Chiesa della Santissima Trinità degli Spagnoli

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Disambiguazione – Se stai cercando l'omonima chiesa di Roma, vedi Chiesa della Santissima Trinità degli Spagnoli.
Chiesa della Santissima Trinità degli Spagnoli
Facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneCampania
LocalitàNapoli
Coordinate40°50′23.96″N 14°14′47.31″E / 40.839988°N 14.246474°E40.839988; 14.246474
Religionecattolica di rito romano
Arcidiocesi Napoli
Stile architettonicobarocco, neoclassico
Inizio costruzione1573

La chiesa della Santissima Trinità degli Spagnoli è una delle chiese storiche di Napoli; si erge nell'omonima piazza.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La struttura venne fondata nel 1573 da alcuni cittadini e successivamente, dapprima venne ceduta agli spagnoli residenti nel quartiere, ed in seguito passò alla Comunità della Santissima Trinità della Redenzione dei Cattivi.

L'ordine, istituito da papa Innocenzo III, aveva tra i suoi obiettivi quello di adoperarsi affinché i molti prigionieri occidentali, caduti nelle mani dei pirati, venissero liberati. La chiesa, grazie ai padri trinitari che raccolsero i fondi, subì i primi rifacimenti ed ammodernamenti; questi furono completati nel 1788 e anche l'interno assunse un aspetto più gradevole grazie al restauro e all'ampliamento della decorazione.

Alla metà del XVII secolo risale invece il portico antistante la facciata. Nel 1794, Ferdinando I promosse un intervento vistoso. Nel decennio francese, con la soppressione dell'ordine e la trasformazione del convento in abitazioni private, la chiesa venne privata dei suoi arredi e di quasi tutte le sue opere d'arte (una documentata Apparizione della Madonna del Pilar a San Giacomo di Paolo De Matteis venne acquistata da un privato per poi essere donata al Museo Nazionale di Napoli e da parecchi decenni il Museo di Capodimonte l'ha data in sottoconsegna a un museo di Gaeta[1], mentre la Vergine che rivela a San Pio V la vittoria della flotta cristiana nella battaglia di Lepanto affrescata da Tommaso Martini all'ingresso del chiostro è scomparsa ). Il depauperamento subito in quegli anni venne rimediato da un lungo restauro concluso nel 1859. I numerosi dipinti sparsi per la chiesa sono tutti ottocenteschi e novecenteschi (tre di essi, il San Felice di Valois, il San Giovanni de Matha e il San Giovanni Battista della Concezione recano la firma di Raimondo Bruno e la data 1853), ad eccezione di una superstite tela seicentesca ritraente la Vergine del Rimedio con la Santissima Trinità (collocata sull'altare sinistro del transetto).

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Napoli e dintorni, Touring club Italia, Touring Editore, 2001.

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