Paolo Renier

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Paolo Renier (Venezia, 21 novembre 1710Venezia, 13 febbraio 1789) fu il centodiciannovesimo doge della Repubblica di Venezia, dal 14 gennaio 1779 fino alla morte.

Figlio di Andrea ed Elisabetta Morosini, durante il suo dogato, il penultimo della storia di Venezia, non accaddero fatti importanti, anche se all’estero si posero le basi per lo scoppio della rivoluzione francese, che pochi anni dopo la morte del Renier spazzerà via l’antica Repubblica.

Biografia

Di famiglia ricca, il Renier iniziò la sua carriera come riformatore, affiliato ai "Liberi Muratori" ed ansioso di abbattere il potere degli Inquisitori di Stato. Appena però venne eletto ambasciatore mutò rapidamente parere e, come nel peggior trasformismo politico, s’alleò contro i suoi ex amici per ottenere cariche importanti. Durante le numerose ambasciate s’arricchì a dismisura e si comprò col broglio le cariche più prestigiose, tanto da farsi soprannominare dal popolo Barabba. Rimasto vedovo aveva preso come amante (e poi sposato) una ballerina di varietà nota per la sua propensione alla spesa. Alla morte del suo predecessore sentì che era giunta la sua grande occasione e corruppe alla luce del giorno oltre 300 persone, pur d’avere abbastanza voti per esser eletto (questi dati risultano dai rapporti degli Inquisitori di Stato che, non intervenendo, dimostrarono d’appoggiarlo politicamente).

Il dogato

Eletto con 40 voti su 41 il 14 gennaio 1779, iniziò male il suo dogato: troppa gente odiava il Renier, che ricevette in quei giorni numerose minacce di morte e girò scortato. Al discorso d’investitura parlò in modo scialbo per timore d’un attentato. Spese molto per farsi amare e però riuscì a recuperare queste spese vendendo cariche e regali fatti a lui in qualità di doge in modo vergognoso. Nel 1780 i riformatori cercarono di riproporre istanze rinnovatrici, ma il Renier, loro ex alleato, li respinse e provocò il loro arresto. In mezzo a feste e piccola amministrazione il doge era sempre più odiato per la sua corruzione ed il trasformismo politico. Nel 1786 Goethe passò per Venezia (come scrive nel suo Viaggio in Italia).

Nel 17851786 per l’ultima volta la flotta veneziana partì per una (breve) guerra: al comando di Angelo Emo le navi bombardarono alcuni porti del Nord Africa in cui s’annidavano pirati e corsari. Infine, nel gennaio 1789, il doge s’ammalò in modo grave e, dopo una lunga malattia, morì il 13 febbraio 1789. Per non rovinare i festeggiamenti del carnevale, la notizia venne celata sino al 2 marzo. Il popolo, che non lo amava, si sbizzarrì in sonetti e cantate comiche sulla sua persona, vista come spregevole e tirchia.

Predecessore Doge di Venezia Successore
Alvise Giovanni Mocenigo 1779-1789 Ludovico Manin
  Portale Venezia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Venezia