Khawkinea

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Khawkinea
Khawkinea acutecaudata Skuja 1948
Classificazione filogenetica
Dominio Eukaryota
(clade) (sottodominio) Bikonta
(clade) (supergruppo) Excavata
(clade) (regno) Discoba
(clade) (phylum) Euglenozoa
(clade) (classe) Euglenida
(clade) (sottoclasse) Euglenophyceae
Ordine Eutreptiales
Famiglia Astasiaceae
Genere Khawkinea
Jahn & McKibben, 1937
Classificazione classica
Dominio Eukaryota
Regno Protista
Sottoregno Excavata
Phylum Discoba
Subphylum Euglenozoa
Classe Euglenida
Sottoclasse Euglenophyceae
Ordine Eutreptiales
Famiglia Astasiaceae
Genere Khawkinea
Jahn & McKibben, 1937
Specie
(filogenetica)

Khawkinea, secondo una classificazione filogenetica (Skuja, 1939) è un genere del supergruppo Excavata appartentente alla famiglia Astasiaceae.[1][2][3][4][5][6][7][8][9][10]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

I Khawkinea sono organismi unicellulari e incolori che potrebbero essere collocati nel genere Astasiella se non fosse per la presenza di una macchia oculare e di un rigonfiamento flagellare (presunto fotorecettore), il che fa presumere che tale genere sia derivato dal genere fototrofo Euglena (sottoclasse Euglenophyceae, ordine Euglenales, famiglia Euglenidae) per perdita di cloroplasti. Vivono in acqua dolce e sono in gran parte osmotrofi, oppure parassiti nei platelminti, nei copepodi e negli anellidi d'acqua dolce. Il genere fu proposto da Jahn & McKibben nel 1937.

I Khawkinea assomigliano all'Euglena in quasi tutte le caratteristiche. Sono di forma fusiforme o oblunga e di sezione circolare. Hanno un flagello emergente usato per il movimento, che è attaccato quasi a una delle estremità, che presenta un rigonfiamento e una macchia oculare. con una apertura del canale subapicale. Presentano inoltre una macchia oculare e una tumefazione flagellare. Il movimento é repentino come negli euglenoidi. E' assente un sistema digestivo.

Si pensa che il genere si sia evoluto dall'Euglena per perdita di cloroplasti.

Il nucleo è cospicuo e situato approssimativamente al centro o spostato verso l'estremità posteriore della cellula. Finora non si sa nulla della riproduzione in questo genere.

I Khawkinea vivono in acqua dolce e sono molto diffusi. Sono tutti osmotrofici[11], per lo più a vita libera,[12][13] Tassonomicamente, attualmente ci sono 2 nomi di specie accettati e uno di stato incerto.[2]

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Il genere fu descritto per la prima volta nel 1937 da Theodore Louis Jahn e Wendell R. McKibben, il nome onora il russo-britannico Waldemar Haffkine.

Il genere comprende alpiù 45 specie riconosciute, ed è conosciuto dall'Europa: Lettonia, Francia, Ucraina e Svizzera, e dal Sud America: Cile e Brasile.

Classificazioni alternative[modifica | modifica wikitesto]

Una classificazione ormai non più accettata (Cavalier-Smith) inserisce questo genere nella famiglia delle Astasiidae, sottordine Rhabdomonadina, ordine Natomonadida, sottoclasse Anisonemia, classe Peranemea, superclasse Spirocuta, infraphylum Dipilida, subphylum Euglenoida, phylum Euglenozoa, sottoregno Eozoa, Regno Protozoa, finché non si è scoperto che tali gruppi sono parafiletici.[14][2]

Suddivisioni[modifica | modifica wikitesto]

Il genere Khawkinea contiene 48 specie finora riconosciute, di cui 14 registrate:[1]


13 specie attualmente oggetto di investigazione:

E una ulteriore specie oggi è riconosciuta come un'altra specie;

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Khawkinea, Jahn & McKibben, 1937. World Register of Marine Species (WoRMS), 2012-07-02 09:46:11
  2. ^ a b c Khawkinea, Jahn & McKibben, 1937: Algaebase, su algaebase.org. URL consultato l'8 July 2023.
  3. ^ Khawkinea, Jahn & McKibben, 1937. Encyclopedia of Life, 2023-07-07 16:45:11
  4. ^ Khawkinea, Jahn & McKibben, 1937, su ebi.ac.uk. URL consultato l'8 July 2023.
  5. ^ Khawkinea, Jahn & McKibben, 1937, su ncbi.nlm.nih.gov. URL consultato l'8 July 2023.
  6. ^ Khawkinea, Jahn & McKibben, 1937, su itis.gov. URL consultato l'8 July 2023.
  7. ^ Khawkinea, Jahn & McKibben, 1937, su wikidata.org. URL consultato l'8 July 2023.
  8. ^ Index Nominum Genericorum (ING), su naturalhistory2.si.edu. URL consultato l'8 July 2023.
  9. ^ Adl, S.M. et al. (2012). The revised classification of eukaryotes. Journal of Eukaryotic Microbiology, 59(5), 429-514
  10. ^ Marin, B., Palm, A., Klingberg, M., & Melkonian, M. (2003). Phylogeny and taxonomic revision of plastid-containing euglenophytes based on SSU r DNA sequence comparisons and synapomorphic signatures in the SSU r RNA secondary structure. Protist, 154(1), 99-145.
  11. ^ Osmotrofia.
  12. ^ ahn, T.L. & McKibben, W.R. (1937). A colorless euglenoid flagellate, Khawkinea halli n. gen., n. sp. Transactions of the American Microscopical Society 56(1): 48-54.
  13. ^ Schoch CL, et al. NCBI Taxonomy: a comprehensive update on curation, resources and tools. Database (Oxford). 2020: baaa062. PubMed: 32761142 PMC: PMC7408187.
  14. ^ Cavalier-Smith, T. (2016). Higher classification and phylogeny of Euglenozoa. European Journal of Protistology 56: 250–276, 2 figs.