Movimento dei Combattenti per la Libertà Lituana

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Il Movimento dei Combattenti per la Libertà Lituana (in lituano: Lietuvos laisvės kovos sąjūdis o in acronimo LLKS) è stata un'organizzazione di resistenza composta dai partigiani lituani finalizzata a intraprendere azioni di guerriglia contro l'Unione Sovietica all'indomani della seconda guerra mondiale. Fondata il 10 febbraio 1949 nel corso di una riunione di tutti i comandanti partigiani nel villaggio di Minaičiai, più o meno al centro della Lituania, il primo presidente nominato fu Jonas Žemaitis (nome in codice Vytautas). Il 16 febbraio, 31º anniversario dell'Atto di indipendenza della Lituania del 1918, l'Unione adottò una dichiarazione in cui si proclamava l'autorità politica e militare suprema nella nazione. Nel 1996, qualche anno dopo che la Lituania riacquistò l'indipendenza nel 1990, il Seimas (parlamento) riconobbe la dichiarazione come atto ufficiale della Repubblica di Lituania e Žemaitis come presidente. L'organizzazione e la guerra partigiana nei Paesi baltici furono soppresse per mano delle agenzie di sicurezza sovietiche nel 1953.[1][2]

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

LLKS
Distretto della Lituania occidentale (Jūra)
Distretto della Lituania meridionale (Nemunas)
Distretto della Lituania orientale (re Mindaugas)
Distretto militare di Žemaičiai
Distretto militare di Prisikėlimas
Distretto militare di Kęstutis
Distretto militare di Tauras
Distretto militare di Dainava
Distretto militare di Algimantas
Distretto militare di Vytautas
Distretto militare di Vytis
Distretto militare di Didžioji Kova
Alka
Maironis
Vaidotas
Vytautas
Dzūkai
Žalioji
Tigras
Krikštaponis
Šatrija
Duca Žvelgaitis
Birutė
Žalgiris
Šarūnas
Šarūnas
Liūtas
Briedis
Kardas
Juozapavičius
Butageidis
Geležinis vilkas
Kazimieraitis
Duca Margiris
Lokys
Lietuvos žalioji

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (LT) "Movimento dei Combattenti per la Libertà Lituana", lrs.lt, link verificato il 1º ottobre 2020.
  2. ^ Alberto Rosselli, "La resistenza antisovietica in Lituania 1944-1953", storico.org, link verificato il 29 luglio 2020.

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