Asterisco (liturgia)

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Un asterisco posto sulla patena.

L'asterisco (in greco ἀστερίσκον, asteriskon?; lingua slava ecclesiastica: Звездица, Zvezdítsa), o coperchio a stella (dal greco αστήρ,astêr, dal significato di stella), è uno degli oggetti sacri usati nella divina liturgia della chiesa ortodossa e greco-cattolica. L'asterisco simbolizza la Stella di Betlemme.

Forma[modifica | modifica wikitesto]

Un asterisco è una piccola, copertura metallica pieghevole che sostiene un velo per riparare le particole poste sulla patena.[1]

È costituito da due strisce di metallo sovrapposte a croce e unite al centro da una vite.[2] Le estremità dei pezzi di metallo sono piegate verso il basso in modo che possano saldarsi ad un telaio che le sostenga. A volte, nella chiesa greco-cattolica, viene appesa una piccola stella all'asterisco, dove si uniscono le due strisce di metallo. Tra gli ortodossi, tuttavia, l'asterisco stesso è considerato la stella, e quindi non è ritenuta necessaria l'aggiunta di una stella.

Poiché l'asterisco è uno degli oggetti sacri, di solito è tenuto sul prothesis (tavolo delle oblazioni) dove sono preparati il pane e il vino per l'Eucaristia, e nessuno, tranne il sacerdote o il diacono dovrebbe toccarlo. Spesso, viene realizzato per essere abbinato ad un set di calice e patena.

Uso[modifica | modifica wikitesto]

Durante la liturgia di preparazione, dopo che il sacerdote ha preparato il pane e il vino, incensa l'asterisco tenendolo sopra il turibolo aperto. Poi lo pone sulla patena dicendo le parole, "E giunse una stella e si fermò sopra il luogo dove era il bambino" (Cf. Vangelo, Matteo, 2:9).

Durante una liturgia gerarchica (cioè, presieduta dal vescovo), poco prima dell'ingresso solenne (processione), verrà alzato il velo e l'asterisco verrà rimosso mentre il vescovo farà la commemorazione per i vivi e i morti, dopo di che sostituirà l'asterisco e il velo.

Dopo il sursum corda, il diacono alzava l'asterisco dalla patena, e la colpiva con esso su quattro lati, facendo il segno della croce, mentre il prete alzava le mani dicendo: "Cantando la trionfale canzone, gridando, gridando, e dicendo:" a cui il coro rispondeva iniziando il Sanctus. Il diacono baciava l'asterisco, lo piegava, e lo poneva da parte sull'Antimension, appena il sacerdote iniziava a recitare la preghiera eucaristica.

Dopo la comunione dei fedeli, il velo e l'asterisco venivano posti sulla patena. Il prete li consegnava al diacono, che li riponeva sul prothesis.

Rito romano[modifica | modifica wikitesto]

Nel rito romano, veniva utilizzato uno speciale asterisco dotato di dodici raggi, nell'officiazione delle messe papali, come copertura dell'ostia sulla patena, quando veniva rotta dal papa, sul suo trono, per la sua comunione. A differenza dell'asterisco orientale, che ha quattro raggi, l'asterisco papale ne aveva dodici, ciascuno con inciso il nome di un Apostolo. Il suo utilizzo è stato recentemente ripreso da papa Benedetto XVI.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Isabel Hapgood, Service Book of the Holy Orthodox-Catholic Apostolic Church, 5th, Englewood NJ, Antiochian Orthodox Christian Archdiocese, 1975, p. xxxi.
  2. ^ Archpriest D. Sokolof, A Manual of the Orthodox Church's Divine Services, 3rd, Jordanville NY, Printshop of St. Job of Pochaev, Holy Trinity Monastery, 2001, pp. 15–16.
  3. ^ Imamagine di un asterisco papale

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