Casa di Biagio Rossetti

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«Il cittadino insigne salvato da l'età sua
"languentis architectur e instaurator"
glorioso vive negli edifici superbi.
(Targa posta sulla casa in via XX Settembre a Ferrara)»

Casa di Biagio Rossetti
Facciata in via XX Settembre.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàFerrara
Indirizzovia XX Settembre, 152
Coordinate44°49′35.67″N 11°37′45.96″E / 44.826574°N 11.629432°E44.826574; 11.629432
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXV secolo-XVI secolo
Inaugurazione1502
Stilerinascimentale
UsoMuseo - Uffici comunali
Realizzazione
ArchitettoBiagio Rossetti
ProprietarioComune di Ferrara
CommittenteBiagio Rossetti

La casa di Biagio Rossetti si trova in via XX Settembre 152 a Ferrara. L'edificio è stato costruito a partire dalla fine del XV secolo dall'architetto dell'Addizione Erculea Biagio Rossetti Attualmente ospita uffici e servizi comunali tra cui il Centro IDEA (Centro di Educazione alla Sostenibilità) e il Centro di Documentazione Raccontinfanzia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La casa venne costruita dall'architetto di Ercole I d'Este Biagio Rossetti per sé stesso e per la sua famiglia attorno alla fine del XV secolo e fu pronta solo nel 1502.[1] L'edificio è rimasto tra le proprietà della famiglia Rossetti sino circa alla metà del XVII secolo. Dopo un primo restauro realizzato nel 1910-1911 dall'associazione Ferrariae Decus che ne ha modificato in parte la facciata, nel 1974 è stato acquistata dal comune di Ferrara. Dopo un ulteriore intervento di restauro, dal 1998 è stata per alcuni anni sede del Musarc (Museo dell’Architettura).[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Le finestre abbinate a simulare una bifora.
Arco in cotto sul portale di accesso, particolare.

L'importanza della casa non è legata alle sue dimensioni, di poco superiori alla casa di Ludovico Ariosto e che è parva per definizione, ma alle scelte architettoniche che permettono di approfondire l'arte di Rossetti. Essendo la sua abitazione vi dedicò molto impegno e allo stesso tempo, essendo forse vincolato da non enormi disponibilità finanziarie, operò con la massima attenzione per i particolari e nella scelta dei collaboratori e delle maestranze.[1]

Una delle caratteristiche estetiche è l'utilizzo che vi viene fatto delle finestre. Alcune di queste sono avvicinate a simulare bifore, modulo già presente nell'architettura veneziana del periodo ma che in questo caso sono riviste e trasformate. Nessuna vera bifora viene utilizzata perché le due aperture abbinate corrispondono, all'interno, ad ambienti diversi e quindi sono posizionate nella prossimità della parete divisoria creando, nelle stanze, un'illuminazione particolare.[1]

Nel complesso la scelta dei materiali di costruzione (il cotto ferrarese) e le soluzioni adottate sia sulla facciata sia negli interni sia nel cortile e nella loggia ne fecero un modello che per secoli venne adottato in molte costruzioni del centro estense. Rossetti operò in modo quasi ermetico riducendo la forma al suo essenziale.[1]

Gli archetti delle finestre e ancor più l'arco del portale d'ingresso, realizzati in cotto, sono estremamente raffinati. Sull'ingresso gli elementi dell'arco raffigurano cavalli marini, conchiglie, putti e, al centro, un volto senile.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Carlo Bassi, pp. 169-173.
  2. ^ Casa di Biagio Rossetti, su ferraraterraeacqua.it. URL consultato il 19 settembre 2022.
  3. ^ Gerolamo Melchiorri, p. 160.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]