Chiesa di Santa Maria La Nuova (Licata)

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Chiesa di Santa Maria La Nuova
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneSicilia
LocalitàLicata
Religionecattolica di rito romano
TitolareSanta Maria
Completamento1508

La chiesa di Santa Maria La Nuova è la chiesa madre di Licata, in provincia di Agrigento.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La sua costruzione risale agli inizi del XVI secolo, quando sorse per sostituire, a seguito dell'espansione del territorio di Licata verso il mare, la chiesa romanica di Santa Maria La Vetere, risalente al VI secolo. La nuova chiesa venne realizzata nella parte terminale del Cassarello, che oggi si chiama corso Vittorio Emanuele.

Il progetto venne firmato da Pietro Palatino, che disegnò una struttura basilicale in stile rinascimentale su navate, con tre accessi. La nuova chiesa venne inaugurata nel 1508.

Con statuto redatto il 10 aprile 1771 il tempio è elevato alla dignità di collegiata (Venerabile Insigne Secolare Collegiata) con bolla papale di Papa Clemente XII.

Alla chiesa, dedicata alla Natività di Maria, fu attribuito il nome di "Santa Maria la Nuova" per distinguerla da "Santa Maria la Vetere", come fu ribattezzata l'altra chiesa.

Nel corso dei secoli la chiesa è stata danneggiata più volte e ha subito numerosi restauri. Nel 1988 un incendio la danneggiò gravemente, rendendo necessaria la chiusura dell'edificio, che fu nuovamente inaugurato il 31 maggio 1996.

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

Lapidi commemorative[modifica | modifica wikitesto]

Nella chiesa sono presenti tre lapidi commemorative. Due di queste, poste sull'arco della navata centrale e sulla porta principale, risalgono alla struttura originaria e ricordano la dedicazione della chiesa:

(LA)

«DEIPARÆ NATIVITATI POPULUS LEOCATENSIS D.D.D.»

(IT)

«Alla natività della Madre di Dio, il popolo licatese diede, donò, dedicò»

L'altra, invece, è stata ricostruita dopo essere stata dispersa e fu posta sulla porta che dà accesso al campanile al momento della consacrazione:

(LA)

«M. CCCCC. VIII. XI. INDIC. REGANTE INVITISSIMO REGE FERDINANDO REGE ARAGONAE ET UTRIUSQUE SICILIAE PROCURANT VENERABILI DO PHO ANTONIO DE GIGLIO VICARIO ARCHIPSBRO TERRAE LICATAE AC MAG. CO DNO MICHELE CELEST. MILITE ATQUE SEGRETO DTAE TERRAE CONSTRUCTU E HOC OPUS MAGISTERIO ET ARTE PETRI PALATINI AERE PUBLICO AD HORE DEI EIUSQUE MRIS»

(IT)

« ... »

Dipinti[modifica | modifica wikitesto]

  • Sacro Cuore e santi, opera di Fra Felice da Sambuca
  • Madonna con san Filippo Neri, opera di Fra Felice da Sambuca
  • Santa Rosalia, s. Lucia, s. Agata e il beato Tomasi, opera di Fra Felice da Sambuca

Sculture[modifica | modifica wikitesto]

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  • La scheda dedicata alla struttura sul sito della chiesa stessa.