Congregazione dei rosariani

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La Congregazione dei Rosariani (in latino Congregatio Sanctissimi Rosarii, in inglese Rosarian Fathers) è un istituto religioso maschile di diritto pontificio: i membri di questa congregazione clericale pospongono al loro nome la sigla C.S.R.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La congregazione, detta in origine dei Servi di Nostra Signora del Rosario, venne fondata dal sacerdote cingalese Anthony Thomas (1886-1964), religioso degli Oblati di Maria Immacolata che era stato molto attivo nella predicazione missionaria nella diocesi di Jaffna.[2]

Su richiesta del vescovo di Jaffna Guyomard, suo confratello, rispondendo all'appello di papa Pio XI affinché si praticassero forme austere di vita contemplativa anche in terra di missione (encicliche Rerum Ecclesiae e Miserentissimus Redemptor), il 2 febbraio 1928 a Tholagatty aprì un monastero (o ashram) e vi impiantò una comunità dedita alla vita claustrale a imitazione dei trappisti.[3]

La congregazione venne eretta canonicamente il 15 agosto 1934; le sue costituzioni, preparate dal fondatore nel 1928, ottennero l'approvazione diocesana il 18 febbraio 1939.[3]

L'istituto venne approvato dalla Santa Sede l'8 giugno 2002.[1]

Attività e diffusione[modifica | modifica wikitesto]

I rosariani si dedicano alla preghiera contemplativa; la loro spiritualità è di ispirazione mariana e praticano l'adorazione eucaristica perpetua; provvedono alle loro necessità con il lavoro manuale; osservano una mitigata forma di digiuno, con astinenza perpetua dalle carni (eccetto in caso di malattia).[3]

Sono presenti soprattutto in India e Sri Lanka. Il moderatore supremo dei rosariani, che porta il titolo di Priore generale, risiede a Bangalore.[1]

Nel 2004 la congregazione contava 20 case e 174 religiosi, 42 dei quali sacerdoti.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Ann. Pont. 2007, p. 1497.
  2. ^ DIP, vol. IX (1997), col. 1143, voce a cura di M. O'Reilly.
  3. ^ a b c DIP, vol. VII (1983), col. 2026, voce a cura di F. Rizzoli.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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