Rhinolophus willardi

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Rhinolophus willardi
Immagine di Rhinolophus willardi mancante
Stato di conservazione
Specie non valutata[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Superordine Laurasiatheria
Ordine Chiroptera
Sottordine Microchiroptera
Famiglia Rhinolophidae
Genere Rhinolophus
Specie R.willardi
Nomenclatura binomiale
Rhinolophus willardi
Kerbis Peterhans & Fahr, 2013

Rhinolophus willardi (Kerbis Peterhans & Fahr, 2013) è un pipistrello della famiglia dei Rinolofidi endemico della Repubblica Democratica del Congo.[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Pipistrello di piccole dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 61 e 73 mm, la lunghezza dell'avambraccio tra 49,7 e 51,5 mm, la lunghezza della coda tra 22 e 26 mm, la lunghezza delle orecchie tra 24,2 e 29 mm e un peso fino a 16 g.[3]

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

La pelliccia è lunga e lanosa. Le parti dorsali sono bruno-grigiastre, mentre le parti ventrali sono più grigiastre e brillanti. Le orecchie sono grandi, con circa 12 pieghe cutanee nella parte interna del padiglione auricolare. La foglia nasale presenta è grigio scura, è densamente ricoperta di peli ed ha un processo connettivo poco sviluppato. La porzione anteriore presenta un incavo al centro del bordo inferiore ed una foglietta supplementare dietro di essa. Le membrane alari sono bruno-grigiastre scure. La coda è lunga ed inclusa completamente nell'ampio uropatagio.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è diffusa sulle sponde occidentali del Lago Tanganika, nella Repubblica Democratica del Congo orientale.

Vive nelle foreste a circa 1 880 metri di altitudine.

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie, essendo stata scoperta solo recentemente, non è stata sottoposta ancora a nessun criterio di conservazione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Rhinolophus willardi, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Peterhans & Al., 2013.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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