Discussione:Marino Darsa

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Questa voce rientra tra gli argomenti trattati dai progetti tematici sottoindicati.
Puoi consultare le discussioni in corso, aprirne una nuova o segnalarne una avviata qui.
Venezia Giulia e Dalmazia
Biografie
ncNessuna informazione sull'accuratezza dei contenuti. (che significa?)
ncNessuna informazione sulla scrittura. (che significa?)
ncNessuna informazione sulla presenza di fonti. (che significa?)
ncNessuna informazione sulla presenza di immagini o altri supporti grafici. (che significa?)

Perplessità[modifica wikitesto]

La seconda parte dell'articolo, mi pare scritta in un italiano molto approssimativo, inoltre risulta contraddittoria con la prima parte. Ad esempio questo Darsia era nobile o popolano?

E' un copyviol purtroppo, ora la rimuovo. --Qbert 15:15, 2 set 2008 (CEST)[rispondi]

Sposto commento[modifica wikitesto]

"Questo testo sopra è inaccettabile e deve essere tolto o interamente riffato!!! Secondo l'altro, Darsa non era un furfante, non era uno scrittore italiano ma croato; una parlata mista italo-slava c'è ma usata da alcuni caratteri nelle commedie soltanto!" inserito alle 15:22, 9 giu 2008 da 88.121.6.74. --Qbert 15:15, 2 set 2008 (CEST)[rispondi]

Come si dice nel testo, la lingua "assolutamente prevalente" nelle sue opere era la parlata štokava-ijekava di Ragusa, e a livello internazionale ciò ne fa un letterato "croato". Aggiungere di lingua croata all'incipit mi pare la logica conseguenza di tutto ciò. 82.50.177.205 (msg) 01:53, 12 dic 2009 (CET)[rispondi]

Personalmente ritengo questa puntualizzazione superflua, giacché - come segnali - all'interno della voce si parla ampiamente sia della questione della lingua utilizzata nelle sue commedie (che non è proprio il croato standard, visto che alcune opere sono piene di influenze linguistiche diverse), sia della sua identificazione nazionale, che come sai gli è stata appioppata tre secoli dopo la sua epoca. Io quindi ritengo di eliminare la tua correzione, ma aspetto altri pareri.--Presbite (msg) 09:43, 12 dic 2009 (CET)[rispondi]
D'accordo con l'anonimo, nell'incipit è possibile sintetizzare caratteristiche notevoli del biografato che non rientrino tra i parametri del template bio. Se, indipendentemente dalla nazionalità, un letterato può essere ricondotto univocamente a un altro gruppo linguistico questo va reso subito evidente. Dovrebbe essere così, e spero che lo sia, anche per i letterati istriani contemporanei di lingua italiana. --Crisarco (msg) 18:55, 12 dic 2009 (CET)[rispondi]
Sono andato a dare un'occhiata alla categoria Dalmati: Marino Darsa sarebbe l'unico per il quale si specifica nell'incipit una cosa del genere. A questo punto mi domando se l'innovazione assoluta che si propone in questa voce sia da applicare anche a tutti gli altri.--Presbite (msg) 21:20, 12 dic 2009 (CET)[rispondi]
Post Scriptum. Che facciamo poi per quegli autori che hanno scritto indifferentemente in italiano e in croato? Forse dobbiamo scrivere nell'incipit "di lingua italiana e croata"? E per quelli - come l'abate Ljudevit Vulicevic, sul quale sto preparando la voce - che scrissero nella stessa identica lingua di Darsa con gli stessi identici caratteri (non in cirillico, quindi) ma invece erano serbi, che si deve scrivere: forse "lingua serba con caratteri latini"?--Presbite (msg) 21:23, 12 dic 2009 (CET)[rispondi]
Post Post Scriptum. @ Crisarco. Trovo una parte vagamente paradossale in ciò che hai scritto: "Se, indipendentemente dalla nazionalità, un letterato può essere ricondotto univocamente a un altro gruppo linguistico questo va reso subito evidente". A questo punto sarebbe il caso di capire quale sarebbe l' "altro gruppo linguistico" che sarebbe "indipendente" dalla nazionalità di Darsa. Darsa, si afferma nella voce, era un dalmata di Ragusa. Egli stesso lo specifica a chiare lettere, di considerarsi un "raguseo". Ebbene: avendo scritto le sue opere nella parlata štokava-ijekava della città, egli è da considerarsi "alternativo" o "indipendente" rispetto agli altri ragusei? Sarebbe paradossale, visto che in questo modo si affermerebbbe implicitamente che i ragusei sarebbero "italiani" (o qualcosa del genere)! Apprezzo molto come s'è trattata la questione della nazionalità dei dalmati in questo progetto di WP: l'unico nel quale si è appioppata la nazionalità solo nei casi in cui fosse manifestamente evidente una scelta nazionale di uno piuttosto che dell'altro personaggio. Un Vincenzo Duplancich non può che essere chiamato "italiano", così come un Alessandro Dudan o un Luigi Ziliotto. Idem con patate per un Ante Trumbić: non può che essere un "croato"! Ma un dalmata del XVI secolo, cosa riteneva d'essere? E in definitiva, che cos'era? Qual era la loro "nazionalità"? E qual era la "nazionalità" e il "gruppo linguistico" prevalente di un Elio Lampridio Cerva, che scrisse solo ed unicamente in latino, aborrendo anche il suono della lingua slava della sua città? I croati ne fanno - ovviamente, dal loro punto di vista - un "latinista croato": io direi che dovremmo essere più rispettosi della storia di questi personaggi e di queste terre.--Presbite (msg) 21:39, 12 dic 2009 (CET)[rispondi]

Presbite, Marino Darsa si sentiva indubbiamente un "raguseo". Lo dimostra anche la firma che hai pubblicato. Già "dalmata" è una definizione nella quale non si sarebbe riconosciuto. Croato lo avrebbe sicuramente rifiutato, forse avrebbe accettato "illirico". Il XV e il XVI secolo sono i secoli delle città stato e del rinascimento. Non esistevano concetti nazionalistici, ma solo religiosi e di appartenenza cittadina. Darsa era un "cristiano", "raguseo". --87.2.166.100 (msg) 21:53, 12 dic 2009 (CET)[rispondi]

La puntualizzazione da me inserita è pienamente coerente con quanto si dice nel testo, mi pare. Che sia superflua non credo: così come andrebbe specificato nell'incipit di Elias Canetti il fatto che scrivesse in tedesco (su en.wiki fanno così), analogamente è utile dare immediatamente al lettore l'informazione che le opere di Darsa rientrano sotto la categoria della "letteratura in lingua croata", piuttosto che sotto altre. Nella biografia di un letterato questo è un punto centrale (visto che la letteratura viene spesso studiata, nel suo sviluppo storico, tenendo conto della lingua utilizzata dall'autore). E con i ragusei abbiamo sempre il problema di non poterlo dedurre "naturalmente" dall'indicazione della nazionalità ("Ludovico Ariosto, poeta italiano" non lascia dubbi, "Marino Darsa, drammaturgo dalmata/ raguseo/ illirico" sì). Eviterei di dare - nell'incipit - informazioni di questo genere solo nel caso di letterati per i quali la questione della lingua sia troppo intricata, per poterla dirimere nell'incipit. Marino Darsa non rientra fra questi, mi pare. -- 82.50.177.205 (msg) 12:03, 13 dic 2009 (CET)[rispondi]

Aggiungo una considerazione: il fatto che la lingua di Darsa non sia uguale allo standard linguistico croato non impedisce alla maggior parte della comunità scientifica internazionale di classificarlo comunque come esponente della letteratura croata, mi pare di capire. Se comunque abbondanti fonti attendibili insistessero per una sua inclassificabilità, potremmo comunque specificare nell'incipit: "di lingua štokavo-ijekava". -- 82.50.177.205 (msg) 12:34, 13 dic 2009 (CET)[rispondi]
Mi consta che tutto il patrimonio raguseo sia rivendicato da serbi&affini. Non è semplice il problema. All'epoca la letteratura slava di Ragusa era inserita nella letteratura "illirica", potremmo usare questo termine, che non va a collidere con le attuali rivendicazioni nazionali. Dovremmo scrivere una voce sulla lingua e sulla letteratura "illirca (slava)". Attendo opinioni in merito.--Barba Nane 12:41, 13 dic 2009 (CET)
Ma quali sono le fonti accademiche che usano oggi tale categoria? Non possiamo certo fare una ricerca originale. -- 82.54.242.140 (msg) 13:13, 13 dic 2009 (CET)[rispondi]
A margine, segnalo che secondo me una modifica analoga a quella effettuata qui da me andrebbe compiuta anche sulla voce di Giovanni Gondola, come ho scritto nella relativa talk. -- 82.54.242.140 (msg) 13:37, 13 dic 2009 (CET)[rispondi]

A me sembra assolutamente normale specificare già nell'incipit, se si tratta di un letterato, il gruppo linguistico di appartenenza che come è noto può essere diverso dalla nazionalità. Così in "Boris Pahor" abbiamo che è uno scrittore italiano di lingua slovena e in "Nelida Milani" che è una scrittrice croata di lingua italiana. --Crisarco (msg) 13:58, 13 dic 2009 (CET)[rispondi]

L'esempio citato da Criscarco non è pertinente:prima di tutto Nelida Milani è una "cittadina croata di nazionalità italiana" non una "scrittrice croata", similmente Phabor un cittadino italiano di nazionalità slovena. Inoltre si tratta di contemporanei, a cui si può leggitimamente chiedere cosa siano o cosa si sentano. Per Gondola o Darsa la "nazionalità" non è attribuibile, o, meglio, è attribuibile con certezza unicamente la nazionalità "ragusea" (piuttosto che "dalmata"). Risulta inoltre impossibile dire a quale gruppo linguistico "parlato" appartenesse Darsa, che comunque nella sua corrisponenza e nei documenti ufficiali usava l'italiano.--Barba Nane 14:18, 13 dic 2009 (CET)
Quel che si afferma è esclusivamente che la produzione letteraria di Darsa è in lingua croata. --Crisarco (msg) 16:19, 13 dic 2009 (CET)[rispondi]
Se ci si limita alla produzione letteraria sta bene. Fermo restando che Darsa non scriveva in "lingua croata", lingua che è stata teorizzata e sistemizzata solo nel XIX secolo.--Nane 16:28, 13 dic 2009 (CET)

@Barba Nane: Lo stesso vale anche per Tommaseo? Non si sentiva meno dalmata di Darsa e usava prevalentemente l'italiano, così come Darsa si sentiva dalmata e usava prevalentemente il croato. E sia Tommaseo che Darsa erano bilingue. --Crisarco (msg) 16:23, 13 dic 2009 (CET)[rispondi]

Tommaseo si è esplicitamente dichiarato "italiano" (siamo in epoca ben diversa) e dubito che Darsa si sia mai sentito "dalmata" (al massimo "raguseo"), inoltre, come già detto, non utilizzava il "croato" (al massimo l'"illirico", che però, nel caso di Ragusa non era precisamente "illirico").--Nane 16:28, 13 dic 2009 (CET)
(bi-confl.) Visto che stiamo parlando di un letterato, ci interessa ben poco che lingua parlasse o in che lingua scrivesse la corrispondenza. Se fosse uno scultore o un pittore troverei anch'io ridondanti le informazioni linguistiche nell'incipit. Ma stiamo parlando di un personaggio storico la cui biografia è enciclopedica perché ha scritto opere letterarie, e quelle opere letterarie le ha scritte - in maniera assolutamente prevalente - in una lingua slava, non romanza. Venere i Adon o Dundo Maroje non sono esempi di "letteratura in lingua italiana", sono studiate dagli slavisti, non dagli italianisti. Questo andrebbe chiarito immediatamente al lettore, è un'informazione basilare. Così come nella biografia di un letterato medievale andrebbe eventualmente specificato fin da subito che le sue opere sono in latino (o, in quella di Sordello, che scrivesse in provenzale).
Ripeto peraltro che la definizione di una "letteratura in lingua illirica" sarebbe - salvo prove del contrario - una ricerca originale, è un compito che spetta agli studiosi, non ai wikipediani. Gli studiosi categorizzano Darsa sotto l'etichetta di "letteratura in lingua croata", mi pare, e noi a questo ci dovremmo attenere. Peraltro non mi pare che ai tempi di Guittone d'Arezzo la lingua italiana fosse stata "teorizzata e sistemizzata".
Lascerei comunque da parte il discorso scivoloso delle nazionalità, e mi concentrerei su quello delle lingue, che ha interesse accademico.-- 82.54.242.140 (msg) 16:46, 13 dic 2009 (CET)[rispondi]
Darsa viene, oggigiorno, prevalentemente incluso nella "letteratura croata" e questo viene detto. Questa però non implica che la sua lingua fosse "croata". Riguardo al Guittone, scriveva in una lingua appartente a un gruppo dialettale, da cui è stata sistemizzata una sola lingua scritta: l'italiano. L'illirico (o serbocroato) ha invece generato il serbo, il croato, il serbocroato (o croatoserbo), il bosniaco e financo il montenegrino. C'è una bella differenza.... Sono (appunto) dell'opinione di lasciar fuori patenti di nazionalità che all'epoca non avevano alcun senso ("croato" in primis).
La definizione "letteratura illirica" non è una ricerca originale: basta guggolare un poco per verificarlo.--Nane (msg) 16:59, 13 dic 2009 (CET)[rispondi]

Nane ha ragione: http://books.google.it/books?id=wxz7cnbOAz8C&pg=PA58&lpg=PA58&dq=%22letteratura+illirica%22&source=bl&ots=FNDw2GN1SE&sig=KLFbos8KlUJiKKqNyCKarMf4S9w&hl=it&ei=DBYlS9PsBIKC_Aaw2oCtCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=5&ved=0CBwQ6AEwBA#v=onepage&q=%22letteratura%20illirica%22&f=false --87.0.160.102 (msg) 17:30, 13 dic 2009 (CET)[rispondi]

Parlo di fonti accademiche contemporanee: è certo che il concetto di "letteratura illirica" sia stato adoperato nei secoli passati, e che il Tommaseo lo usasse (nel link riportato, l'autore adotta il punto di vista del Tommaseo). Ma, per l'appunto, è stato poi sussunto in quello di letteratura croata, almeno per quanto riguarda i classici come Držić o Gundulić. Oggi non viene più impiegata quella classificazione, mi risulta.
Peraltro, se è esponente della "letteratura croata", allora è ovvio che nelle sue opere faccia uso della "lingua croata", l'implicazione sussiste (se il criterio per inserirlo fosse meramente geografico allora vi finirebbero compresi anche gli autori dalmati di lingua romanza, il che non accade): gli studiosi, accettando la definizione di "lingua croata", ritengono evidentemente di poter estendere la categorizzazione anche a espressioni letterarie precedenti la codificazione del croato standard.
Del resto non mi pare che Marino Darsa sia studiato come autore di lingua serba, bosniaca, montenegrina. (La sua posizione è relativamente più semplice di quella di Ivo Andrić, su cui è davvero difficile fare un riassunto in incipit.)-- 82.54.242.140 (msg) 18:23, 13 dic 2009 (CET)[rispondi]

La discussione la rispetto, tuttavia bisogna portare elementi per poter valutare correttamente. Affermare che Darsa non può dirsi di lingua croata perché la lingua in cui si esprimeva era un po' diversa dal croato odierno equivale a negare che Dante sia un letterato di lingua italiana. --Crisarco (msg) 19:12, 13 dic 2009 (CET)[rispondi]

Ti ringrazio per la tua opinione. Fino a quando essa non sarà opportunamente discussa, sei pregato di non imporla a forza nella voce, sulla quale (noto) hai le idee piuttosto confuse. Noto che non ti sei nemmeno preso la briga di leggere quanto già discusso, tentando di imporre tue personali punti di vista che erano già stato discussi. Tendi a dimenticarti che non godi di privilegi supplementari e che la rilevanza non è relativa (a buon intenditor...). Sei pregato di rispettare il consenso e di astenerti da colpi di testa.--Nane (msg) 19:41, 13 dic 2009 (CET)[rispondi]
Evitiamo le degenerazioni in battibecchi personali, grazie. Peraltro il mio appunto su Guittone (da cui state partendo per parlare di Dante, dei vari standard, etc.) era solo un inciso: WP non è un forum, sicché non spetta a noi avventurarci in elaborazioni di carattere storico-linguistico per determinare se le lingue dei ragusei o dei dalmati pre-Ottocento fossero "croato" o meno. Noi wikipediani possiamo solo prendere atto di ciò che dicono gli studiosi contemporanei a tal proposito. Su questo possiamo discutere, portando riferimenti attendibili.
Intanto, per tirare una prima conclusione: mi pare che abbiamo stabilito di poter concordare su un punto generale: se troviamo un'adeguata classificazione per la lingua di Marino Darsa e gli altri letterati dalmati, allora è opportuno aggiungere l'annotazione in incipit, per chiarire ciò che la nazionalità ragusea/dalmata/illirica da sola non dice.
Tutto sta a trovarla. A me pare che di soluzioni disponibili ce ne siano varie:
ciascuna con pro e contro. Io opterei per la prima, trovandola - come già detto - quella più in linea con il parere della comunità scientifica internazionale dei linguisti. --82.54.242.140 (msg) 20:25, 13 dic 2009 (CET)[rispondi]
Ah, e vedo adesso la edit-war: evitiamo, per piacere! Lasciamo la pagina alla versione sbagliata, e discutiamo senza colpi di testa, che non approdano a nulla. -- 82.54.242.140 (msg) 20:29, 13 dic 2009 (CET)[rispondi]
Ripeto che eviterei il termine "croato", perchè collide (per dirne una) col punto di vista serbo che vuole il patrimonio culturale raguseo come "roba loro". Mi starebbe bene "serbocroato", anche se fa letteralmente imbestialire i croati. Darsa scrive in una lingua (dialetto) vernacolare, che è sicuramente inclusa nel gruppo dei dialetti serbocroati [1]. Nel testo si può fare un capitoletto coi vari distinguo.--Nane (msg) 21:12, 13 dic 2009 (CET)[rispondi]
Il punto di vista che annette la cultura ragusea a quella serba non sembra ricevere molto credito dagli studiosi odierni, se - come si è detto - almeno Držić è considerato da quasi tutti autore di lingua croata. Quindi bisogna evitare di sovrarappresentare punti di vista estremamente minoritari. -- 82.54.242.140 (msg) 00:00, 14 dic 2009 (CET)[rispondi]

Piccolo approfondimento[modifica wikitesto]

@ Crisarco. Non è vero ciò che affermi, e cioè che "Così in "Boris Pahor" abbiamo che è uno scrittore italiano di lingua slovena e in "Nelida Milani" che è una scrittrice croata di lingua italiana". Non per lo meno per Nelida Milani: visto che la voce l'ho scritta interamente e solamente io, sono stato ben attento a scrivere che è una "scrittrice della minoranza italiana in Croazia". Ripeto poi ciò che ho già scritto: non esiste nessuna voce dedicata ai dalmati che abbia un incipit del tipo che si vuole piazzare qui dentro per Darsa. Se si vuole inserire questo incipit totalmente innovativo per i dalmati (ripeto: totalmente innovativo per i dalmati), allora io avviso tutti quanti che mi preoccuperò di piazzarlo esattamente uguale su ogni scrittore dalmata. E qui scatta la domanda che elegantemente è stata ignorata già una volta: cosa scriviamo per il Cerva che scrisse solo in latino? Scrittore dalmata di lingua latina? Una cretinata del genere? E per chi ha scritto opere in varie lingue? Scrittore dalmata di lingua latina, di lingua croata, di lingua italiana? E se per caso non ha scritto nella lingua slava di Ragusa (oggi croato standard), ma nel dialetto ciacavo di Spalato? Scrittore dalmata di lingua croata/ciacava? Tutto ciò, francamente, a me pare vieppiù ridicolo e fonte di notevoli problemi. Ad ogni modo, ditemi che soluzione si sceglie ed io - ripeto perché poi non vi siano discussioni o sorprese o ma io non lo sapevo... - modificherò a raffica tutte le voci di tutti i dalmati (fra parentesi, la maggioranza di esse è stata scritta da me).--Presbite (msg) 22:41, 13 dic 2009 (CET)[rispondi]

Post scriptum sempre per Crisarco. Chi ti ha detto che Tommaseo era bilingue? Te lo dicono forse le Iskrice - unica sua composizione in croato - che per scriverle dovette andare ad un corso accelerato di croato e che poi fece correggere da un amico, visto che erano piene di errori? Questo è "bilinguismo"?--Presbite (msg) 22:44, 13 dic 2009 (CET)[rispondi]
Personalmente per Cerva opterei proprio per una cretinata di quel genere, mi pare una cretinata che dà subito al lettore (cretino o meno) informazioni estremamente importanti. Estenderei il tutto ad ogni umanista - di qualunque nazionalità - che abbia scritto solo in latino.
Per i dalmati è sufficiente limitarsi a chi abbia una lingua letteraria nettamente prevalente (e.g. Gunduliċ), mentre i casi di effettivo multilinguismo (e.g. Marulić) si possono lasciar perdere, per non appesantire troppo l'incipit. Per quei casi infatti immagino che la questione della lingua sia spiegata per bene nel corpo del testo. E sulle classificazioni delle varietà linguistiche letterarie esiste tutta una letteratura scientifica secondaria da seguire. -- 82.54.242.140 (msg) 23:43, 13 dic 2009 (CET)[rispondi]


Quel che tu proponi è praticamente l'opposto rispetto al modo di concepire le cose qui in Wikipedia. Il criterio generale è cercare infatti di omogeneizzare tutte queste informazioni, invece tu proponi di differenziare ogni incipit per singola persona: in pratica, un bailamme. Riguardo poi a Cerva, scrivere "dalmata di lingua latina" è una cosa che non sta né in cielo né in terra, nel senso che renderebbe Wikipedia un assoluto unicum nell'intero panorama letterario sia dell'epoca, che attuale. La mia proposta è invece molto semplice: per quanto riguarda i dalmati lasciare l'incipit così come sta, nel senso che non va attribuita una nazionalità se non nel caso in cui questa nazionalità è stata espressa chiaramente dai vari personaggi; all'interno della voce inserire un paragrafo che affronti specificamente la questione della lingua d'uso e dell'attribuzione della nazionalità. Avendo scritto io la voce su Darsa, ho seguito esattamente questo criterio, ed in più - notare bene - ho aggiunto fra le categorie che egli è uno scrittore croato (guardare in calce alla voce, per favore). In questo modo si è assolutamente rispettosi della storia del personaggio, della storia della critica e pure della storia nazionale. In conclusione, mi permetto di dire la mia anche sulla questione del "croato" o "serbo". Molti libri di testo utilizzati tuttora nelle università italiane categorizzano tutti questi autori come "serbocroati". Basti pensare alla "Storia della letteratura serbocroata" del Cronia (ampiamente utilizzata in vari corsi universitari). So perfettamente che dal momento in cui i signori serbi con i signori croati si sono presi a cannonate, essi vedono di malagrazia questa commistione, e so anche delle forti pressioni che i croati esercitano nei confronti di governi e istituzioni universitarie mondiali per scindere dai corsi di "letteratura serbocroata" tutti gli autori ritenuti "croati", ma io direi che qui in Wikipedia non dovremmo curarci di queste lotte, a meno di non voler imbarcare nel progetto una vagonata di POV.--Presbite (msg) 09:43, 14 dic 2009 (CET)[rispondi]


Intervengo qui, in risposta anche al dibattito del precedente paragrafo "Lingua". IMHO la voce allo stato attuale è già sufficientemente esplicativa. Al limite, proprio volendo si potrebbe aggiungere nell'incipit: ...è stato un commediografo, poeta e drammaturgo in lingua štokava(-ijekava) della Repubblica di Ragusa.
Dire invece "in lingua croata" non lo trovo, nel caso specifico, molto preciso. Ancor meno "di lingua croata". Eviterei pure di parlare di lingua o letteratura "illirica", in primo luogo perchè ai tempi del Darsa non sono così sicuro che questo termine fosse già in voga (mentre lo fu sicuramente dal '600 e soprattutto nel '700, fino ai primi decenni dell'800), ma sopratutto perchè è un termine, per quanto storicamente molto usato, notoriamente impreciso e che si presta a interpretazioni fuorvianti; quindi preferibilmente da evitare oggi giorno, salvo che in specifici riferimenti, come a.es. in Illirismo.
Non ritengo molto preciso nemmeno sottolineare, fin dall'incipit, che il Darsa (ribattezzato posteriormente Držić dagli iugoslavi) fosse un autore/letterato/umanista croato o di lingua croata semplicemente perchè, se per la prima categorizzazione, croato, è fin troppo evidente che nella loro generalità i Ragusei del medioevo-rinascimento-barocco non si sentissero ed in fondo non fossero "nazionalmente croati" ma semplicemente "ragusei" o "dalmati" o in taluni casi genericamente "slavi"; per la seconda definizione, di lingua croata, non vi sono elementi e condizioni sufficienti per affermarlo. A quel tempo non esisteva ancora (nel senso che non era standardizzata ed ufficializzata) una lingua croata, quindi nemmeno una lingua letteraria croata. Questa si consoliderà solo successivamente (primo '800) fondandosi proprio sul modello letterario štokavo-raguseo - peraltro ripulito dei romanismi tipici della città adriatica, e invece subendo non trascurabili influssi e prestiti di altre varietà dialettali- preferendolo alle altre importanti "scuole" d'area "croata", quella Kajkava, propria della Croazia storica ed affine a quello che diverrà lo sloveno standard/moderno, e quella Čakava, propria del "Litorale" e della Dalmazia, che pur qualcosa avevano prodotto.
Ma a questo punto vale la pena ricordare che pure la lingua serba (e "montenegrina") è fondata proprio sulla varietà štokava... e ancor di più che la lingua bosniaca (che ormai è quasi universalmente considerata lingua a sé) è fondata esclusivamente sulla base štokava, peraltro proprio sulla sulla varietà ijekava, proprio quella usata dai ragusei (a parte i romanismi)... (mentre croato e serbo standard adottano principalmente altre varianti dello štokavo). Indi per cui, con un simile ragionamento, si può benissimo considerare la letteratura ragusea in lingua slava come letteratura bosniaca. Tanto più, vista la contiguità e continuità territoriale tra la riviera ragusina e la regione erzegovese-bosniaca, e considerando come buona parte degli slavi ragusini in origine provenisse proprio da quel entroterra e portasse seco le parlate di quella regione.
Potremmo anche considerarla letteratura serbo-montenegrina (e non furono pochi coloro che lo proposero e pretesero in passato), essendoci anche in quella direzione contiguità territoriale e culturale. Guarda caso, l'unica con cui non c'è continuità territoriale è proprio la "Croazia storica", dalla quale l'intera Dalmazia e la stessa Bosnia separano Ragusa...
Considerato tutto ciò, per comodità, potremmo allora parlare di letteratura serbo-croata (o più correttamente croato-serba, servendosi dell'alfabeto latino), in questo supportati anche dalla prassi universitaria italiana che in molti casi ancor oggi mantiene i corsi di "Lingua e Letteratura serbo-croata" (vedi ed es. Uni. di Trieste, ed altre). Ma questa definizione oggi non convince più e/o non accontenta molte parti...
Ed allora perchè non parlare semplicemente di letteratura dalmata/ragusea in lingua štokava...che in fondo è "l'etichetta" più autentica e corretta? Parlare di letteratura ed in genere di "Cultura" e "Civiltà" ragusea e dalmata nei secoli di Darsa e di Gondola, significa esplicitamente parlare di un ambiente particolarissimo, multietnico, poliglotta e permeabile che sviluppò una sua peculiare cultura a cavallo e ponte tra mondo romanzo e mondo slavo, la c.d. Nazione dalmata.
E poi diciamocelo chiaramente, se oggi (non "ieri" però...) la stragrande maggioranza delle antologie, dei critici/studiosi di letteratura internazionali colloca il Darsa, come il Gondola o il Marulo (letterato spalatino che utilizzò largamente la varietà ciakava) nel seno della letteratura croata, anzi come "padri nobili" della stessa (quando proprio non come "croati" essi stessi...), è solo perchè questi autori produssero letteratura esclusivamente o prevalentemente in "slavo" e perchè oggi Ragusa (come Spalato) si trova in Croazia, con una popolazione in larghissima parte croata. Da ciò, senza ulteriori e più approfondite analisi, deriva che tutto quello che Ragusa produsse in epoca "volgare", basso medievale e successiva, sia da collocarsi "naturalmente" nella storia della Croazia e della nazione croata, e sia pertinente quindi a quella Cultura nazionale. Ma questa affermazione è spesso data per scontata e non frutto di approfondite ricerche sulla Ragusa quattro-secentesca o sulla biografia di Darsa in particolare. Andiamo a vedere infatti quanti fra questi critici abbiano approfondito questo aspetto del Darsa, aspetto tipicamente dalmata e raguseo in particolare, e quanti invece si siano limitati a far propria la posizione ufficiale croata o già prima iugoslava (meglio: la posizione dell'Illirismo prima e della "Accademia jugoslava delle Scienze e delle Arti" poi..).
Infine, reputo non pertinente paragonare Darsa, Marulo, Gondola, ecc. a letterati contemporanei "di frontiera" o anche ad intellettuali ottocenteschi come il Tommaseo. I primi poco o punto possono essere relazionati ai secondi, per ciò che concerne la loro identificazione nazionale, per motivi evidenti più volte sottolineati e che qui dunque è superfluo ripetere. --ElCovo (msg) 16:04, 22 feb 2010 (CET)[rispondi]