Media Bias/Fact Check

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Media Bias/Fact Check
sito web
Logo
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URLmediabiasfactcheck.com
LinguaInglese
Registrazionefacoltativa
Scopo di lucro
ProprietarioDave Van Zandt
Lancio2015
Stato attualeattivo

Media Bias / Fact Check è un sito Web che valuta qualitativamente i media di Internet, della carta stampata e della radiotelevisione in termini di verifica dei fatti e di verifica delle fonti, nonché di orientamento politico-religioso ed un'eventuale manipolazione informativa. Il sito è gratuitamente disponibile in lingua inglese ed è gestito dal suo fondatore Dave Van Zandt.[1]

Contenuto[modifica | modifica wikitesto]

Media Bias mostra una pagina web per ogni sito di notizie e commenti censito, nella quale assegna un giudizio qualitativo (non numerico) secondo l'intero spettro politico da sinistra a destra, con la seguente scala di valori: di "estrema sinistra", "tendente a sinistra", "di centro-sinistra", "scarsamente tendenzioso", "tendente al centro-destra", "tendente a destra" e "di estrema destra".
Inoltre, per ogni sito è assegnata una seconda valutazione sull'accuratezza e imparziale oggettività dei contenuti pubblicati, con il seguente dominio di valori possibili: "molto alto", "alto", "prevalentemente fattuale", "misto", "basso" e "molto basso".[2]

Inoltre, vengono forniti un breve giudizio discorsivo e alcuni esempi di notizie pubblicate dal sito in esame e risultate false o inesatte alla prova del fact checking.

Partenariati[modifica | modifica wikitesto]

Il sito è stato utilizzato dai ricercatori dell'Università del Michigan per creare uno strumento chiamato "Iffy Quotient", che attinge i dati da Media Bias/Fact Check e NewsWhip per tracciare la diffusione di "notizie false" e fonti opinabili sui social media..[3][4]

Il sito è stato utilizzato anche da un gruppo di ricerca del Massachusetts Institute of Technology per alimentare la base di conoscenza, dalla quale ha preso le mosse un servizio web di intelligenza artificiale capace di rilevare e verificare i pregiudizi verso un sito Web terzo.[5][6]

Opinioni[modifica | modifica wikitesto]

La Columbia Journalism Review ha descritto Media Bias/Fact Check come un tentativo amatoriale di categorizzare il pregiudizio mediatico e Van Zandt come un «analista multimediale da poltrona».[7] Van Zandt si è autodefinito come un «ricercatore da poltrona più di 20 anni di [attività sui pregiudizi dei media e il loro ruolo nell'influenzare la politica».[8] Il Poynter Institute for Media Studies osserva che «Media Bias / Fact Check è una fonte ampiamente citata per le notizie e gli studi sulla disinformazione, malgrado il suo metodo non sia affatto scientifico».[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ About, su mediabiasfactcheck.com, Media Bias/Fact Check.
  2. ^ Methodology - Media Bias/Fact Check, su Media Bias/Fact Check.
  3. ^ Dian Schaffhauser, U-M Tracker Measures Reliability of News on Facebook, Twitter -- Campus Technology, su Campus Technology.
  4. ^ Paul Resnick, Aviv Ovadya e Garlin Gilchrist, Iffy Quotient: A Platform Health Metric for Misinformation (PDF), in School of Information - Center for Social Media Responsibility, University of Michigan, p. 5.
  5. ^ (EN) Rob Verger, This AI can help spot biased websites and false news, su Popular Science, 4 ottobre 2018.
  6. ^ Ramy Baly, Georgi Karadzhov, Dimitar Alexandrov, James Glass e Preslav Nakov, Predicting Factuality of Reporting and Bias of News Media Sources, in Proceedings of the 2018 Conference on Empirical Methods in Natural Language Processing, Brussels, Belgium, Association for Computational Linguistics, 2018, pp. 3528-3539.
  7. ^ (EN) We can probably measure media bias. But do we want to?, in Columbia Journalism Review.
  8. ^ Has Facebook’s algorithm change hurt hyperpartisan sites? According to this data, nope, in Nieman Lab.
  9. ^ Here’s what to expect from fact-checking in 2019, su Poynter.org, 18 dicembre 2018.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]