Casa a striscia

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Tentativo di ricostruzione di una casa a striscia romana nel Vicus di Comagena a Tulln in Austria
Ricostruzione di una casa a striscia nel canabae di Aquincum (II - III secolo)

Una casa a striscia (Streifenhaus in tedesco) è un tipo di casa caratteristica dei vicus nelle province romane del nord-ovest, improntata alle popolazioni gallo-romane. La loro presenza è attestata anche nelle città più grandi.

Questo tipo di edificio era molto stretto ed esteso lungo il lato della strada per garantire il più possibile l'accesso alla via principale all'interno di un vicus romano. Le trame associate venivano adattate alla forma dell'edificio. Le case potevano essere lunghe fino a 40 metri, ma solitamente erano larghe tra i 5 e i 16 metri. Il lato del frontone è di solito disposto sulla strada. Finora, non è stato possibile identificare alcuna struttura specifica fra le case a striscia esaminate. Gli edifici potrebbero essere stati costruiti da parete a parete, oppure condividevano un muro esterno. Spesso uno stretto corridoio, un cosiddetto ambitus, separava le case. Sul lato opposto della strada vi era spesso un cortile con un forno e/o un pozzo. La disposizione delle case a striscia variava. Spesso c'era uno stretto spazio sul fronte strada che occupa l'intera larghezza della casa. Qui c'era probabilmente un negozio da cui la clientela poteva essere servita per strada. Questi tipi di abitazioni dominavano la parte posteriore del vicus. Inoltre la parte sporgente del tetto formavano un passaggio pedonale coperto.

A partire dalla metà del I secolo, le case venivano costruite con una tecnologia detta a graticcio con fondamenta in legno. Dalla fine del I secolo, gli edifici furono costruiti come case a graticcio con fondamenta in pietra e dal II secolo interamente in pietra. Nello sviluppo della costruzione in pietra riflette la crescente prosperità e il consolidamento della popolazione della provincia nel II e all'inizio del III secolo. Così dal II secolo, anche nelle case a striscia, venne sempre più usato un intonaco a muro dotato di affreschi[1]. Quando gli insediamenti furono colpiti dalle invasioni germaniche nella seconda metà del III secolo, furono di solito ricostruiti in costruzioni a graticcio, come dimostra l'esempio di Iuliacum (Jülich).

Nel 2009 sono state costruite due case a striscia (negozio e officina) sul terreno del vicus di Saalburg[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (DE) Margot Klee, Siedlungen auf dem Land: Dörfer und Kleinstädte, in Vera Rupp & Heide Birley (a cura di), Landleben im römischen Deutschland, Theiss, 2012, p. 24, ISBN 9783806225730, OCLC 795888203.
  2. ^ Egon Schallmayer: Rekonstruierte Nachbauten von Streifenhäusern im Lagerdorf des Saalburgkastells.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gösta Ditmar-Trauth: Das gallorömische Haus. Zu Wesen und Verbreitung des Wohnhauses der gallorömischen Bevölkerung im Imperium Romanum. 2 Bände. Kovač, Hamburg 1995, ISBN 3-8606-4349-5 (= Schriftenreihe Antiquates, Band 10, zugleich Dissertation Universität Münster 1994/95).
  • Rüdiger Gogräfe, Klaus Kell (Hrsg.): Haus und Siedlung in den römischen Nordwestprovinzen. Grabungsbefund, Architektur und Ausstattung; internationales Symposium der Stadt Homburg vom 23. und 24. November 2000. Ermer, Homburg 2003, ISBN 978-3-924653-31-6 (= Forschungen im römischen Schwarzenacker. Band 4. Text deutsch/französisch).
  • Thomas Fischer: Beispiele zur Entstehung römischer Städte in den Nordwestprovinzen. In: Gundolf Precht, Norbert Zieling (Hrsg.): Genese, Struktur und Entwicklung römischer Städte im 1. Jahrhundert n. Chr. in Nieder- und Obergermanien: Kolloquium vom 17. bis 19. Februar 1998 im Regionalmuseum Xanten. (= Xantener Berichte, Band 9). Verlag Philipp von Zabern, Mainz 2001. S. 11 ff.
  • Andreas Thiel: Komplexe Streifenhäuser am Ortsrand. Neue Erkenntnisse zu Planung und Ausbau des Kastellvicus von Jagsthausen. In: Peter Henrich (Hrsg.): Der Limes vom Niederrhein bis an die Donau. 6. Kolloquium der Deutschen Limeskommission. Theiss, Stuttgart 2012, ISBN 978-3-8062-2466-5, (= Beiträge zum Welterbe Limes 6), S. 89–97.
  • Franz Oelmann: Gallorömische Straßensiedlungen und Kleinhausbauten. In: Bonner Jahrbücher 128, 1928. S. 79 ff.

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