Loligosepia

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Loligosepia è un genere di molluschi cefalopodi estinti, appartenente ai vampiromorfi. Visse tra il Triassico superiore e il Giurassico medio (Retico - Toarciano, circa 204 - 183 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati in Europa.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Questo animale doveva assomigliare molto a una seppia o a un calamaro attuali, come ricorda anche il nome scientifico (che significa appunto "seppia - calamaro"), anche se non era strettamente imparentato con nessuno dei due. Grazie a un esemplare perfettamente conservato, si è potuto ricostruire perfettamente l'aspetto dell'animale completo di tessuti molli: Loligosepia possedeva non dieci, ma otto braccia prive di uncini, lunghe quasi la metà del corpo; in totale, l'animale intero poteva superare la lunghezza di 40 centimetri. Stranamente, sembra che le braccia non fossero dotate né di ventose (come quelli di calamari, seppie e polpi) né di uncini (come quelli delle belemniti).

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Loligosepia è il genere eponimo dei Loligosepiidae, una famiglia di molluschi cefalopodi coleoidi considerati ancestrali agli attuali vampiroteutidi, e con essi raggruppati nel gruppo dei Vampyromorpha. Il genere Loligosepia è conosciuto per varie specie, la più antica delle quali (Loligosepia neidernachensis) risale alla fine del Triassico ed è nota per fossili provenienti dalla Germania. Altre specie sono L. bucklandi dell'inizio del Giurassico dell'Inghilterra e la ben nota Loligosepia aalensis, nota per numerosi fossili ben conservati provenienti dalla Posidonia Shale del Toarciano della Germania.

Paleoecologia[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni uncini di belemniti conservatisi nella parte posteriore del mantello di un esemplare di Loligosepia, ed evidentemente indicanti i resti di un pasto, indicano che questo animale era un predatore di belemniti (Fuchs et al., 2013).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • J. Reitner. 1978. Ein Teuthiden-Rest aus dem Obernor (Kössener-Schichten) der Lahnewies-Neidernachmulde bei Garmisch-Partenkirchen (Bayern). Palaeontologische Zeitschrift 52:205-212
  • Doguzhaeva, L. A., & Mutvei, H. (2003). Gladius composition and ultrastructure in extinct squid-like coleoids: Loligosepia, Trachyteuthis and Teudopsis. Revue de Paléobiologie, 22(2), 877-894.
  • Fuchs, D., & Weis, R. (2008). Taxonomy, morphology and phylogeny of Lower Jurassic loligosepiid coleoids (Cephalopoda). Neues Jahrbuch Für Geologie Und Paläontologie - Abhandlungen, 249(1), 93–112. doi:10.1127/0077-7749/2008/0249-0093
  • Fuchs, D., Keupp, H., & Schweigert, G. (2013). First record of a complete arm crown of the Early Jurassic coleoid Loligosepia (Cephalopoda). Paläontologische Zeitschrift, 87(3), 431–435.
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