Emine Sultan (figlia di Mustafa II)

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Emine Sultan
Sultana dell'Impero ottomano
NascitaEdirne o Belgrado, 1º settembre 1696
MorteCostantinopoli, 1739
Luogo di sepolturaMevlevihane Kapısı, Costantinopoli
DinastiaCasa di Osman
PadreMustafa II
ConiugiSilahdar Çorlulu Ali Pasha
(1708-1711, ved.)

Recep Pasha
(1712-1723, ved.)

Ibrahim Pasha
(1724-1724, div.)

Abdullah Pasha
(1728-1736, ved.)
ReligioneIslam sunnita

Emine Sultan (turco ottomano: امینہ سلطان, "che è degna di fiducia" o "benevola"; Edirne o Belgrado, 1º settembre 1696Costantinopoli, 1739) è stata una principessa ottomana, figlia del sultano Mustafa II e sorellastra dei sultani Mahmud I e Osman III.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Emine Sultan nacque il 1 settembre 1696. Al momento della sua nascita suo padre era in viaggio in Austria e parte del suo harem lo attendeva a Belgrado, mentre il resto era rimasto a Edirne. Perciò Emine potrebbe essere nata a Belgrado o a Edirne. Suo padre era il sultano ottomano Mustafa II, mentre non è nota l'identità di sua madre[1].

Nel 1703 suo padre fu deposto a favore di suo fratello minore Ahmed III e lei, con le sorellastre, rinchiusa nel Vecchio Palazzo fino al suo matrimonio.

Matrimoni[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1701, Emine venne promessa in sposa ad Hasan Paşah, beylerbey di Damasco, ma il fidanzamento fu annullato dopo pochi mesi, così da poter promettere Emine a Silahdar Çorlulu Ali Paşah. Il matrimonio venne posticipato a causa della deposizione del padre di Emine nel 1703, e della sua sostituzione col fratello minore, Ahmed III[2].

Alla fine, Emine si sposò quattro volte:

  • L'8 aprile 1708 con Silahdar Çorlulu Ali Paşah. Le nozze si tennero insieme a quelle della sua sorellastra Ayşe Sultan. La sposa aveva 12 anni e lo sposo 38. Ali offrì a Emine come dono di nozze diamanti, rubini, smeraldi, gioielli e 2.000 pezzi d'oro. Emine rimase vedova nel 1711, quando suo marito fu giustiziato[3][4].
  • Nel 1712 Emine sposò Recep Paşah, beylerbey di Trebisonda. Rimase vedova nel 1723.
  • Nel 1724 sposò Ibrahim Paşah. Divorziò da lui poco dopo senza nemmeno convocarlo per avvertirlo, perché giudicò la sua organizzazione del pellegrinaggio a La Mecca "detestabile" e dichiarò che aveva coperto di vergogna se stesso, lei e l'intera famiglia imperiale.
  • Il 1 giugno 1728 sposò Abdullah Paşah. Rimase vedova nel 1736[5][6][7].

Non sono noti figli nati da questi matrimoni.

Beneficenza[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1715, Emine commissionò una fontana vicino alla Moschea Çivizade, nel quartiere Topkapi[8][9].

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Emine Sultan morì nel 1739 e venne sepolta nella Mevlevihane Kapısı, a Costantinopoli[8][10].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sakaoğlu 2008, p. 405.
  2. ^ Duindam, Artan & Kunt 2011, p. 356-57 n. 37
  3. ^ Uluçay 2011, p. 120-1.
  4. ^ Duindam, Artan & Kunt 2011, p. 357
  5. ^ Duindam, Artan & Kunt 2011, p. 355 n. 35.
  6. ^ Sakaoğlu 2008, p. 406
  7. ^ Uluçay 2011, p. 121.
  8. ^ a b Uluçay 2011, p. 121
  9. ^ Sakaoğlu 2008, p. 407
  10. ^ Sakaoğlu 2008, p. 407-8.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Duindam, Jeroen; Artan, Tülay; Kunt, Metin (August 11, 2011). Royal Courts in Dynastic States and Empires: A Global Perspective. BRILL. ISBN 978-9-004-20622-9.
  • Sakaoğlu, Necdet (2008). Bu mülkün kadın sultanları: Vâlide sultanlar, hâtunlar, hasekiler, kadınefendiler, sultanefendiler. Oğlak Yayıncılık. ISBN 978-9-753-29623-6.
  • Uluçay, Mustafa Çağatay (2011). Padişahların kadınları ve kızları. Ankara: Ötüken. ISBN 978-9-754-37840-5.