Oratorio di San Domenico (San Secondo Parmense)

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Ex oratorio di San Domenico
Facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàSan Secondo Parmense
Indirizzopiazza Giuseppe Mazzini
Coordinate44°55′12.7″N 10°13′39″E / 44.920194°N 10.2275°E44.920194; 10.2275
Religionecattolica di rito romano
TitolareSan Domenico
Diocesi Parma
Consacrazione10 giugno 1647
Sconsacrazione1932
FondatoreConfraternita del Rosario
Stile architettoniconeoclassico
Inizio costruzione1638
Completamento1647

L'oratorio di San Domenico è stato un edificio religioso ubicato a San Secondo Parmense di fronte alla Rocca dei Rossi, sconsacrato è stato adibito ad abitazione privata pur intatto mantenendo l'aspetto esteriore.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1635, grazie alle offerte raccolte dai fedeli e in particolar modo dagli aderenti alla confraternita del Rosario, venne l'idea di costruire un oratorio dedicato a san Domenico, fondatore dell'ordine dei frati predicatori.[1][2]

Dopo aver ottenuto l'autorizzazione alla costruzione del nuovo luogo di culto da parte del mons. Giacomo Cornazzani, vicario della diocesi di Parma, si iniziò la demolizione della "Casa Tenca", un'abitazione posta di fronte alla Rocca posta ad angolo con il borgo grande (l'attuale via Roma) per fare spazio alla costruzione del futuro oratorio.[1]

I lavori di costruzione iniziarono nel maggio del 1638 e furono completati nell'anno 1647. Il giorno 10 giugno, don Pietro Bernazzi venne autorizzato dalla curia a benedire e consacrare il luogo di culto. La benedizione non poté essere impartita dal conte don Francesco Rossi in quanto egli era in esilio a Milano a causa della confisca del feudo effettuata dai Farnese ai danni del marchese titolare Pietro Maria IV.[1]

Dopo la consacrazione dell'oratorio i confratelli iniziarono a celebrarvi le funzioni che in precedenza erano celebrate nella collegiata della Beata Vergine Annunciata di fonte all'altare del Rosario dove nel 1614 era stata eretta la confraternita stessa.[1]

Nel 1660 don Francesco Rossi, ritornato a San Secondo dopo la restituzione del feudo alla sua famiglia, autorizzò la costruzione di un nuovo coro in prossimità dell'altare di san Domenico, facendo trasportare in un altro luogo di culto l'organo che, acquistato a Soragna, era stato collocato nell'oratorio stesso sin dal 1648.[3]

Il conte don Francesco Rossi, nel contempo, fece aprire una seconda porta di accesso, questa volta laterale, che desse accesso al nuovo portico che era stato costruito lungo il borgo grande,[3][4] consentendo, inoltre, di costruire a fianco dell'oratorio una piccola sagrestia.

L'oratorio era munito di una piccola torre campanaria dove era appesa una sola campana; intorno al quadro di san Domenico erano conservato due reliquie in due piccoli cofanetti, quelle di santa Liberata a sinistra e san Casto a destra.[5] Le reliquie erano state portate nel 1682 in solenne processione nell'oratorio dopo che erano state conservate per un certo tempo nella collegiata. Alla processioni parteciparono il conte Scipione I de' Rossi e la consorte Anna Maria Rangoni, marchesi feudatari.[5]

Le reliquie vennero in seguito riconosciute come autentiche dal vescovo Pettorelli Lalatta durante la visita pastorale del 18 luglio 1775.[6]

L'oratorio rimase aperto al culto sino all'anno 1932 anno in cui venne sconsacrato e adibito ad abitazione civile.[7]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'oratorio, ad una navata unica, presentava una pianta rettangolare con una piccola abside e due piccole cappelle laterali.[8] La facciata presentava un timpano con rosone centrale sorretto da quattro paraste e l'esterno era completato dalla piccola torre campanaria. All'interno vi era un altare di san Domenico fronteggiato dal coro ligneo del 1660 e le nicchie ove si conservavano le reliquie dei santi.[5]

Dell'intera struttura si conservano le mura perimetrali e le facciata poste ad ovest e a sud.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d G.M.Cavalli, p.148.
  2. ^ Mons. Giuseppe Maria Cavalli (1804-1892) fu parroco della collegiata di San Secondo per quarant'anni, dal 1853 sino alla morte. Sansecondino di origine, scrisse la storia del paese nel 1870. Il documento originale è stato dattiloscritto dal arch. Luciano Summer. Per la biografia di mons. Cavalli vedere qui, per poter consultare il libro citato leggere qui.
  3. ^ a b G.M.Cavalli, p.149.
  4. ^ Come già detto il borgo grande coincide con l'attuale via Roma e il fatto che mons. Cavalli parli di nuovo portico, consente di datare i portici che tuttora sono presenti nella parte della via più vicina alla piazza della rocca dei Rossi alla prima metà del seicento.
  5. ^ a b c G.M.Cavalli, p.150.
  6. ^ G.M.Cavalli, p.151.
  7. ^ a b Parrocchia di San Secondo Parmense, su digilander.libero.it. URL consultato il 13 gennaio 2017.
  8. ^ Monumenti di San Secondo, su webalice.it. URL consultato il 13 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 16 gennaio 2017).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe Maria Cavalli, Cenni storici della borgata e chiesa di San Secondo nel parmigiano, San Secondo Parmense, 1870.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]