James Clement Boswell

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Gruppo di artisti di strada in parata in costume da pagliaccio

James Clement Boswell (Halifax, 1826Parigi, 1º maggio 1859) è stato un circense inglese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Boswell, di cui non si conosce con esattezza la località di nascita, anche se alcune fonti la indicano in Halifax,[1] si mise in evidenza soprattutto come clown e acrobata.[1][2]

Fu considerato l'erede di Thomas Kemp (1819-1955), uno dei primissimi clown, che allietò il pubblico francese con i suoi show divertenti e spettacolari.[3]

Boswell si caratterizzò per la sua mimica allusiva, per le sue espressioni facciali drammatiche, tipiche dei clown d'oltremanica, per la sua forza e agilità, per i suoi lazzi originali ed efficaci.[3]

Tra i suoi numeri più importanti, si ricordano quello eseguito al Circo Franconi, durante il quale divertiva i parigini parodiando, in costumi da scudiero, il monologo dell'Amleto recitando alcuni versi ad una graziosa cavallerizza, oppure indossando una parrucca rossa e agitando due enormi nacchere, una danzatrice gitana.[2]

Inoltre si dimostrò abile nell'eseguire un equilibrio di testa sopra una pertica, mentre cani e scimmie da lui ammaestrati, gli danzavano attorno.[2] La pertica in origine era una scala sulla quale lui saliva e a mano a mano ne staccava i pioli e arrivato in cima anche uno dei montanti.[1][3]

Morì a causa di una congestione cerebrale, provocata da questo insolito esercizio.[1][2] Secondo alcuni cronisti morì subito dopo l'esercizio, secondo altri dopo un mese di agonia, vegliato dal suo cane.[3]

Anatole France disse di lui: «Boswell aveva definitivamente istituito in Francia la pasquinata d'oltremanica, introdotta dal suo predecessore Kemp, un altro burlone morto di nostalgia».[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Boswell, James Clement, su sapere.it. URL consultato il 6 luglio 2020.
  2. ^ a b c d Boswell, James Clement, in le muse, II, Novara, De Agostini, 1964, p. 375.
  3. ^ a b c d e Tristan Rémy, I clown. Storia, vita e arte dei più grandi artisti della risata, su books.google.it. URL consultato il 6 luglio 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (FR) Adrian, Ce rire qui vient du cirque, 1969.
  • (FR) Yves Dagenais, Le Petit Auguste Alphabétique, Parigi, Magellan, 2015.
  • (FR) Dominique Denis, Clowns de Cirque – Histoire des Comiques de la Piste, Arts des 2 Monde, 2015.
  • (FR) Dominique Denis, L'Art du Clown, Parigi, Arts des 2 Mondes, 2005.
  • (FR) Dominique Denis, Le Livre du Clown, Strasburgo, Editions du Spectacle, 1985.}
  • (FR) Jacques Fabbri e André Sallée, Clowns et Farceurs, Parigi, Bordas, 1982.
  • (FR) Pierre Robert Levy, Les clowns et la tradition clownesque, La Gardine, 1991.
  • (FR) Tristan Rémy, Les Clowns, Parigi, Grasset, 1945.
  • (EN) John H. Towsen, Clowns, New York, Hawthorn Books, 1976.
  • (DE) Mario Turra, Das Lachen des clowns, Berlino, Henschelverlag, 1972.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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