Chiesa di Santa Caterina (Venezia)

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Chiesa di Santa Caterina
Esterno
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneVeneto
LocalitàVenezia
Coordinate45°26′35.85″N 12°20′10.74″E / 45.443291°N 12.336317°E45.443291; 12.336317
Religionecattolica di rito romano
Patriarcato Venezia
Stile architettonicogotico

La chiesa di Santa Caterina (vulgo Santa Caterina de' Sacchi) è un luogo di culto cattolico di Venezia, situato nel sestiere di Cannaregio dedicato a santa Caterina d'Alessandria.

L'edificio fa parte del complesso del Liceo Marco Foscarini, cui è annessa sin da quando l'attuale scuola era il convento dalle monache agostiniane.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fu iniziata dai Frati della penitenza di Gesù Cristo (Ordine de Poenitentia Jesu Christi, e detti anche Frati del Sacco, Saccati, Sacchiti o Sacchini) che s'insediarono in quest'area, allora paludosa, all'inizio del XIII secolo. I religiosi non riuscirono a terminarla a causa della soppressione del loro ordine, avvenuta nel 1274.

Da tale anno l'edificio passò in varie mani, da un ricco mercante che lo donò a Bortolotta Giustinian, fondatrice e prima badessa del nuovo convento di monache agostiniane, ivi istituito e dedicato a santa Caterina d'Alessandria. La memoria del precedente e disciolto ordine sopravvisse nel nome comune di Santa Caterina de' Sacchi cui era intitolata anche una locale scuola devozionale.

In occasione della ricorrenza di santa Caterina, il doge si recava qui per festeggiare la festa dei Dotti.

Nel 1970 un incendio avvenuto durante dei lavori di manutenzione devastò la chiesa, distruggendo la cupola, risalente al XVIII secolo, gran parte del barco e del soffitto ligneo trecentesco a carena di nave. Molte delle opere d'arte contenute nell'edificio andarono perdute: tuttavia il Matrimonio mistico di santa Caterina del Veronese, l'opera forse più importante, si salvò in quanto era definitivamente ospitata dalle Gallerie dell'Accademia, dove si trova tuttora.[1] Altre opere minori al suo interno si trovano al Patriarcato di Venezia.

Della chiesa rimangono tre opere superstiti. La prima è il famosissimo ciclo Vita di santa Caterina, del 1585 circa, di Tintoretto che attualmente si trova nel palazzo Patriarcale, al cui centro era posta la pala del Veronese. Infine, sempre al palazzo Patriarcale si trova la tela di Palma il Giovane La madre di santa Caterina consulta i saggi per le nozze della figlia.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa venne finita solo nel XV secolo e presentava una struttura a tre navate di stile gotico. Il soffitto a carena di nave, come quello presente nelle chiese di Santo Stefano e San Giacomo da l'Orio, andò distrutto nel 1979. Vi era un bel coro pensile sulla parete di fondo, che era usato dalle monache.

Nell'ambito degli eventi collaterali della LVI Esposizione internazionale d'arte della Biennale di Venezia, all'interno della chiesa è stata allestita la performance "An archaeologist's collection" dell'artista russo Grisha Bruskin, visitabile dal 7 maggio al 22 novembre 2015. L'autore ha ricavato, qualche anno addietro, una serie di statue quasi a grandezza naturale e le ha interrate in Toscana, in piena campagna, vicino ad una necropoli etrusca. Dopo alcuni anni le ha dissotterrate organizzando una vera e propria campagna di scavo archeologico per riportarle alla luce ed esporle all'interno della chiesa di Santa Caterina nell'ambito del suo progetto artistico.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Matrimonio mistico di santa Caterina, su gallerieaccademia.it. URL consultato il 15 luglio 2021,.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marcello Brusegan, Le chiese di Venezia, Roma, Newton Compton, 2008.
  • Guida d'Italia, Venezia, collana Guide Rosse, Touring Club Italiano, pp. 506-507, ISBN 978-88-365-4347-2.

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