SN 1979C

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
SN 1979C
Localizzazione della supernova all'interno della galassia che l'ha ospitata.
Scoperta19 aprile 1979[1]
Galassia ospiteM100
Tipo di supernovasupernova di tipo II-L[2][3]
CostellazioneChioma di berenice
Distanza dal Sole50 milioni di anni luce
Coordinate
(all'epoca J2000.0)
Ascensione retta12h 22m 58,58s[2]
Declinazione+15° 47′ 52,7″[2]
Dati osservativi
Magnitudine app.11,6 e 12,23
Magnitudine di picco+12,23

Coordinate: Carta celeste 12h 22m 58.58s, +15° 47′ 52.7″

SN 1979C è una supernova di tipo II-L[2] esplosa nella galassia M100, una galassia spirale distante circa 50 milioni di anni luce dalla Terra visibile nella costellazione della Chioma di Berenice.[3] La supernova è stata scoperta il 19 aprile 1979 da un insegnante di scuola ed astrofilo, Gus Johnson.[1]

Animazione dell'esplosione (info file)
start=
Animazione dell'esplosione della supernova e della formazione del buco nero.

Si ritiene che la stella progenitrice della supernova dovesse avere una massa pari ad almeno venti volte la massa del Sole.[3]

Il 15 novembre 2010 la NASA ha dato l'annuncio della probabile presenza di un buco nero come residuo dell'esplosione;[4] l'annuncio è il risultato di una serie di analisi dei dati rilevati tra il 1995 e il 2007 da diverse missioni spaziali, tra cui Chandra, Swift, XMM-Newton e il tedesco ROSAT (operativo fino al 1999).[4]

Le osservazioni hanno mostrato la presenza di una sorgente stabile di raggi X, probabilmente dovuta all'emissione a queste lunghezze d'onda da parte del materiale in caduta libera sul buco nero e proveniente dal resto stesso della supernova oppure da una compagna in una binaria X. Un'altra possibile spiegazione considera la presenza di una nebulosa alimentata dal vento di una pulsar in rapida rotazione, simile a quella presente al centro della Nebulosa Granchio.[4]

SN 1979C è stata inoltre studiata nel continuum radio; la sua curva di emissione è stata infatti studiata tra il 1985 e il 1990 tramite il Very Large Array.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Peter Edmonds, The Man Who Discovered SN 1979C and Beat the Machines, su chandra.harvard.edu, Harvard–Smithsonian Center for Astrophysics, 16 novembre 2010. URL consultato il 21 novembre 2010.
  2. ^ a b c d SN 1979C -- SuperNova, su simbad.u-strasbg.fr, SIMBAD. URL consultato il 23 febbraio 2011.
  3. ^ a b c Nancy Atkinson, Has a Recent, Nearby Supernova Become a Baby Black Hole?, su universetoday.com, Universe Today, 15 novembre 2010. URL consultato il 18 novembre 2010.
  4. ^ a b c Trent Perrotto, Janet Anderson, Megan Watzke, NASA'S Chandra Finds Youngest Nearby Black Hole, su nasa.gov, NASA, 15 novembre 2010. URL consultato il 15 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
  5. ^ K. W. Weiler, S. D. van Dyk, J. L. Discenna, et al, The 10 year radio light curves for SN 1979C, in Astrophysical Journal, Part 1 (ISSN 0004-637X), vol. 380, 1991, pp. p. 161-166.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]