Chiesa di San Giorgio Martire (Chioggia)

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Chiesa di San Giorgio Martire
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneVeneto
LocalitàCavanella d'Adige (Chioggia)
IndirizzoPiazza Baldin e Mantovan, 5, 30015 Cavanella D'adige VE
Coordinate45°06′35.83″N 12°14′43.35″E / 45.109953°N 12.245376°E45.109953; 12.245376
Religionecattolica
TitolareSan Giorgio Martire
Diocesi Chioggia
Consacrazione1950
ArchitettoGiuseppe Tombola
Inizio costruzione1949

La chiesa di San Giorgio Martire è la parrocchiale di Cavanella d'Adige, frazione di Chioggia, nella città metropolitana di Venezia e diocesi di Chioggia; fa parte del vicariato di Sottomarina.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Si sa che intorno all'Anno Mille in località San Giorgio di Fosson (l'odierna Cavanella) sorgeva un monastero benedettino. Detto complesso venne travolto dalla Guerra di Chioggia e successivamente nel 1429 fu soppresso, trasferendo nel monastero di San Giorgio Maggiore a Venezia molte sue testimonianze; il compito di officiare messa in questa località venne affidato a un canonico della Cattedrale clodiense.

Per volontà della nobildonna Laura Quirini, proprietaria di questo territorio, venne eretta nel 1690 una chiesetta, che fu elevata a rango di parrocchia il 20 ottobre dello stesso anno.

Questo tempio fu distrutto durante i bombardamenti Alleati nel 1945 che avevano l'obiettivo di abbattere i vicini ponti che attraversavano il fiume Adige.

Il 21 luglio 1949 venne posta la prima pietra dell'attuale chiesa - progetta dall'architetto Giuseppe Tombola - che venne terminata e consacrata nel 1950.[1][2][3].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Lapide dedicata a Laura Querini sul campanile (1690)
Lapide caduti prima guerra mondiale (1919)

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

L'ingresso, rivolto ad est, è sormontato da un rosone circolare, coronato da un arco; il resto della facciata è in mattoni a faccia vista, dalla quale emergono quattro lesene rivestite in pietra.

Campanile[modifica | modifica wikitesto]

Eretto nel 1935, grazie ad una raccolta fondi organizzata da un comitato cittadino, con l'obiettivo di rendere onore ai caduti locali della prima guerra mondiale. Per questo nella facciata è montata una lapide dove sono incisi i loro nomi.[4]

É cimato da una corona cuspidata e conserva nella cella campanaria tre bronzi, di cui il più antico è del 1862.

Sul lato verso la strada sono montate due lapidi, quella più in alto, come detto, è dedicata ai caduti del primo conflitto mondale, l'altra, sottostante, risale al 1690 e ricorda Laura Quirini, la nobile che aveva fatto erigere la precedente chiesa.[5]

L'interno

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno della chiesa è a pianta a croce latina, con la navata centrale che si conclude con l'abside semicircolare e il transetto composto da due cappelle. Sopra il presbiterio si eleva una cupola poggiante su un tamburo ottagonale adornata da un piccolo dipinto tondo con le iniziali di 'IHS'.

La Statua settecentesca di San Giorgio a cavallo, presente nel retrocoro, è composta da vari materiali tra cui legno e cuoio.

All'interno della cappella di sinistra è montata una pala, realizzata a metà del secolo scorso, raffigurante San Giorgio accompagnato dai simboli degli evangelisti e da angeli musicanti . [6][7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Chiesa di San Giorgio Martire <Cavanella d'Adige, Chioggia>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 23 marzo 2019.
  2. ^ Marangon (2016), p. 27.
  3. ^ Cavanella(2017), p. 8.
  4. ^ Gibin(2014), p. 37.
  5. ^ Marangon (2010), p. 73.
  6. ^ Marangon (2016), p. 29.
  7. ^ BeWeb, su beweb.chiesacattolica.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuliano Marangon, Antenne della Speranza, Chioggia, Diocesi di Chioggia, Nuova Scintilla, 2010, SBN IT\ICCU\VEA\1025061.
  • Giuliano Marangon, Chiese del Novecento e i loro Pastori nella diocesi clodiense, Chioggia, Diocesi di Chioggia, Nuova Scintilla, 2016.
  • Ismaele Da Re e Gabriele Crocco, Cavanella D'Adige e dintorni, Chioggia, 2017.
  • Cinzio Gibin, CHIOGGIA RIVISTA DI STUDI E RICERCHE N.45, Chioggia, 2014.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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