Giovanni Mocenigo

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Ritratto di Giovanni Mocenigo dipinto da Gentile Bellini nel 1480

Giovanni Mocenigo (Venezia, 1409Venezia, 14 settembre 1485) fu il settantaduesimo doge della Repubblica di Venezia dal 18 maggio 1478 alla sua morte.

Fratello del doge Pietro Mocenigo (1474-1476), secondo alcuni cronisti egli venne eletto più per gli alti meriti acquisiti dal fratello che per i propri ma, al contrario, lo storico Da Mosto riporta cronache in cui esso è visto come «homo quieto, human, liberale, destro e giusto», dando invece una buona impressione sulle sue effettive capacità. Comunque, stando solo ai fatti più che ai racconti, spesso influenzati da visioni politiche, fu un buon doge e, pur costretto ad un'onerosa pace contro i turchi nel 1479, guidò la città con energia e sicurezza.

Vita

Figlio di Leonardo e Francesca Molin, visse un po' all'ombra del fratello e non fece una importante carriera nel settore pubblico, anche se secondo alcune ipotesi ciò potrebbe esser dovuto al fatto che, avendo già il fratello incarichi di somma importanza, il governo veneziano volesse evitare d'accentrare troppo potere in capo alla stessa famiglia. Era sposato con Taddea Michiel, morta di peste il 23 ottobre 1479.

Dogato

Venne eletto all'ottavo scrutinio, il 18 maggio1478, grazie all'appoggio di alcuni parenti influenti. Il suo dogato s'aprì con le ultime azioni belliche della prima lunga guerra turco - veneta (1463 - 1479) che ormai volgeva alla conclusione. La sproporzione di forze costrinse la Repubblica ad una onerosa pace (25 gennaio 1479) che la costrinse a cedere alcune fortezze e a pagare pesanti tributi per poter commerciare liberamente nelle terre dell'impero turco. Conclusa la lunga guerra giunse inaspettata la peste che, dopo aver falciato la maggior parte della popolazione cittadina, si portò via anche la dogaressa. Anche il doge s'ammalò ma riuscì a sopravvivere. Nel 1480 intanto, pacificato il Levante, aumentò la tensione nella terraferma. Venezia, ormai potenza nazionale, vedeva di mal occhio le pretese sul Polesine del duca di Ferrara Ercole d'Este spalleggiato dal re di Napoli Ferdinando. Grazie ad un'alleanza d'interesse con il papa Sisto IV (che sperava d'ottenere benefici per suo nipote, Girolamo Riario) Venezia entrò in guerra e sconfisse il duca; ininfluente fu persino il passaggio del pontefice nello schieramento avverso (sempre per motivi d'opportunismo) ed il 7 agosto 1484 fu firmata la pace di Bagnoli che consegnò il Polesine alla Repubblica. Nel frattempo, il 14 settembre 1483, un incendio aveva distrutto Palazzo Ducale ed erano prontamente cominciati ingenti lavori di ristrutturazione. Il doge Mocenigo però, sempre più vecchio, nell'estate 1485 venne colpito per la seconda volta dalla peste e questa volta non riuscì a sopravvivere. Morì il 14 settembre 1485 e venne sepolto in tutta fretta ed in segreto a seguito dello svilupparsi del contagio nella città, cosa che sconsigliava assembramenti di persone.

Predecessore Doge di Venezia Successore
Andrea Vendramin 1478-1485 Marco Barbarigo
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