Quartiere Spaventa

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Quartiere Spaventa
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàMilano
Coordinate45°26′27.75″N 9°10′37.73″E / 45.441043°N 9.177146°E45.441043; 9.177146
Informazioni generali
Condizioniin uso
Costruzione1909-1910
Usoabitazioni
Realizzazione
ArchitettoUfficio Tecnico Comunale, Innocenzo Costantini
Mappa del quartiere

Il quartiere Spaventa è un complesso di edilizia popolare di Milano, sito nella zona meridionale della città, lungo il Naviglio Pavese; prende il nome dalla via Silvio Spaventa, su cui prospetta.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La costruzione del quartiere venne decisa dal Comune di Milano nell'ambito di un piano di case popolari, elaborato nel 1906-07 per contribuire a lenire l'emergenza abitativa dettata dalla forte crescita demografica[1].

Il piano prevedeva la costruzione di 3 800 locali divisi in quattro quartieri (oltre allo Spaventa, il Lulli, il Mac Mahon, il Tibaldi)[1], non in grado di incidere sull’espansione urbana complessiva, per la loro limitata estensione[2].

La costruzione del quartiere Spaventa iniziò nel 1909 ad opera del Comune di Milano, che attraverso il proprio Ufficio Tecnico progettò due fabbricati di quattro piani a corte aperta, posti in fregio a via Spaventa, separati da un edificio di villette a schiera antistante un fabbricato dei servizi, contenente i bagni, i lavatoi e un asilo infantile[3].

Nello stesso anno si costituì l'Istituto Autonomo Case Popolari (ICP), che subitò acquisì un lotto di terreno immediatamente a nord degli edifici già costruiti, aggiungendo al quartiere ulteriori fabbricati, su progetto di Innocenzo Costantini, compiuti nel 1910[3].

Per il collegamento del quartiere al centro cittadino si provvide nel 1909 a prolungare la linea Ticinese delle tranvie urbane, dal capolinea esistente di via Tibaldi a via Spaventa, costeggiando il Naviglio Pavese[4].

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Il quartiere, similmente ad altri realizzati a Milano negli stessi anni, si compone di fabbricati di tipologia diversa, così da poter confrontare diverse soluzioni e la loro rispondenza alle esigenze.

I fabbricati costruiti dal Comune sono posti in fregio a via Spaventa. Si tratta di due edifici a cortile aperto, di quattro piani, i cui appartamenti sono disimpegnati da pianerottoli o da brevi ballatoi; fra questi due edifici sorge un fabbricato di due piani, adibito a villette a schiera.

I fabbricati costruiti dall'ICP, posti all'interno del lotto, sono edifici a blocco, disposti in maniera frammentata a seconda degli spazi disponibili, ma approssimativamente disposti in file parallele con orientamento nord-sud, separati da fasce ad orto-giardino[3].

Complessivamente il quartiere conta 397 alloggi[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Grandi e Pracchi, p. 117.
  2. ^ Grandi e Pracchi, p. 118.
  3. ^ a b c d Pugliese, p. 52.
  4. ^ Paolo Zanin, Primi tram a Milano, Salò, Editrice Trasporti su Rotaie, 2007, p. 102, ISBN 978-88-85068-07-0.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Maurizio Grandi e Attilio Pracchi, Milano. Guida all'architettura moderna, Bologna, Zanichelli, 1998 [1980], ISBN 88-08-05210-9.
  • Raffaele Pugliese (a cura di), La casa popolare in Lombardia. 1903-2003, Milano, Unicopli, 2005, ISBN 88-400-1068-8.

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