Campo d'infiammabilità

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Con campo di infiammabilità si intende l'intervallo di concentrazione percentuale massima e minima (cioè i limiti di infiammabilità) di un gas o del vapore di un liquido combustibile miscelato con un comburente (generalmente aria), tra i quali può avvenire la combustione in presenza di un innesco.

Per i gas viene anche definito un campo di esplosività, che è più ristretto del campo d'infiammabilità.[1]

Limite di infiammabilità inferiore e superiore[modifica | modifica wikitesto]

Il campo di infiammabilità è definito da un limite superiore di infiammabilità (LS) e da un limite inferiore di infiammabilità (LI). Al di sotto del limite inferiore il gas non è abbastanza concentrato per infiammarsi, infatti benché un innesco possa produrre una reazione combustibile-comburente, la reazione non si propaga all'interno della miscela. Al di sopra del limite superiore, viceversa, l'atmosfera è ricca del gas ma scarsa di comburente. In realtà, anche al di fuori dei limiti di infiammabilità è possibile avere combustione: ad esempio un barile di benzina nell'aria può generare rapporti di miscela infiammabili. Ciò è dovuto ai moti dell'aria, che "mescolano" la miscela aria/benzina, creando dei punti di disomogeneità ("hot spot") all'interno del sistema, che fungono da innesco per la reazione di combustione.

I limiti di infiammabilità sono correlati alla velocità laminare di fiamma[1], un parametro ingegneristico che è una proprietà delle miscele combustibili e che esprime la reattività delle fiamme soppesando cinetica, fenomeni di trasporto e termochimica. In particolare quando la velocità laminare di fiamma è bassa il fronte di fiamma praticamente non propaga e quindi si è fuori dai limiti di infiammabilità.

Sperimentalmente è noto che:

Dove Su è la velocità laminare di fiamma ed Suo è la velocità laminare di fiamma calcolata in condizioni di riferimento To Po.

I valori dei limiti di infiammabilità sono influenzati da:

  • temperatura: aumenta la temperatura allarga il limite di infiammabilità (α>0);
  • pressione: aumentare la pressione restringe i limiti di infiammabilità (β<0), l'unica sostanza per la quale la pressione aumenta l'infiammabilità è l'idrogeno (β>0);
  • dove Φ è detto equivalent ratio, ovvero il rapporto tra il combustibile e il comburente e la loro quantità in condizioni stechiometriche;
  • diluenti termici, la velocità laminare di fiamma è maggiore senza diluenti termici, infatti fiamme con solo ossigeno sono più calde rispetto alle fiamme in aria poiché il calore sprigionato dalla combustione serve a riscaldare anche l'azoto che però non reagisce;

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Copia archiviata (PDF), su vfv.it. URL consultato il 9 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2006).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Hertzberg M., 1984, The Theory of Flammability Limits, Flow Gradient Effect and Flame Stretch, 1st ed. University of Michigan Library;

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]