Portale:Borbone/Residenze/Villa d'Elboeuf

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Il molo del Granatello e la Villa d'Elboeuf (2011)

«Vedea in questo luogo riunito come per incanto un mare tranquillissimo, un monte sorprendente, e poi bosco, giardini, quiete, aere purissimo e cielo d'Italia! Che potea desiderar di più?»

La villa d'Elboeuf è un palazzo settecentesco di Portici, sita nelle immediate vicinanze del porto del Granatello. È la prima, in ordine cronologico, delle 122 ville vesuviane del Miglio d'oro.

Fu fatta costruire nel 1711 dal duca d'Elboeuf, su disegno di Ferdinando Sanfelice. L'edificio, di pianta rettangolare, si sviluppava su due piani, con una loggetta dalla parte del Vesuvio e due terrazze sul mare, una verso Torre del Greco ed una verso Napoli. Sulla facciata principale, rivolta verso il mare, si aprivano due portali, a cui di accedeva da una doppia scala ellittica con balaustra in marmo e piperno. Il duca d'Elboeuf fece piantare numerose piante esotiche nel giardino della villa, e la abbellì con numerosi manufatti recuperati da quelli che sarebbero diventati di lì a poco gli scavi archeologici di Ercolano.

Pochi anni dopo la fine della costruzione, nel 1716, il palazzo fu ceduto a Giacinto Falletti, duca di Cannalonga; nel 1738 ospitò Carlo di Borbone, che si innamorò di quei luoghi e fece costruire nelle vicinanze la Reggia di Portici. Nel 1742 il re acquistò la villa dagli eredi del Falletti, trasformandola in dependance della reggia, della quale costituiva anche l'approdo dal mare. Successivamente Ferdinando IV ampliò il complesso facendo costruire il bagno della regina, un emiciclo a due piani di gusto neoclassico affacciato sul mare.

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