Draško Stanivuković

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Draško Stanivuković

Sindaco di Banja Luka
In carica
Inizio mandato24 dicembre 2020
PredecessoreIgor Radojičić

Membro dell'Assemblea nazionale della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina
Durata mandato19 novembre 2018 –
24 dicembre 2020
LegislaturaX

Dati generali
Partito politicoPDP

Draško Stanivuković (in serbo Драшко Станивуковић?; Banja Luka, 21 maggio 1993) è un politico bosniaco di etnia serba, sindaco di Banja Luka dal 24 dicembre 2020.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Banja Luka nel 1993 in una famiglia agiata di imprenditori[1] da Dragan Stanivuković e Svetlana; ha anche un fratello maggiore, Goran. Dopo aver concluso gli studi liceali si è iscritto presso la Facoltà di Economia dell'Università di Banja Luka.[2]

Appena diciottenne si iscrisse al Partito del Progresso Democratico (PDP) e nel 2014 ha fondato l'associazione "Budi drugačiji" per fornire aiuti alle fasce socialmente più deboli della popolazione; ha partecipato a diverse manifestazioni di protesta[3], venendo anche arrestato nel 2019 durante una manifestazione per chiedere alle autorità di indagare sulla morte di David Dragičević.[4]

Nel 2014 si presentò una prima volta alle elezioni per l'Assemblea nazionale della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina, ricevendo solamente 2 000 voti risultati insufficienti per un seggio. Due anni dopo si candidò a consigliere dell'assemblea comunale di Banja Luka, risultando eletto con quasi 2 100 voti e divenendo il più giovane consigliere nella storia della città; nella prima seduta dell'assemblea annunciò di voler rinunciare al suo stipendio di circa 1 000 marchi per devolverlo a studenti e persone non in grado di permettersi gli studi e le cure mediche a causa della loro situazione economica. Durante il suo mandato si è occupato principalmente di educazione e ambiente.[2]

Tentò nuovamente di ottenere un seggio all'Assemblea nazionale della Repubblica Serba alle elezioni del 2018, risultando eletto con quasi 20 000 voti e divenendo anche in questo caso il più giovane deputato dell'assemblea;[2] ha nuovamente annunciato di aver rinunciato al suo compenso devoluto in parte alla fondazione Pravda za Davida ed in parte a borse di studio ed associazioni artistiche, culturali e sportive. Nel 2019 destò scalpore l'alterco violento avuto col Ministro degli affari interni della Repubblica Serba Dragan Lukač.[5][6] Nello stesso periodo si interessò anche alle proteste clericali in Montenegro, scendendo in piazza a Nikšić al fianco della Chiesa ortodossa serba e contro il governo montenegrino, venendo poi arrestato e bandito dal paese per un anno.[1]

Nel 2020 il partito lo propose come candidato sindaco di Banja Luka in contrapposizione al sindaco uscente Igor Radojičić, venendo eletto col 54% dei voti.[2][7] Subito dopo la sua elezione l'allora membro della Presidenza della Bosnia ed Erzegovina Milorad Dodik affermò che la Repubblica Serba non avrebbe più fornito finanziamenti alla città.[8]

Controversie[modifica | modifica wikitesto]

Nel febbraio 2020 è stata diffusa una foto che lo ritraeva con la bandiera cetnica e in altre occasioni ha fatto affermazioni controverse sul massacro di bosniaci a Srebrenica del 1995, sostenendo che non si fosse trattato di un genocidio, o sul Tribunale penale internazionale per l'ex-Jugoslavia, di cui ha sostenuto di non riconoscere l'autorità.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Srecko Latal, Drasko Stanivukovic, Pretender to Bosnian Serb Throne, in Balkan Insight, 27 novembre 2020. URL consultato il 5 febbraio 2023.
  2. ^ a b c d (SR) Draško Stanivuković, su biografija.org. URL consultato il 5 febbraio 2023.
  3. ^ (BS) Stefan Veselinović, Intervju petkom: Draško Stanivuković - Najmlađi "državni neprijatelj" sa najviše glasova, in BBC News, 12 aprile 2019. URL consultato il 5 febbraio 2023.
  4. ^ (BS) Dragan Maksimović, Pravda za Davida - Hapšenja i potjernice u Banjaluci, in Deutsche Welle, 2 gennaio 2019. URL consultato il 5 febbraio 2023.
  5. ^ (HR) Stanivuković podnio krivičnu prijavu protiv ministra policije RS-a Lukača, in klix.ba, 26 dicembre 2019. URL consultato il 5 febbraio 2023.
  6. ^ (EN) RS Minister of Internal Affairs pleaded not Quilty for the Attack on Stanivukovic, in Sarajevo Times, 25 settembre 2021. URL consultato il 5 febbraio 2023.
  7. ^ Alessandra Briganti, In Bosnia perdono i partiti del dopoguerra, in il manifesto, 17 novembre 2020. URL consultato il 5 febbraio 2023.
  8. ^ (EN) Stanivukovic and Dodik: Once bitter Rivals have buried the Hatchet, in Sarajevo Times, 7 novembre 2022. URL consultato il 5 febbraio 2023.

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