Direttiva 2002/21/CE

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La direttiva 2002/21 CE del 7 marzo 2002, è una direttiva quadro dell'Unione Europea che da un quadro normativo comune per tutte le reti e servizi di telecomunicazioni, sia terrestri che satellitari, e sia via cavo che senza fili. Assieme ad altre quattro normative specifiche per settore, e ad una direttiva sulla concorrenza, costituisce il cosiddetto "pacchetto telecom", che sostituisce i numerosi provvedimenti precedenti che erano distinti per tipo di rete.[1]

Stabilisce che devono esserci delle Autorità nazionali di regolamentazione (ANR) sul settore delle comunicazioni elettroniche (quale ad esempio l'Agcom nel caso dell'Italia), di cui deve essere assicurata l'indipendenza.[1][2] Sottopone inoltre lo spettro delle radiofrequenze alla disciplina antitrust.[1] La direttiva prevede inoltre, all'art.8, che a tali autorità possono avere anche competenze volte a promuovere il pluralismo dei mezzi di comunicazione e la diversità culturale e linguistica.[2]

Il modello di prevedere un'autorità indipendente con competenza sulle telecomunicazioni, era già stato preannunciato con la direttiva 97/13/CE del 1997.[2]

Riferimenti bibliografici[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Zaccaria (2016) cap.V, p.192
  2. ^ a b c Zaccaria (2016) cap.IV, pp.145-6

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Zaccaria (2016) Diritto dell'informazione e della comunicazione, 9ª edizione

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]