglio lessicale di un apprendente straniero di livello alto.<ref>«Limitandomi a citare solo le edizioni più recenti dei dizionari più diffusi, che qualcuno ha indicato ironicamente come “millesimati”, per l’abitudine alla ristampa annuale, ricorderò almeno […] ''il Devoto-Oli'', che rende immediatamente visibili le diecimila parole fondamentali appartenenti al lessico di base, evidenziate in arancione, e aiuta il lettore con l’indicazione delle reggenze e delle combinazioni sintattiche» ([[Valeria Della Valle]], ''La lessicografia italiana, oggi'', in "Bollettino di italianistica. Rivista di critica, storia letteraria, filologia e linguistica", anno IV, n. 2, 2007, p. 26).</ref>


==La data di nascita delle parole==
==La data di nascita delle parole==
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==Le reggenze==
==Le reggenze==
Il Devoto-Oli indica sistematicamente le reggenze dei verbi, cioè le preposizioni e congiunzioni con cui si costruiscono gli oltre 10.000 verbi dell’italiano. In questo modo si fornisce una risposta chiara ai vari dubbi che possono affiorare alla coscienza linguistica di ciascun parlante, tutte le volte che si trova di fronte ad alternative di uso. In alcuni casi si può essere incerti se il verbo si unisca direttamente al complemento oggetto oppure si costruisca con la preposizione: si dice ''il pesce ha abboccato l’esca'' o ''il pesce ha abboccato all’esca''?; si dice ''ambire la gloria'' o ''ambire alla gloria''? In questi casi il Devoto-Oli, oltre a segnalare quale sia il costrutto corretto (negli esempi citati entrambi gli usi sono possibili), ne indica la diversa frequenza: ''il pesce ha abboccato l’esca'' è un costrutto raro, mentre ''il pesce ha abboccato all’esca'' è comunissimo; invece ''ambire la gloria'' e ''ambire alla gloria'' sono entrambi comuni. Accanto alla reggenza nominale il Devoto-Oli segnala anche l’eventuale reggenza verbale: per es. ''ambire'' si può costruire anche con le preposizioni ''a'', ''di'' e un verbo all’infinito: ''ambiva a'' (o ''di'') ''diventare una stella del cinema''. Inoltre, la definizione è costruita in modo da rispettare la struttura sintattica del verbo: per es. ''ambire'' nel suo uso transitivo (''ambire la gloria'') è definito ‘desiderare intensamente, bramare’, cioè con due verbi che reggono il complemento oggetto, mentre nel suo uso intransitivo (''ambire alla gloria'') è definito ‘aspirare, anelare a qualcosa’, cioè con due verbi che reggono la preposizione ''a''. In questo modo la definizione ha la capacità di sostituirsi al lemma nello svolgimento del discorso senza comportare un cambiamento di struttura grammaticale; si realizza così non soltanto l’equivalenza semantica tra la definizione e il lemma, ma anche l’equivalenza di struttura sintattica.<br />
Il Devoto-Oli indica sistematicamente le reggenze dei verbi, cioè le preposizioni e congiunzioni con cui si costruiscono gli oltre 10.000 verbi dell’italiano. In questo modo si fornisce una risposta chiara ai vari dubbi che possono affiorare alla coscienza linguistica di ciascun parlante, tutte le volte che si trova di fronte ad alternative di uso. In alcuni casi si può essere incerti se il verbo si unisca direttamente al complemento oggetto oppure si costruisca con la preposizione: si dice ''il pesce ha abboccato l’esca'' o ''il pesce ha abboccato all’esca''?; si dice ''ambire la gloria'' o ''ambire alla gloria''? In questi casi il Devoto-Oli, oltre a segnalare quale sia il costrutto corretto (negli esempi citati entrambi gli usi sono possibili), ne indica la diversa frequenza: ''il pesce ha abboccato l’esca'' è un costrutto raro, mentre ''il pesce ha abboccato all’esca'' è comunissimo; invece ''ambire la gloria'' e ''ambire alla gloria'' sono entrambi comuni. Accanto alla reggenza nominale il Devoto-Oli segnala anche l’eventuale reggenza verbale: per es. ''ambire'' si può costruire anche con le preposizioni ''a'', ''di'' e un verbo all’infinito: ''ambiva a'' (o ''di'') ''diventare una stella del cinema''. Inoltre, la definizione è costruita in modo da rispettare la struttura sintattica del verbo: per es. ''ambire'' nel suo uso transitivo (''ambire la gloria'') è definito ‘desiderare intensamente, bramare’, cioè con due verbi che reggono il complemento oggetto, mentre nel suo uso intransitivo (''ambire alla gloria'') è definito ‘aspirare, anelare a qualcosa’, cioè con due verbi che reggono la preposizione ''a''. In questo modo la definizione ha la capacità di sostituirsi al lemma nello svolgimento del discorso senza comportare un cambiamento di struttura grammaticale; si realizza così non soltanto l’equivalenza semantica tra la definizione e il lemma, ma anche l’equivalenza di struttura sintattica.


Altre volte si può essere incerti se si debba usare una preposizione oppure un’altra: si dice ''abbinare una camicetta alla gonna'', ma anche ''con la gonna''; ''ammettere una persona a un circolo'', ma anche ''in un circolo''; ''farcire un panino con il prosciutto'', ma anche ''di prosciutto''; ''adornare una casa con i quadri'', ma anche ''di quadri''.<br />
Altre volte si può essere incerti se si debba usare una preposizione oppure un’altra: si dice ''abbinare una camicetta alla gonna'', ma anche ''con la gonna''; ''ammettere una persona a un circolo'', ma anche ''in un circolo''; ''farcire un panino con il prosciutto'', ma anche ''di prosciutto''; ''adornare una casa con i quadri'', ma anche ''di quadri''.


Il Devoto-Oli segnala anche le alternative tra costruzione verbale e costruzione nominale: ''il sindaco auspica la ripresa dei lavori'' (con il complemento oggetto) o ''il sindaco auspica che i lavori riprendano'' (con una proposizione oggettiva costruita con la congiunzione ''che'' e il verbo al congiuntivo). Inoltre, Il Devoto-Oli segnala le alternative tra costrutti proposizionali differenti: ''la polizia suppone che si tratti di una vendetta'' (con la congiunzione ''che'' e il congiuntivo), ''la polizia suppone si tratti di una vendetta'' (solo con il congiuntivo senza la congiunzione ''che''), ''la polizia suppone trattarsi di una vendetta'' (con un costrutto implicito con il verbo all’infinito).<br />
Il Devoto-Oli segnala anche le alternative tra costruzione verbale e costruzione nominale: ''il sindaco auspica la ripresa dei lavori'' (con il complemento oggetto) o ''il sindaco auspica che i lavori riprendano'' (con una proposizione oggettiva costruita con la congiunzione ''che'' e il verbo al congiuntivo). Inoltre, Il Devoto-Oli segnala le alternative tra costrutti proposizionali differenti: ''la polizia suppone che si tratti di una vendetta'' (con la congiunzione ''che'' e il congiuntivo), ''la polizia suppone si tratti di una vendetta'' (solo con il congiuntivo senza la congiunzione ''che''), ''la polizia suppone trattarsi di una vendetta'' (con un costrutto implicito con il verbo all’infinito).


Un caso molto insidioso è rappresentato dai verbi che si costruiscono con preposizioni diverse a seconda del significato: per es. ''abbondare'' regge la preposizione ''di'' quando significa ‘essere provvisto di qualcosa in gran quantità’: ''la casa abbonda di ogni ben di Dio''; ma quando significa ‘fare uso di qualcosa con larghezza’ può reggere le preposizioni ''di'', ''in'' o ''con'': ''è sempre meglio abbondare di'' (o ''in'') ''precauzioni'', ''a tavola cerca di non abbondare con il sale''. In casi del genere la scelta della reggenza è determinata soltanto dall’uso, in apparenza capriccioso e volubile, e non è riconducibile a una norma razionale, facilmente interiorizzabile dal parlante nativo e dall’apprendente straniero.
Un caso molto insidioso è rappresentato dai verbi che si costruiscono con preposizioni diverse a seconda del significato: per es. ''abbondare'' regge la preposizione ''di'' quando significa ‘essere provvisto di qualcosa in gran quantità’: ''la casa abbonda di ogni ben di Dio''; ma quando significa ‘fare uso di qualcosa con larghezza’ può reggere le preposizioni ''di'', ''in'' o ''con'': ''è sempre meglio abbondare di'' (o ''in'') ''precauzioni'', ''a tavola cerca di non abbondare con il sale''. In casi del genere la scelta della reggenza è determinata soltanto dall’uso, in apparenza capriccioso e volubile, e non è riconducibile a una norma razionale, facilmente interiorizzabile dal parlante nativo e dall’apprendente straniero.
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Versione delle 21:03, 23 ago 2014

Il Devoto-Oli
AutoreGiacomo Devoto e Gian Carlo Oli
1ª ed. originale1971
Generedizionario
Lingua originaleitaliano

Il Devoto-Oli. Vocabolario della lingua italiana è un dizionario di Giacomo Devoto e Gian Carlo Oli, pubblicato nel 1971 dalla Le Monnier. Il dizionario riprende il progetto e il materiale del Vocabolario illustrato della lingua italiana degli stessi autori, edito nel 1967.[1]

A partire dall'edizione del 2004 l'opera è curata da Luca Serianni e Maurizio Trifone ed è pubblicata annualmente in versioni aggiornate.[2][3]

Il Devoto-Oli ha tra le sue peculiarità quella di indicare le reggenze di tutti i verbi della lingua italiana.[4]

Le definizioni

Fin dalla prima edizione il Devoto-Oli ha eliminato nelle definizioni le formule stereotipate della lessicografia tradizionale, come ‘l’allontanare, l’allontanarsi’ (per allontanamento) o ‘l’essere impaziente’ (per impazienza). Il Devoto-Oli attribuisce un’autonomia semantica ad ogni voce, senza adottare meccanismi di rinvio implicito ad altre voci: per es. allontanamento è definito ‘progressivo distacco, separazione’; impazienza è definito ‘reazione istintiva motivata da irritazione o molestia’.
L’attenzione al particolare caratterizza in generale le definizioni del vocabolario; per es. una voce come cacicco, nell'accezione estensiva di ‘notabile politico’, ha una spiegazione molto analitica: «Nel gergo della politica, capo di un’amministrazione locale, o personaggio di rilievo all’interno di un partito, che detiene un potere personale autonomo dalle dinamiche nazionali ed esercita, al tempo stesso, un’influenza su di esse».
Altre volte l’impostazione di taglio enciclopedico può aiutare a inquadrare un concetto in una prospettiva storica; per es. il termine eugenetica ha una definizione che ne evidenzia la complessità e al tempo stesso il carattere controverso: «Disciplina nata verso la fine dell’Ottocento che, basandosi su considerazioni genetiche e applicando i metodi di selezione usati per animali e piante, si poneva l’obiettivo del miglioramento della specie umana; la difficoltà nell’individuazione dei caratteri ereditari e l’indeterminatezza del concetto di miglioramento genetico, soggetto a interpretazioni preconcette come dimostrato storicamente, ne hanno determinato il declino; attualmente un diverso approccio eugenetico è ravvisabile nella possibilità di trattamento delle malattie ereditarie attraverso l’ingegneria genetica».[5]

Il lessico di base

Il Devoto-Oli segnala le 10.000 parole del lessico di base, cioè quelle parole che si possono ragionevolmente attribuire alla competenza di qualsiasi italiano, anche di cultura non elevata, e che auspicabilmente dovrebbero far parte del bagaglio lessicale di un apprendente straniero di livello alto.[6]

La data di nascita delle parole

Il Devoto-Oli indica per ogni parola la data di prima attestazione, segnalando l’anno o il periodo in cui la parola compare per la prima volta in un testo scritto, naturalmente sulla base delle conoscenze di cui al momento si dispone. Nelle nove edizioni dal 2004 al 2014 molte parole sono state retrodatate, in quanto nel frattempo si è scoperto che la parola è presente in un testo anteriore cronologicamente. L’approfondimento degli studi comporta inevitabilmente una serie di retrodatazioni.

Gli alterati

Il Devoto-Oli riporta gli alterati degli aggettivi e dei sostantivi, selezionati non sulla base della competenza del lessicografo o sul modello di dizionari precedenti, ma attraverso l’esame di testi reali disponibili in rete e consultabili con i motori di ricerca. Inoltre, il vocabolario precisa a quale registro appartengano gli alterati (familiare, letterario, ecc.), quale sia il loro ambito d'uso e quale sia il loro grado di effettiva diffusione (non comune, raro, ecc.): per es. l'accrescitivo abbraccione è usato «nel linguaggio familiare specialmente nella chiusa di lettere e simili».[7]

Le reggenze

Il Devoto-Oli indica sistematicamente le reggenze dei verbi, cioè le preposizioni e congiunzioni con cui si costruiscono gli oltre 10.000 verbi dell’italiano. In questo modo si fornisce una risposta chiara ai vari dubbi che possono affiorare alla coscienza linguistica di ciascun parlante, tutte le volte che si trova di fronte ad alternative di uso. In alcuni casi si può essere incerti se il verbo si unisca direttamente al complemento oggetto oppure si costruisca con la preposizione: si dice il pesce ha abboccato l’esca o il pesce ha abboccato all’esca?; si dice ambire la gloria o ambire alla gloria? In questi casi il Devoto-Oli, oltre a segnalare quale sia il costrutto corretto (negli esempi citati entrambi gli usi sono possibili), ne indica la diversa frequenza: il pesce ha abboccato l’esca è un costrutto raro, mentre il pesce ha abboccato all’esca è comunissimo; invece ambire la gloria e ambire alla gloria sono entrambi comuni. Accanto alla reggenza nominale il Devoto-Oli segnala anche l’eventuale reggenza verbale: per es. ambire si può costruire anche con le preposizioni a, di e un verbo all’infinito: ambiva a (o di) diventare una stella del cinema. Inoltre, la definizione è costruita in modo da rispettare la struttura sintattica del verbo: per es. ambire nel suo uso transitivo (ambire la gloria) è definito ‘desiderare intensamente, bramare’, cioè con due verbi che reggono il complemento oggetto, mentre nel suo uso intransitivo (ambire alla gloria) è definito ‘aspirare, anelare a qualcosa’, cioè con due verbi che reggono la preposizione a. In questo modo la definizione ha la capacità di sostituirsi al lemma nello svolgimento del discorso senza comportare un cambiamento di struttura grammaticale; si realizza così non soltanto l’equivalenza semantica tra la definizione e il lemma, ma anche l’equivalenza di struttura sintattica.

Altre volte si può essere incerti se si debba usare una preposizione oppure un’altra: si dice abbinare una camicetta alla gonna, ma anche con la gonna; ammettere una persona a un circolo, ma anche in un circolo; farcire un panino con il prosciutto, ma anche di prosciutto; adornare una casa con i quadri, ma anche di quadri.

Il Devoto-Oli segnala anche le alternative tra costruzione verbale e costruzione nominale: il sindaco auspica la ripresa dei lavori (con il complemento oggetto) o il sindaco auspica che i lavori riprendano (con una proposizione oggettiva costruita con la congiunzione che e il verbo al congiuntivo). Inoltre, Il Devoto-Oli segnala le alternative tra costrutti proposizionali differenti: la polizia suppone che si tratti di una vendetta (con la congiunzione che e il congiuntivo), la polizia suppone si tratti di una vendetta (solo con il congiuntivo senza la congiunzione che), la polizia suppone trattarsi di una vendetta (con un costrutto implicito con il verbo all’infinito).

Un caso molto insidioso è rappresentato dai verbi che si costruiscono con preposizioni diverse a seconda del significato: per es. abbondare regge la preposizione di quando significa ‘essere provvisto di qualcosa in gran quantità’: la casa abbonda di ogni ben di Dio; ma quando significa ‘fare uso di qualcosa con larghezza’ può reggere le preposizioni di, in o con: è sempre meglio abbondare di (o in) precauzioni, a tavola cerca di non abbondare con il sale. In casi del genere la scelta della reggenza è determinata soltanto dall’uso, in apparenza capriccioso e volubile, e non è riconducibile a una norma razionale, facilmente interiorizzabile dal parlante nativo e dall’apprendente straniero.

Edizioni

  • Giacomo Devoto e Gian Carlo Oli, Vocabolario illustrato della lingua italiana, 1967.[8]
  • Giacomo Devoto e Gian Carlo Oli, Dizionario della lingua italiana, 1971.[9]
  • Giacomo Devoto e Gian Carlo Oli, Il Devoto-Oli 2004-2005. Vocabolario della lingua italiana, Le Monnier, 2004. (a partire dal 2004, dell'opera viene pubblicata annualmente una nuova edizione, sempre a cura di Serianni e Trifone).

Note

  1. ^ Fin dalla sua origine l'opera si presenta come «un dizionario apertissimo al lessico scientifico e tecnico tanto quanto a quello dei classici della lingua, e altrettanto aperto alle innovazioni lessicali, ivi compreso l’apporto all’italiano delle lingue straniere; e anche un dizionario incline, forse eccessivamente per un dizionario di lingua, ma non inutilmente per gli utenti, alla definizione enciclopedica delle cose designate dalle parole» (Pietro G. Beltrami, La lessicografia italiana a Firenze e l’Opera del Vocabolario Italiano, in Firenze e la lingua italiana fra nazione ed Europa, Atti del Convegno di studi, Firenze, 27-28 maggio 2004, a cura di Nicoletta Maraschio, Firenze, Firenze University Press, 2007, pp. 181-188).
  2. ^ Il Devoto-Oli, «"dizionario d'autore" [...], tra i più noti nel quadro della lessicografia italiana contemporanea, ha avuto vita proteiforme, sopravvivendo alla morte dei due autori. È stato a suo tempo tra i primi a dotarsi di edizione elettronica. Oggi è rinato nella revisione moderna di due linguisti del nostro tempo, gli storici della lingua Luca Serianni e Maurizio Trifone» (Claudio Marazzini,L'ordine delle parole. Storia di vocabolari italiani, il Mulino, 2009, p. 412).
  3. ^ Il Devoto-Oli è un «dizionario non solo di grande fortuna, ma anche di grande qualità e personalità» con «i pregi e i difetti, come tutti sanno, di quelli che si possono dire "dizionari d’autore"» (Pietro G. Beltrami, La lessicografia italiana a Firenze e l’Opera del Vocabolario Italiano, in Firenze e la lingua italiana fra nazione ed Europa, Atti del Convegno di studi, Firenze, 27-28 maggio 2004, a cura di Nicoletta Maraschio, Firenze, Firenze University Press, 2007, pp. 181-188).
  4. ^ «del Devoto-Oli [...] è appena uscita una nuova edizione curata da un altro accademico della Crusca, Luca Serianni, insieme con Maurizio Trifone. Saluto in questa nuova edizione, finalmente, un dizionario italiano che indica sistematicamente le reggenze dei verbi, che sono divenute uno dei punti di maggiore incertezza della lingua attuale (basta ascoltare e leggere) e che in assenza di norme sufficientemente generali e razionalizzabili non possono essere affidate alle grammatiche, ma trovano in un dizionario il luogo deputato per la loro trattazione» (Pietro G. Beltrami, La lessicografia italiana a Firenze e l’Opera del Vocabolario Italiano, in Firenze e la lingua italiana fra nazione ed Europa, Atti del Convegno di studi, Firenze, 27-28 maggio 2004, a cura di Nicoletta Maraschio, Firenze, Firenze University Press, 2007, pp. 181-188).
  5. ^ Report: Fecondazione esterologa, Rai 3, 17 settembre 2004.
  6. ^ «Limitandomi a citare solo le edizioni più recenti dei dizionari più diffusi, che qualcuno ha indicato ironicamente come “millesimati”, per l’abitudine alla ristampa annuale, ricorderò almeno […] il Devoto-Oli, che rende immediatamente visibili le diecimila parole fondamentali appartenenti al lessico di base, evidenziate in arancione, e aiuta il lettore con l’indicazione delle reggenze e delle combinazioni sintattiche» (Valeria Della Valle, La lessicografia italiana, oggi, in "Bollettino di italianistica. Rivista di critica, storia letteraria, filologia e linguistica", anno IV, n. 2, 2007, p. 26).
  7. ^ «Il Devoto-Oli registra gli alterati sulla base di testi reali, disponibili in rete (di qui emergono forme generalmente non inventariate dai lessici ma ben radicate nell'uso: dal verbalino degli studenti universitari all'iconcina o iconetta del linguaggio informatico) e indica per la prima volta in modo sistematico le reggenze dei verbi, illustrando i vari costrutti» (Luca Serianni, Lessicografia, in Enciclopedia Italiana, VII Appendice, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 2007).
  8. ^ [1]
  9. ^ [2]

Voci correlate