Slobodna Bosna

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Slobodna Bosna
StatoBandiera della Bosnia ed Erzegovina Bosnia ed Erzegovina
Linguabosniaco
Periodicitàsettimanale
Generestampa nazionale
Fondazione2001
SedeČekaluša čikma 6, 71000 Sarajevo
DirettoreErbein Rešidbegović
Sito webwww.slobodna-bosna.ba
 

Slobodna Bosna (Pronuncia in bosniaco:[slôbodnaː bôsna] in italiano: Bosnia libera) è un settimanale d'inchiesta con sede a Sarajevo, Bosnia Erzegovina.[1]

Profilo[modifica | modifica wikitesto]

Le frequenti inchieste investigative realizzate e pubblicate dalla testata su casi di corruzione hanno portato svariati politici a citare in giudizio il caporedattore Senad Avdić. Il 23 giugno 1999 la Corte municipale di Sarajevo ha condannato Avdić a due mesi di reclusione, condanna poi sospesa, per diffamazione.[2] Il Comitato per la Protezione dei Giornalisti ha condannato la sentenza contro Senad Avdić definendola una violazione delle norme internazionali in merito alla libertà di stampa.[3] La stessa organizzazione, CPJ, riporta numerosi casi nei quali giornalisti del settimanale Slobodna Bosna avrebbero subito attacchi personali in conseguenza del proprio lavoro, fra i quali risultano anche minacce rivolte apertamente da politici locali all'allora redattore Edin Avdić.[4] Di recente, anche da parte di istituzioni internazionali quali il Rappresentante OSCE per la libertà di stampa ha condannato gli attacchi subiti dalla testata, quali il tentativo di appiccare il fuoco all'entrata della sede di Slobosna Bosna, nel settembre 2013.[5]

Dall'inizio del 2016, il settimanale ha cessato la pubblicazione cartacea ed è ora disponibile solamente on-line.[6] Questa svolta è stata giudicata da alcuni osservatori locali come la prova di un attacco ai danni del giornalismo indipendente: il portale fairpress.eu, in un'analisi pubblicata in seguito alla diffusione della notizia, sostiene infatti che nella decisione di sospendere la stampa del settimanale per mantenerne solo una versione digitale si scorgano i risultati di forti pressioni economiche.[7] La rivista ha un atteggiamento fortemente laico[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Investigative magazine's office set on fire in Bosnia and Herzegovina, su IFEX, 23 settembre 2013. URL consultato il 20 settembre 2014.
  2. ^ Daniel Omeragic, Alispahic and Mehmetovic are Experts in Getting Rid of "Paper Trail", su Ex-Yupress, 1º luglio 1999. URL consultato il 20 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2009).
  3. ^ Bosna CPJ. 28 June 1999.
  4. ^ Bosnia and Herzegovina: Sarajevo media victimized by ruling party, su CPJ, 27 giugno 2000. URL consultato il 30 marzo 2016.
  5. ^ OSCE media freedom representative condemns media intimidation in Bosnia and Herzegovina, su OSCE RFoM, 20 settembre 2013. URL consultato il 30 marzo 2016.
  6. ^ BalcaniCaucaso, La seconda vita di Slobodna Bosna, su balcanicaucaso.org, 17 febbraio 2016.
  7. ^ (BH) Prestanak štampanja Slobodne Bosne i emitovanja eFM radija jeste atak na novinarstvo, in fairpress.eu, fairpress.eu, 19 gennaio 2016. URL consultato il 30 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2016).
  8. ^ Davor Marko, Citizenship in Media Discourse in Bosnia and Herzegovina, Croatia, Montenegro, and Serbia (PDF), su European Research Council, 2012. URL consultato il 20 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2014).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]