Discussione:Dignano (Serravalle di Chienti)

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Testo riguardante la storia del territorio in generale (spostato qui dalla voce)[modifica wikitesto]

La storia di questo paese nel periodo protostorico è fortemente legato al fenomeno dei castellieri,piccoli insediamenti fortificati pre-romani costruiti in cima ai colli circostanti, caratterizzati da terrapieni e circondati da un argine, (Annifo, Colfiorito, Popola) che dominavano dall’ alto il Lago Plestino. In tutto l’altopiano ci sono molte testimonianze di questo periodo storico, soprattutto nelle necropoli nei pressi di Colfiorito ai piedi del monte Orve, con tombe ad inumazione, corredate di ceramiche, armi in ferro, ed oggetti ornamentali, alcuni risalenti al X secolo a.C. Poco lontano si trovano resti di un villaggio dell'età del ferro (IX secolo a.C.). Al momento nei pressi del paese non si sono riscontrate testimonianze evidenti di insediamenti così antichi, anche se negli ultimi anni alcuni ritrovamenti avvenuti alla base del colle su cui sorge il paese (durante gli scavi preventivi dovuti alla costruzione della nuova SS 77), in prossimità della frazione Taverne, un centro protostorico nei pressi della Fonte Formaccia ha restituito prevalentemente olle a fondo piano, orlo svasato e labbro ingrossato. Inoltre di rilevante interesse è la necropoli che doveva essere in relazione con l'abitato di Fonte Formaccia e di Colfiorito, ancora non indagata in modo estensivo. Ad oggi sono state portate alla luce solo 2 tombe di fase orientalizzante esposte al Museo Archeologico Nazionale di Ancona.

Al centro dell’altopiano, nei pressi di quella che sarà la chiesa di Santa Maria di Plestia sorgeva già nel VI secolo a.C. un santuario federale umbro di tutti i castellieri della zona dedicato alla dea Cupra. Nel periodo romano e tardo-imperiale il destino di Dignano si lega con la città di Plestia, infatti tra il IV e il II secolo a.C. nel processo di romanizzazione, ossia di omogenizzazione culturale delle tribù italiche, entrano in crisi l'assetto politico e sociale, l'organizzazione territoriale paganico-vicana, il modello insediativo basato sui castellieri e si intensificano i trasferimenti a valle con la creazione di ville rustiche per il controllo economico, ma non strategico e militare, del territorio. I plestini umbri furono coinvolti probabilmente nel foedus aequum del 309 a.C. tra Camerti e Romani che gli permise di conservare una certa autonomia. Nel III secolo a.C. venne loro concessa la cittadinanza sine suffragio e la qualità di prefettura; nel II secolo a.C. la cittadinanza optimo iure e l'iscrizione nella tribù Oufentina. L'area sacra a Cupra continuava ad esercitare la sua funzione di attrazione per centralità e ricchezza di acque e perciò fu qui che, in avanzata età repubblicana, dopo forse la guerra sociale del 90 a.C., si compì il processo di urbanizzazione che portò alla nascita della città di Plestia, con la creazione della Res Publica Plestinorum, municipio romano della VI Regio augustea. Gli scritti giunti fino a noi di Polibio, Livio e Cornelio Nepote, Plinio e Appiano permettono ai moderni studiosi di localizzare in questa zona lo scontro della II guerra punica (217 a.C.) tra 4000 cavalieri romani comandati dal pretore Caio Centenio e le truppe cartaginesi di Maarbale.

Quando i Longobardi invasero l'Italia nel 568 d.C. facendo crollare le istituzioni romane su cui si reggeva la società, misero in crisi anche i piccoli centri come Plestia il cui territorio entrò a far parte del longobardo Ducato di Spoleto. Il ducato di Spoleto nella zona era diviso tra varie amministrazioni (gastaldati di Spoleto, Nocera Umbra e Camerino e sculdasciato di Foligno). Un anonimo autore della vita di san Rinaldo cita Plestea tra le città ridotte a castelli con l'opera restauratrice di Ottone I (951 - 983) dopo le devastazioni di Goti, Longobardi ed altri barbari. Sopravvisse una modesta attività abitativa che spiega la permanenza a Plestia di Ottone III nel 996, documentata da due diplomi del 23 e del 26 giugno, dopodiché Plestia scomparve dalla storia come città e come diocesi. Si deve immaginare come in questo periodo di continue invasioni e devastazioni si sia trovata la necessità di una maggiore sicurezza e difesa, dopo l’abbandono della città romana la popolazione degli altipiani trovò rifugio sui luoghi degli antichi castellieri.