Disordini di San Firmino del 1978

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

La Festa di San Firmino del 1978, a Pamplona, fu macchiata da tragici eventi che accaddero l'8 luglio, in piena fase di transizione democratica. Successivamente tali eventi si estesero alle vicine regioni basche di Álava, Gipuzkoa, Biscaglia e nel resto di Navarra. Segnò chiaramente l'evoluzione della transizione politica in Navarra. Questi eventi non furono mai giudicati.

Tutto ebbe inizio con l'irruzione della Polizia Armata nella plaza de toros di Pamplona, che utilizzò le sue armi da fuoco in un luogo occupato da circa 20.000 persone. Gli incidenti si estesero rapidamente in tutta la città convertendosi in una vera e propria guerriglia urbana. A seguito di spari della polizia morì per un colpo ricevuto alla testa Germán Rodríguez. Tra i più di 150 feriti ce n'erano 10 per colpi d'arma da fuoco. Secondo Rodolfo Martín Villa, ministro dell'interno in quel momento, in sole 6 ore nella zona del centro di Pamplona si contarono 7.000 colpi di materiale antisommossa e 130 colpi di proiettili.[1].

Riguardo all'inizio degli incidenti, questa è la relazione della commissione investigativa che venne creata poco dopo:

«Dopo la corrida, che si era svolta in tutta normalità, un gruppo di giovani scese nell'arena portando un cartello dove si leggeva: Amnistia totale. Presoak kalera. San Fermín senza prigionieri.
[...] Al passaggio per i tendoni all'ombra alcune persone manifestarono la loro contrarietà.
[...] Alcuni salirono al tendone ed ebbe origine una discussione, zittita dall'immensa maggioranza della plaza al grido di San Fermín, San Fermín. Portando a termine il breve contrattempo i giovani cominciarono a ridiscendere verso l'arena per iniziare la Salida de las Peñas, l'uscita dei gruppi e associazioni locali.
[...] In quegli istanti, e senza previo avviso, tra lo stupore generale irruppero violentemente nell'arena 40 - 50 poliziotti armati, diretti dal commissario capo di Pamplona, Rubio, e da ufficiali della polizia armata.
[...]Cominciarono violentemente e indiscriminatamente a sgomberare l'arena, sparando allo stesso tempo contro i tendoni proiettili di gomma, fumogeni e colpi d'arma da fuoco, che causarono i primi feriti di una lista che si sarebbe ampliata tragicamente durante la notte.[1]»

Il grado di violenza impiegato rimase impresso negli ordini che venivano impartiti dalla centrale alla polizia via radio, e che furono registrati:

«Preparate tutte le armi e colpite con tutte le energie e più forte che potete. Non vi importi uccidere.»

Le immagini che TVE registrò nella plaza de toros furono trasmesse in una sola occasione, il 9 di luglio, e posteriormente sparirono dagli archivi. Queste immagini sono state recuperate da un'emittente francofona dagli autori del documentario "Sanfermines 78", Juan Gautier e José Ángel Jiménez nell'anno 2005.

Gli incidenti si estesero per tutto il sud dei paesi baschi i giorni seguenti, e morì di morte violenta a San Sebastián José Ignacio Barandiaran, ucciso dalle polizia l'11 luglio.

Le autorità spagnole hanno sempre sostenuto che fu un errore, per il quale il governatore civile fu destituito e i capi della polizia (comandante Ávila e commissario Miguel Rubio) furono trasferiti. D'altra parte la commissione investigativa delle peñas ritiene che fu un evento calcolato e premeditato.

Nel 1978, la regione Navarra era divenuta una "questione di stato".[2] Si stava negoziando il testo della Costituzione Spagnola che includeva la definizione attuale del modello autonomico.[3] Il Partito Socialista di Navarra che faceva parte del Partito Socialista dei paesi baschi, era a favore dell'integrazione della regione di Navarra in Euskadi e della Autodeterminazione[4] Questo partito, molto importante nella transizione della Navarra, a partire da allora cambiò la sua strategia. Nella costituzione, che venne approvata nel dicembre di quell'anno, venne inclusa la quarta disposizione transitoria per la quale la regione poteva integrarsi nella futura regione basca, ma senza ottenere una piena integrazione fin dal principio.

Ricordo dell'avvenimento[modifica | modifica wikitesto]

Monumento all'Encierro

Nel luogo dove cadde ferito mortalmente Germán Rodríguez, venne collocata una stele commemorativa, per iniziativa popolare. In occasione di alcuni lavori essa fu rimossa nel 2006. Il governo del municipio di Pamplona decise, contro il parere degli altri partiti, di non ricollocarla. Al suo posto venne collocato, nel febbraio 2007, un monumento all'Encierro di grandi dimensioni realizzato dallo scultore Rafael Huerta. Lo stesso autore dell'opera è stato critico al riguardo della sua ubicazione.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Iturbe, Francico Javier; Meoqui, José Antonio; González, Jesús; "Castigo a los culpables. Erredunei zigorra", Madrid, 1978
  2. ^ Floren Aoiz. "El jarrón roto", pp. 291-298
  3. ^ Juan Gautier; José Ángel Jiménez" documentario "sanfermines 78"
  4. ^ Floren Aoiz. "El Jarrón roto", p. 326
  5. ^ Copia archiviata, su noticiasdenavarra.com. URL consultato il 20 agosto 2007 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2007).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Floren Aoiz "EL jarrón roto" ISBN 84-8136-329-4
  • Juan Gautier e José Ángel Jiménez. Film documentario "Sanfermines 78"

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Spagna: accedi alle voci di Wikipedia che parlano della Spagna