Marina mercantile degli Stati Uniti d'America
La marina mercantile degli Stati Uniti d'America (in lingua inglese United States Merchant Marine) è la flotta civile degli USA proprietaria di navi mercantili, gestiti dal governo USA oppure dal settore privato, impegnati nel commercio e nel trasporto di merci.
Mentre in tempo di pace è competente per il trasporto passeggeri e merci, in tempo di guerra presta ausilio alla marina militare e può essere chiamata ad effettuare il trasporto truppe e dare rifornimento ai militari.
Panoramica
[modifica | modifica wikitesto]La marina mercantile è ausiliaria civile della Marina degli Stati Uniti, ma non possiede una uniforme di servizio, eccetto che in tempo di guerra, in conformità con il Merchant Marine Act of 1936, i marittimi vengono considerati personale militare. Nel 1988, il Presidente Ronald Reagan firmò un disegno di legge per garantire lo status di veterani ai marittimi mercantili che avevano prestato servizio in tempo di guerra. Prima di tale legislazione, essi erano considerati civili e non percepivano alcun beneficio spettante ai veterani delle forze armate degli Stati Uniti.
Dal 2006, la flotta mercantile statunitense conta 465 navi[1] e si compone di 69.000 membri. Settecento navi sono possedute da enti o aziende statunitensi ma registrate o battenti bandiera in altri paesi e non sono comprese in questo conto.
Il Governo Federale sostiene flotte di navi mercantili attraverso la Military Sealift Command e la National Defense Reserve Fleet. Nel 2004 il Governo federale impiegava approssimativamente il 5% di tutti i lavoratori dei trasporti su acqua.[2]
Normativa
[modifica | modifica wikitesto]Il Merchant Marine Act of 1920
[modifica | modifica wikitesto]Il Merchant Marine Act of 1920 (Legge sulla Marina mercantile del 1920), spesso chiamato Jones Act, impone alle navi battenti bandiera statunitense, di essere di proprietà di cittadini statunitensi e di avere una documentazione secondo le leggi degli Stati Uniti d'America.[3] Essa impone anche che tutti gli ufficiali e il 75% dell'equipaggio debba essere di nazionalità statunitense. Le navi che soddisfano a questi requisiti formano la "Flotta della legge Jones" e solo queste sono autorizzate a operare nel cabotaggio o trasportare passeggeri tra due porti degli Stati Uniti.[4]
Un altro importante aspetto della legge è che essa consente ai marinai lesi di ottenere risarcimenti dai loro datori di lavoro in caso di negligenza dell'armatore, del comandante della nave o di altri componenti dell'equipaggio.
Regolamenti internazionali
[modifica | modifica wikitesto]La Legge Federale impone alla marina mercantile di aderire ad un certo numero di convenzioni internazionali. L'Organizzazione Marittima Internazionale è stata la fonte di un certo numero di regolamenti.
Le principali convenzioni internazionali sono:
- SOLAS 74 (International Convention for the Safety of Life at Sea).
- MARPOL 73/78 (International Convention for the Prevention of Pollution From Ships) 1973, come modificata dal Protocollo del 1978.
- ICLL 66 (International Convention on Load Lines), come riveduta nel 1966
- 72 COLREGS (International Regulations for Preventing Collisions at Sea)
- STCW 95 (International Convention on Standards of Training, Certification and Watchkeeping for Seafarers) (STCW).
- SAR 79 (International Convention on Maritime Search and Rescue)[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ 1.000 tonnellate ed oltre. Secondo le statistiche del 2006, della CIA World Factbook
- ^ (EN) Water Transportation Occupations, su U.S. DOL, Bureau of Labor Statistics. URL consultato il 31 marzo 2007.
- ^ Avere documenti significa essere «...registrati, immaticolati, o possedere una licenza secondo le leggi degli Stati Uniti."
- ^ Ci sono paesi ove, a causa delle meno restrittive leggi sul lavoro e sui salari, è più conveniente registrare una nave che negli USA. I critici della legge sostengono che essa riduce in modo scorretto l'attività lucrativa dei trasporti marittimi nazionali.
- ^ (EN) Adoption of Amendments to the International Convention on Maritime Search and Rescue, 1979 (PDF), su navcen.uscg.gov. URL consultato il 5 aprile 2007 (archiviato dall'url originale il 20 giugno 2007).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- American Merchant Marine at War, su usmm.org. URL consultato il 1º aprile 2007.
- Casualty statistics World War II, su usmm.org. URL consultato il 1º aprile 2007.
- E. Kay Gibson, Brutality on Trial: Hellfire Pedersen, Fighting Hansen, And the Seaman's Act of 1915, Gainesville, University Press of Florida, 2006, p. 225, ISBN 0-8130-2991-0..
- William B. Hayler, American Merchant Seaman's Manual, Cornell Maritime Pr, 2003, ISBN 0-87033-549-9..
- The Merchant Marines in the Korean War, su United States Army. URL consultato il 1º aprile 2007 (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2007).
- Brian Herbert, review of The Forgotten Heroes: The Heroic Story of the United States Merchant Marine [collegamento interrotto], su historynet.com. URL consultato il 1º aprile 2007..
- Winthrop L. Marvin, Merchant Marine of the United States, in The Encyclopedia Americana: A Library of Universal Knowledge, vol. 18, New York and Chicago, Encyclopedia Americana Corp., 1919 [1919], pp. 657–664, ISBN. URL consultato il 20 aprile 2008.
- Joanna Pro, Unsung Heroes of World War II: Seamen of the Merchant Marine still struggle for recognition, su post-gazette.com. URL consultato il 1º aprile 2007.
- Recipients of Merchant Marine Distinguished Service Medal, su usmm.org. URL consultato il 1º aprile 2007.
- Seafarers International Union - War's Forgotten Heroes (Article) (XML), su seafarers.org. URL consultato il 18 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2011).
- Guy Thomas, A Maritime Traffic-Tracking System: Cornerstone of Maritime Homeland Defense, su Naval War College Regiew. URL consultato il 1º aprile 2007 (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2006).
- Michelle Thomas, Lost at Sea and Lost at Home: The Predicament of Seafaring Families (PDF), su Seafarers International Research Centre, Cardiff University. URL consultato il 1º aprile 2007 (archiviato dall'url originale il 20 giugno 2007).
- Edward A. Turpin, McEwen, William A., Merchant Marine Officers' Handbook, 4th, Centreville, MD, Cornell Maritime Press, 1989, ISBN 0-87033-056-X.
- United States, su CIA World Factbook. URL consultato il 13 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 26 dicembre 2018).
- United States Merchant Marine Served in all Wars Since the Revolutionary War, su usmm.org. URL consultato il 1º aprile 2007.
- World Merchant Fleet, 2005 (PDF), su U.S. Maritime Administration, 9. URL consultato il 13 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2007).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Marina mercantile degli Stati Uniti d'America
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Heave Ho — The United States Merchant Marine Anthem (lyrics only)
- Sea History at the National Maritime Historical Society, su seahistory.org. URL consultato il 18 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2007).
- The Marine Society Archiviato l'8 ottobre 2006 in Archive.is. (the world's oldest seafarers' not-for-profit organisation)
- Women and the Sea: The Mariner's Museum., su mariner.org.
- Women in Maritime History, su nps.gov.
- Lyrics to the official Merchant Marine song, "Heave Ho! My Lads, Heave Ho!", music and lyrics by Jack Lawrence, su usmm.org.
- Compilation of Maritime Law (U.S. 2006) (PDF), su marad.dot.gov. URL consultato il 18 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 20 giugno 2007).
- American Merchant Marine at War - Revolution to World War II to today, su usmm.org.
- Maritime Trade & Transportation 2002 from the Bureau of Trade Statistics
- “Liberty Ships and Victory Ships, America’s Lifeline in War”, a National Park Service Teaching with Historic Places (TwHP) lesson plan, su nps.gov.