Castello di San Giorio di Susa

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Castello di San Giorio di Susa
Il castello di San Giorio di Susa
Ubicazione
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegionePiemonte
CittàSan Giorio di Susa
IndirizzoVia Castello, 1
Coordinate45°07′43.81″N 7°10′56.63″E / 45.128837°N 7.182396°E45.128837; 7.182396
Informazioni generali
TipoCastello medievale
Inizio costruzioneXIII secolo
Condizione attualeStrutture medievali in corso di restauro
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Il castello di San Giorio domina la media valle di Susa dallo sperone roccioso dove sorge il paese di San Giorio di Susa, a circa 45 km dal capoluogo Torino. Tra i più evidenti castelli in val di Susa per chi transita in questo territorio, i suoi resti visibili oggi, cioè la torre rotonda e l'aula affiancata, costituiscono solo una parte di un complesso molto più vasto e imponente, la cui funzione era il controllo del transito di mercanti e eserciti lungo la Valle. Abbattuto in gran parte nel corso del XVIII secolo, con ulteriori crolli nel corso del XX, è stato restaurato ed ospita un esercizio commerciale.

La manifestazione della soppressione del feudatario, rappresentata sul lato ovest del castello di San Giorio di Susa

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il castello fu costruito in epoca imprecisata, probabilmente intorno alla metà del XIII secolo, epoca in cui alcuni documenti[1] attestano una nuova centralità per la comunità di San Giorio nei disegni di Casa Savoia, che intendeva fare del paese il centro di passaggio e controllo della via Francigena del Moncenisio. Nel 1270, in un atto della Contea di Savoia riportato dallo storico Luca Patria in uno studio molto documentato sui Bertrandi[1], si legge che i figli di Tommaso II di Savoia, investono Giovanni Bertrandi del feudo di San Giorio, in augmentum feudi di quello che già possedeva a Chianocco. In questo documento, fa notare Patria, si parla di una aulam cum turri.

Mario Gabinio, 1899 o primo Novecento, vista da ovest dei ruderi del Castello di S.Giorio con lo spigolo del Mastio poi crollato negli anni 20

Descrizione architettonica[modifica | modifica wikitesto]

Il complesso si suddivideva in un castello superiore, in un castello inferiore[2] e in una casaforte ancora oggi esistente. Secondo uno studio del 2005[3], alcuni documenti quattrocenteschi descrivono il castello superiore come costituito da un maschio, un'aula grande con torre rotonda, una camera bassa, una loggia e una corte. Il maschio era alto 26 metri[2] secondo alcune testimonianze[4]. Sul finire del XVII secolo (1691) il castello è oggetto di bombardamento da parte delle truppe di Nicolas de Catinat de La Fauconnerie e subisce pesantissimi danni[5]. Ormai obsoleto nelle sue strutture medievali, non viene più ripristinato, acquisendo nel frattempo importanza strategica il Forte della Brunetta.

Stato attuale[modifica | modifica wikitesto]

Oggi, il castello è di proprietà privata e contiene un Risto-Pub aperto al pubblico in orari definiti. Abbandonato per alcuni secoli dopo le distruzioni del Catinat, è stato ristrutturato negli anni '70 del XX secolo e poi ancora nel primo decennio del XXI. I muri perimetrali originali delimitano ancora la grande aula a fianco della torre rotonda, una camera più piccola e il cortile con portale di ingresso sul vallo lato est. Nella spianata a ovest del castello si svolge tradizionalmente la manifestazione della Soppressione del Feudatario.

Ubicazione[modifica | modifica wikitesto]

Il castello è situato sulla groppa morenica detta Mollare di San Giorio, formazione rocciosa che domina la media valle di Susa, spaziando con la vista da Bussoleno a Sant'Antonino di Susa. Il castello comunica visivamente con: il castello di Chianocco, la casaforte di Chianocco, il castello di Bruzolo, la casaforte di San Didero, la torre di Borgone Susa, il castello Borello di Bussoleno.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Immagini storiche Fondo Gabinio Fond. Torino Musei[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Luca Patria, Caseforti e casetorri tra Savoia, Piemonte e Delfinato: considerazioni sul patrimonio fortificato delle Alpi Cozie in AAVV, Caseforti, torri e motte in Piemonte : (secoli 12.-16.) : omaggio a Lorenzo Bertano nel centenario della morte (1904-2004) : atti del convegno di Cherasco, 25 settembre 2004. - Cuneo: Società per gli studi storici, archeologici ed artistici della provincia di Cuneo, 2005
  2. ^ a b Si veda Micaela Viglino Davico, Andrea Bruno jr, Enrico Lusso, Gian Giorgio Massara, Francesco Novelli, Atlante Castellano. Strutture fortificate della Provincia di Torino, Istituto Italiano dei Castelli Sezione Piemonte Valle d'Aosta, Ed. Celid, Torino 2007, pagg. 349-350
  3. ^ Si veda Cristina Natoli, Le caseforti della bassa valle di Susa: un modello di palazzo bassomedievale, pagg. 184-185 in AAVV, Caseforti, torri e motte in Piemonte : (secoli 12.-16.) : omaggio a Lorenzo Bertano nel centenario della morte (1904-2004) : atti del convegno di Cherasco, 25 settembre 2004. - Cuneo: Società per gli studi storici, archeologici ed artistici della provincia di Cuneo, 2005
  4. ^ Tali misure sono riportate in Alfredo Gilibert, Anna Gilibert Volterrani, Valsusa com'era. Tèra 'd nòstri vej. Immagini di un tempo perduto, Susalibri, S. Ambrogio di Torino
  5. ^ Si veda Archiviato il 2 marzo 2014 in Internet Archive.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Progetto Tesori d'Arte e Cultura alpina, Itinerari di Cultura e Natura alpina Valle di Susa, Borgone Susa 2010
  • AAVV, Caseforti, torri e motte in Piemonte : (secoli 12.-16.) : omaggio a Lorenzo Bertano nel centenario della morte (1904-2004) : atti del convegno di Cherasco, 25 settembre 2004. - Cuneo: Società per gli studi storici, archeologici ed artistici della provincia di Cuneo, 2005
  • Cristina Natoli, Le caseforti della bassa valle di Susa: un modello di palazzo bassomedievale in AAVV, Caseforti, torri e motte in Piemonte : (secoli 12.-16.) : omaggio a Lorenzo Bertano nel centenario della morte (1904-2004) : atti del convegno di Cherasco, 25 settembre 2004. - Cuneo: Società per gli studi storici, archeologici ed artistici della provincia di Cuneo, 2005
  • Luca Patria, Caseforti e casetorri tra Savoia, Piemonte e Delfinato: considerazioni sul patrimonio fortificato delle Alpi Cozie in AAVV, Caseforti, torri e motte in Piemonte : (secoli 12.-16.) : omaggio a Lorenzo Bertano nel centenario della morte (1904-2004) : atti del convegno di Cherasco, 25 settembre 2004. - Cuneo: Società per gli studi storici, archeologici ed artistici della provincia di Cuneo, 2005
  • Saverio Provana di Collegno in Notizie d'alcune certose del Piemonte, all'interno di Miscellanea di Storia Italiana, terza serie, Tomo VI, numero XXXVII della raccolta, Fratelli Bocca Librai di S.M., Torino 1901.
  • Michele Ruggiero, Storia della Valle di Susa, Alzani editore, Pinerolo 1996
  • Micaela Viglino Davico, Andrea Bruno jr, Enrico Lusso, Gian Giorgio Massara, Francesco Novelli, Atlante Castellano. Strutture fortificate della Provincia di Torino, Istituto Italiano dei Castelli Sezione Piemonte Valle d'Aosta, Ed. Celid, Torino 2007

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