Discussione:James Clerk Maxwell

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Maxwell codified earlier work on electricity and magnetism by Michael Faraday, Andre Marie Ampere, and others into a linked set of twenty differential equations in quaternions, the same mathematical system used later by Einstein for the relativity theory. Both theories have many similarities and we can say that Maxwell's theory of electromagnetism was a precursor of the relativity. Heaviside simplified the theory down to four differential equations, known collectively as Maxwell's Laws or equazioni di Maxwell. Maxwell's Laws describe the nature of static and moving electric and magnetic charges, and the relationship between the two, namely electromagnetic induction. The equations allow for the existence of a self-propagating electromagnetic wave which has the same velocity as that of light, suggesting that light is in fact that electromagnetic wave. The validity of that suggestion was later demonstrated in experiments by Heinrich Rudolf Hertz, and was fundamental to the invention of radio, usually attributed to Guglielmo Marconi.

Maxwell also did basic work on Thermodynamics which led him to the well known thought experiment, il demone di Maxwell.

See also: fisica

The Special Theory of Relativity owes its origins to Maxwell's equations of the electromagnetic field -- Albert Einstein There is a mountain range on Venus, Maxwell Montes, named after James Clerk Maxwell.

Upon arriving at Cambridge University, he was told there would be a compulsory 6am church service (now discontinued, fortunately!) He stroked his beard thoughtfully, and slowly pronounced, in a thick Scots Brogue, "Aye, I suppose I could stay up that late"


Mi son dato da fare ed ho tradotto la parte sopra. Ho preferito non dire che Maxwell fu un precursore della relativita', perche' mi sembra esagerato: ha semplicemente fornito un quadro, su cui lavoro' Einstein. Allora, anche altri erano arrivati ai primi risultati di Einstein, ma senza capirne l'importanza o spiegarne le basi.

MassimoM - 5/mar/2003


Da dove è preso il testo inglese?

Non capisco quali siano le venti equazioni di cui si parla.

E non mi risulta che lo spaziotempo usato da Einstein sia usato anche da Maxwell, se per "spaziotempo usato per la relatività ristretta" si intende lo spazio di Minkowski.

Mi piacerebbe avere delucidazioni, grazie! :-D

Gnappa - 9/set/2005


Purtroppo in questo breve testo su Maxwell ci sono un po' di errori. Innanzitutto Maxwell non sospettava minimamente che la luce si propagasse nel vuoto, anzi non aveva dubbi sull'esistenza di un medium etereo responsabile della trasmissione dei fenomeni magnetici, elettrici e luminosi; inoltre è Maxwell stesso che identifica la luce come un fenomeno elettromangetico. Appena avrò tempo vedrò di emendarlo. Inolte non mi sembra inopportuno sprecare due parole sul rapporto scienza e fede in Maxwell. Saluti, Francesco Z. - 20 marzo 2006


All'inizio, quando si parla del metodo di Maxwell, si parla di "rifiuto delle ipotesi microscopiche". Non capisco cosa intendesse dire chi l'ha scritto, ad ogni modo mi sembra come minimo fuoriviante. Maxwell è stato un dio della teoria cinetica, ha saputo mettere in relazione le ipotesi microscopiche con esperimenti macroscopici (ad esempio come variava la viscosità dei gas al variare dei parametri termodinamici). Fu il suo lavoro (unito soprattutto a quello di Boltzmann) a lasciare ben pochi dubbi sulla natura atomica della materia. Tra l'altro Maxwell cercò anche (ovviamente invano) una spiegazione meccanica microscopica dei fenomeni elettromagnetici che aveva così brillantemente racchiuso nelle sue equazioni (lavorò ad alcuni modelli artificiosi dell'etere). Non solo Maxwell non rifiutava le ipotesi microscopiche, ma le amò e cercò di spiegare la realtà per mezzzo di esse.

"Giungendo al risultato che esse [le onde elettromagnetiche] viaggiavano a circa 310.740.000 m/s."

Ma come, più della velocità della luce?! --Dambon (msg) 03:25, 31 lug 2008 (CEST)[rispondi]

Data errata[modifica wikitesto]

All'inizio: "James Clerk Maxwell (Edimburgo, 13 giugno 1835 –" - Correggere in 1831, come è giustamente riportato più sotto

-Riguardo al rapporto fra Maxwell e la relatività, consiste nel fatto che per la prima volta una legge naturale è una velocità, 

quella delle onde elettromagnetiche, però se la permeabilità magnetica del mezzo da cui dipende detta velocità, è uguale per tutti, la velocità risultante avrebbe invece dovuto dipendere dallo stato di moto dell'osservatore, cioè due osservatori in moto relativo avrebbero dovuto misurare valori diversi di C, nonostante si trovino nello stesso spazio con le stesse proprietà elettromagnetiche.

- Solo per un osservatore, in quiete rispetto all'etere, le equazioni di Maxwell risulterebbero vere, verrebbe meno allora il principio di relatività galileiano, si sarebbe trovato un sistema di riferimento assoluto(l'etere), e la forma delle leggi naturali sarebbe diversa anche per osservatori in moto relativo uniforme, dovendo includere per quelli in moto rispetto all'etere la velocità rispetto a questo etere.

- Einstein preferì salvare il principio di relatività galileiano, e in accordo con gli esperimenti di Michelson, stabilì C come costante e insuperabile, la non esistenza dell'etere e di punti di riferiemnto assoluti. 79.52.194.138 (msg) 09:33, 8 gen 2010 (CET)Marco58[rispondi]