Chiesa di San Francesco di Stampace

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San Francesco di Stampace
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneSardegna
LocalitàCagliari
Coordinate39°13′03.48″N 9°05′42.95″E / 39.217633°N 9.111931°E39.217633; 9.111931
Religionecattolica di rito romano
Stile architettonicoromanico e gotico
Completamento1275
Demolizione1875

San Francesco di Stampace è stata una chiesa di Cagliari in stile romanico-gotico. Si trovava nel quartiere di Stampace, in corso Vittorio Emanuele II, tra via Angioy e via Sassari, e di essa sopravvive, in via Mameli, il chiostro, oggi di proprietà privata, che è interessato da un progetto di restauro per riportarlo agli antichi splendori, mentre il convento è stato in parte inglobato da alcuni palazzi. La chiesa fu demolita dal Comune nel 1875.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La costruzione della chiesa cominciò nel 1275 (data ricavata dai documenti originali di acquisto dei terreni da parte dei francescani). Dopo il 1871, anno in cui il campanile fu colpito da un fulmine, la chiesa fu progressivamente abbandonata, fino a quando non si decise di demolirla per costruire al suo posto delle abitazioni. Contemporaneamente i locali del chiostro vennero occupati dai carabinieri, che vi installarono la legione.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa aveva pianta a croce latina e a una navata. Presentava caratteri romanici e gotico catalani. Al suo interno si trovavano alcune tra le più importanti opere d'arte dell'epoca: retabli dei fratelli Cavaro e numerosi altri dipinti, la maggior parte dei quali sono ora ospitati alla Pinacoteca Nazionale di Cagliari.

Opere già in chiesa[modifica | modifica wikitesto]

Dei molti dipinti presenti già nella chiesa e oggi nella Pinacoteca nazionale si segnalano:

Il pulpito di Carlo V, così chiamato perché ospitò l'imperatore in occasione di una messa nel 1535, durante la visita a Cagliari, si trova ora nella vicina chiesa di San Michele.

Il sarcofago di donna Violante Carroz, che si trovava nella facciata della chiesa, venne acquistato dalla famiglia Cao Pinna che lo portò a Decimomannu, dove ancora oggi si trova, nella cappella del cimitero del paese.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • R. Coroneo, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo '300, Nuoro, Ilisso, 1993.
  • F. Segni Pulvirenti e A. Sari, Architettura tardogotica e d'influsso rinascimentale, Nuoro, Ilisso, 1994.

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