Cheremone di Nilopoli

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San Cherémone

Vescovo e martire

 
Nascita?
Mortemetà del III secolo
Venerato daChiesa cattolica
Canonizzazionepre canonizzazione
Ricorrenza22 dicembre

Cherémone (... – metà del III secolo) è stato un vescovo romano, vescovo di Nilopoli e venerato come martire dalla Chiesa cattolica.

Dati storici e culto[modifica | modifica wikitesto]

Cherémone era vescovo di Nilopoli e subì la persecuzione all'epoca dell'imperatore Decio (249-251).[1] Di lui parla san Dionisio, patriarca di Alessandria (248-264), in una lettera scritta a Fabio, vescovo di Antiochia (ca. 253-256). Per fuggire la persecuzione e la morte, Cherémone scappò assieme alla moglie sulle montagne, e non fu visto mai più; non si conosce null'altro di questo vescovo.

Il suo nome fu inserito al 22 dicembre da Adone di Vienne nel suo martirologio, e da qui passò nel Martirologio Romano, che lo ricorda assieme ad altri martiri anonimi, di cui parla san Dionisio, che subirono la persecuzione nello stesso periodo di Cherémone:[2]

«Commemorazione dei santi Cherémone, vescovo di Nilopoli, e molti altri martiri in Egitto: alcuni, durante la persecuzione dell’imperatore Decio, costretti a fuggire e a vagare nel deserto, furono uccisi dalle fiere, altri sfiniti dalla fame, dal freddo e dalla debolezza, altri infine uccisi dai barbari e dai briganti, cosicché tutti, pur con diverso genere di morte, furono coronati dallo stesso glorioso martirio.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) Annick Martin, Athanase d'Alexandrie et l'Église d'Égypte au IVe siècle (328-373), École Française de Rome, Roma, 1996, pp. 21, 291 e 780.
  2. ^ Martirologio Romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, Città del Vaticano, Libreria editrice vaticana, 2004, p. 960.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]