Monastero di Gandzasar

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Monastero di Gandzasar
Complesso monastico di Gandzasar
StatoBandiera dell'Azerbaigian Azerbaigian
DistrettoKəlbəcər
Localitànei pressi del villaggio di Vank
Coordinate40°03′24.62″N 46°31′52.44″E / 40.056839°N 46.531233°E40.056839; 46.531233
Religionecristiana apostolica armena
Consacrazione22 luglio 1240
FondatoreHasan Jalal
Stile architettonicoArchitettura armena
Inizio costruzione1216
Completamento1238
Sito webwww.gandzasar.com

Il monastero di Gandzasar (armeno: Գանձասարի վանք) è un monastero armeno del XIII secolo situato in Azerbaigian, nel distretto di Kəlbəcər. Fino al 2024 era situato nella repubblica di Artsakh (già denominata repubblica del Nagorno Karabakh), nei pressi del villaggio di Vank (regione di Martakert).

"Gandzasar" significa "montagna del tesoro" in armeno (da gandz tesoro e sar montagna).[1][2]

Gandzasar fu la residenza del catholicosato di Aghvank della semiautonoma chiesa armeno-albana dal XIV secolo fino al 1836 quando quest'ultima venne definitivamente unita alla Chiesa apostolica armena. Ora è la sede dell'arcivescovo armeno dell'Artsakh.

La costruzione di Gandzasar iniziò nel 1216, sotto il patronato del principe armeno di Khachen, Hasan Jalal-Dawla, e fu completata nel 1238 e consacrata il 22 luglio 1240.

Il complesso è protetto da alte mura. All'interno del complesso vi è la cattedrale di San Giovanni Battista (Սուրբ Յովհաննու եկեղեցի Մկրտիչ in armeno), costruita tra il 1216 e 1238. Il tamburo della cupola ha raffinati bassorilievi che raffigurano la Crocifissione, Adamo ed Eva.

Il monastero possiede reliquie credute appartenere a san Zaccaria, padre di Giovanni Battista.

Nel novembre del 2015, nel complesso del monastero, è stata inaugurata una sezione "Artsakh" del Matenadaran, l'importante raccolta di codici e manoscritti armeni custoditi a Erevan.[3]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cilicia.com. URL consultato il 2 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  2. ^ 360armenia.com. URL consultato il 2 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  3. ^ News.am, 21.11.2015

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