Porcellana di Bow

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Figurina ispirata alla porcellana di Meissen, circa 1754, (V&A Museum)

La manifattura di porcellana di Bow fu attiva fra il 1747 e il 1764 nel sobborgo londinese di Bow.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La fabbrica di Bow fu fondata, dal pittore di origine irlandese Thomas Frye e da Edward Heylyn, fra il 1744 (quando furono concesse le regie patenti) e il 1749 (quando iniziò la produzione), in Stratford Langthorne nelle vicinanze di Londra[1], per fare concorrenza alla porcellana di Chelsea.

Sin dai primissimi anni si produssero le porcellane a pasta tenera di un color bianco candido, così reso dall'aggiunta nella pasta di polvere di ossa, anticipando così il bone china[2]. La porcellana di Bow, s'ispirò inizialmente alle decorazioni delle porcellane orientali e alla tipologia Kakiemon in particolare. Per questo fu coniata per la produzione del primo periodo l'espressione "New Canton" e dal 1754 la fabbrica iniziò ad arricchire la produzione di tipologia all'orientale con la tecnica della decalcomania. Si distinguono nelle plastiche o nelle pitture, sia la presenza dei fiori di pruno, ben noti a Meissen, sia le conchigliette.

Gli oggetti tipici di questa manifattura furono: tazzine, calamai, zuccheriere, figurine della "commedia dell'arte", sia in gruppi o singole, i gruppi mitologici e le classiche scene galanti. Il colorato riflette il gusto rococò, che risulta allo stesso tempo vivace e ricercato. Nei soggetti rimasero celebri quelli di Kitty Clive tratta dalla farsa Lethe di Garrick e di cui un esemplare è conservato al Fitzwilliam Museum di Cambridge. Furono realizzate anche civette, plastiche tratte da soggetti di Boucher e famosa rimane la serie delle nove muse da cui prenderà il nome l'ancora ignoto modellatore Muses Modeller. Ma la qualità purtroppo declinò rapidamente e la fabbrica fallì nel 1763. Riacquistata, venne inglobata nella fabbrica di Derby, che da quel momento in poi poté giovarsi dell'esperienza maturata dalla manifattura di Bow.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Site Map della Bow Porcelain Factory, da newhamstory.com Archiviato il 16 marzo 2013 in Internet Archive.
  2. ^ Aubrey J. Toppin, "Bow Porcelain: Some Recent Excavations on the Site of the Factory" The Burlington Magazine for Connoisseurs 40 N°. 230 (Maggio 1922), pagg. 224+228-230+233.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Adam, Elizabeth and David Redstone, Bow Porcelain, Londra, Faber & Faber Monographs on Pottery & Porcelain, 1981 e 1991.(Museum of London Bow porcelain illustrated)
  • Bradshaw, Peter Bow Porcelain Figures circa 1748-1774, London, Barrie & Jenkins, 1992.
  • Gabszewicz, Anton, with Geoffrey Freeman. Bow Porcelain, The Collection formed by Geoffrey Freeman Lund Humphries, 1982
  • Gabszewicz, Anton, Made at New Canton: Bow Porcelain from the Collection of the London Borough of Newham, Londra, English Ceramic Circle, 2000
  • 'Industries: Pottery: Bow porcelain', A History of the County of Middlesex: Volume 2: General; Ashford, East Bedfont with Hatton, Feltham, Hampton with Hampton Wick, Hanworth, Laleham, Littleton, 1911, pagg. 146–50. Date accessed: 17 May 2007.
  • Mallet, J.V.G. "Rococo in English ceramics" in Rococo: Art and Design in Hogarth's England, Victoria and Albert Museum, catalogo della mostra 1984.
  • Tait, Hugh, "Bow porcelain in R.J. Charleston, ed. British Porcelain 1745-1850, London, Benn, 1965
  • Daniels, Pat. " Bow Porceelain 1730-1747. Including the Participation of the Royal Society, Andrew Duche and the American Contribution", 2007.

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